Gli “occhiali” di Gesù e l’elmo di Paolo (Marzo 2017)

La speranza cristiana della salvezza. “Per noi cristiani, l’occhiale adeguato per decifrare la realtà non può che essere quello della buona notizia, a partire dalla Buona Notizia per eccellenza: il «Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1) che, più che essere un’informazione su Gesù, è piuttosto la buona notizia che è Gesù stesso. Nel suo Figlio amato, questa promessa di Dio – “sono con te” – arriva ad assumere tutta la nostra debolezza fino a morire della nostra morte. Nasce così una speranza, accessibile a chiunque, proprio nel luogo in cui la vita conosce l’amarezza del fallimento” (51° GM Comunicazioni sociali, 24.01). Il tema della “speranza”, filo conduttore delle Udienze del mercoledì, viene riproposto dal Papa quasi quotidianamente: “a chi è scoraggiato, a chi è debole, a chi si sente abbattuto dal peso della vita e delle proprie colpe e non riesce più a sollevarsi”, dobbiamo donare la speranza cristiana, che ha “i lineamenti forti e al tempo stesso teneri dell’amore” (Udienza generale, 08.02). Ai martiri cristiani di oggi (Omelia, 30.01; alle Chiese cristiane orientali, 27.01; Conversione di San Paolo, 25.01), ai malati (XXV Giornata Mondiale del Malato, 11.02; Commissione Carità e salute della CEI, 10.02), ai terremotati colpiti dalle nevicate di gennaio (Angelus, 29.01), ai migranti (Udienza generale, 08.02), agli studenti e agli insegnanti (Alla Congregazione per l’educazione cattolica, 09.02), ai fidanzati e giovani sposi e a chi li accompagna nella vita di coppia (Alla Rota romana, 21.01), agli imprenditori che promuovono l’“Economia di comunione” ideata da Chiara Lubich (04.02), Francesco ha indicato numerosi esempi da imitare: Giuditta, che intima agli israeliti assediati e ormai pronti a soccombere: “attendiamo fiduciosi la salvezza che viene da lui, supplichiamolo che venga in nostro aiuto e ascolterà il nostro grido, se a lui piacerà» (25.01); Giobbe, che afferma: «Io so che il mio redentore è vivo […]. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno» (01.02); santa Bakhita, da schiava a consacrata (08.02); san Tommaso d’Aquino, “maestro” del “dialogo intellettuale finalizzato alla ricerca della verità” (09.02); i primi cristiani di Tessalonica, una comunità “giovane” che, “nonostante le difficoltà e le tante prove, è radicata nella fede e celebra con entusiasmo e con gioia la risurrezione del Signore Gesù”: dubbiosi, tuttavia, sulla certezza della resurrezione dei morti, dei loro cari, sono esortati da Paolo “a tenere salda sul capo come un elmo «la speranza della salvezza»… La speranza cristiana è l’attesa di una cosa che è già stata compiuta e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi” (Udienza, 01.02). Nel Messaggio per la Quaresima 2017 protagonisti sono il povero Lazzaro e il ricco epulone della parabola lucana (cfr Lc 16,19-31), colpevole di non avere prestato attenzione alla Parola di Dio e, di riflesso, al suo prossimo: “Non possiamo nasconderci che una mentalità diffusa tende ad oscurare l’accesso alle verità eterne”, ha detto il Papa alla Rota romana riunita per l’inizio dell’anno giudiziario (21.01). Allo stolto che, accecato come l’epulone dal proprio “io”, nega l’esistenza di Dio, il cristiano oppone la “verità piena sulle cose, sulla loro origine e sul loro destino”. “La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio”: la Quaresima sia “il tempo favorevole per rinnovarsi nell’incontro con Cristo vivo nella sua Parola, nei Sacramenti e nel prossimo” (Messaggio per la Quaresima 2017).
Monache dell’Adorazione Eucaristica – Pietrarubbia