“Coraggio! Siamo nati per essere amati”

«Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato: questo esprime la tenace volontà di dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi» (Messaggio per la Quaresima 2020, 24 febbraio). Queste parole del Papa, riportate nel messaggio per la Quaresima, ci invitano a un «“faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto “che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20)». «in questo tempo favorevole – esorta il Papa – lasciamoci condurre come Israele nel deserto, così da poter finalmente ascoltare la voce del nostro Sposo, lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità». «Chi crede in questo annuncio respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza. Se invece si presta ascolto alla voce suadente del “padre della menzogna” si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva» (24 febbraio). il Pontefice ci indica anche il «significato spirituale del deserto» come «assenza di parole per fare spazio a un’altra Parola. Nella Bibbia, infatti, il Signore ama parlarci nel deserto» (Udienza generale, 26 febbraio). invita quindi al «coraggio per entrare in questo deserto della Quaresima, seguendo Gesù: con Lui i nostri deserti fioriranno. accadrà a noi come a quei deserti che in primavera fioriscono, facendo germogliare d’improvviso, dal nulla, gemme e piante» (26 febbraio). «Coraggio – incalza il Papa – siamo nati per essere amati, siamo nati per essere figli di dio!». «davanti all’immensità delle galassie e dello spazio siamo minuscoli. Siamo polvere nell’universo. Ma siamo la polvere amata da dio. il Signore ha amato raccogliere la nostra polvere tra le mani e soffiarvi il suo alito di vita» (Messa delle ceneri, 26 febbraio). «Se vivo per le cose del mondo che passano, torno alla polvere, rinnego quello che dio ha fatto in me».
invece «lasciamoci amare per amare. Lasciamoci rialzare, per camminare verso la meta, la Pasqua. avremo la gioia di scoprire che dio ci risuscita dalle nostre ceneri» (26 febbraio). in risposta al suo amore «il Signore ci chiede il coraggio di un amore senza calcoli» (Bari, Santa Messa, 23 febbraio). Questa infatti «è la novità cristiana. accogliamo la sfida di Gesù, la sfida della carità.È una grazia che va chiesta. Chiedere a dio la forza di amare. “alla sera della vita – infatti – saremo giudicati sull’amore” (San Giovanni della Croce)» (23 febbraio). Ha aggiunto poi: «La medicina contro la durezza del cuore è la memoria» della gratuità di dio nei nostri confronti (Santa Marta, 18 febbraio). Fermo restando che «confessare Gesù è accettare la strada dell’umiltà e dell’umiliazione» (Santa Marta, 20 febbraio), ribadisce il Papa: «Mai dialogare con il diavolo. Mai dialogare con la tentazione!» infatti «Gesù non dialoga con il diavolo. Chi crede sa che dio non lo si mette alla prova, ma ci si affida alla sua bontà» (Angelus, 1 marzo). in occasione dell’incontro con i Vescovi del Mediterraneo ha affermato che «l’annuncio del Vangelo non può disgiungersi dall’impegno per il bene comune e ci spinge ad agire come instancabili operatori di pace». «La guerra – ha ribadito fortemente il Pontefice – appare così come il fallimento di ogni progetto umano e divino». Ha quindi denunciato «il grave peccato di ipocrisia, quando nei convegni internazionali, nelle riunioni, tanti Paesi parlano di pace e poi vendono le armi ai Paesi che sono in guerra. La costruzione della pace ha come presupposto indispensabile la giustizia» (Bari, 23 febbraio). Qui la Chiesa ha un compito preminente in quanto «il discepolo di Cristo ha imparato a difendere ben altra terra. Lui difende la sua pace, difende il suo rapporto con dio, difende i suoi doni, i doni di dio, custodendo la misericordia, la fraternità, la fiducia, la speranza» (Udienza generale, 19 febbraio).

Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia, aprile 2020