Il fonte battesimale. Dove?

È terminata la rubrica sui Prenotanda del Messale Romano. Avevamo recepito, grazie a diversi interventi pervenuti dai nostri lettori, l’interesse suscitato dagli articoli curati da Don Raymond Nkindji Samuangala, Assistente ecclesiastico dell’Ufficio Liturgico diocesano, che abbiamo pubblicato sul “Montefeltro” per oltre un anno. In diversi ci hanno posto domande tese ad approfondire ulteriormente i diversi temi trattati. Don Raymond ha dato la sua disponibilità a rispondere alle domande pervenute così, con questo articolo, diamo inizio alla nuova pagina di liturgia del nostro giornale diocesano, dedicata al dialogo con i lettori. Saranno sempre i documenti della Chiesa a guidarci in questo dialogo. Le domande saranno trattate secondo il loro ordine di arrivo e ciascuna sarà riportata interamente all’inizio del commento.

Domanda – Nell’attuazione del programma pastorale abbiamo recepito il valore del fonte battesimale; per questo abbiamo messo in onore lo spazio del Battistero. Ma il luogo della celebrazione del Battesimo è angusto, i fedeli vorrebbero assistere e vedere il rito. È sbagliato allestire un “fonte” battesimale “volante” in presbiterio? Grazie
Una lettrice, Michela

Il linguaggio liturgico è fondamentalmente quello della parola e dei segni che esplicitano i vari aspetti dei misteri celebrati. Lo stesso spazio celebrativo, gli elementi e oggetti vari e il loro collocamento rappresentano dei linguaggi trasmettitori di messaggi e portatori di contenuti, per favorire una partecipazione che sia veramente e realmente consapevole, attiva e fruttuosa.
Circa la domanda della nostra lettrice Michela va detto subito che la celebrazione del battesimo essendo riconosciuta come “la porta” della fede (cfr. CEI, L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, 1996, n. 25), il fonte battesimale andrebbe collocato normalmente vicino all’ingresso della chiesa, se non si trova in un battistero indipendente dalla chiesa, perché il nuovo battezzato possa essere introdotto nella “casa di Dio” e accolto nella Chiesa, popolo della fede. In effetti, “la tradizione lo ha generalmente collocato in prossimità dell’ingresso della chiesa, come migliore spazio per il sacramento che introduce nella comunità cristiana” (n. 26). Ciò significa anche restauro, recupero e valorizzazione degli antichi fonti battesimali laddove ce ne siano, oltre alle nuove progettazioni.
Tuttavia, per “favorire la partecipazione comunitaria alla celebrazione” (n. 27) e avere attorno al fonte battesimale uno spazio sufficiente “tale da accogliere almeno le persone che vi si recano processionalmente battezzandi, padrini, genitori e ministri” (n. 27), va osservato che “anche se, per la concreta conformazione delle chiesa il fonte battesimale non risulta visibile a tutta l’assemblea, sarà necessario comunque che il battistero sia in comunicazione spaziale e acustica con l’assemblea
riunita” (n. 27). Alcune chiese non avendo spazio sufficiente per collocarvi il fonte battesimale, si chiede di cercare una soluzione studiando le possibilità che offre l’aula della celebrazione: una cappella laterale, un’altra parte della chiesa con ampio spazio (n. 28; cfr. Cerimoniale dei Vescovi, n. 996) oppure in relazione al confessionale, visto il rapporto tra il Battesimo e la Penitenza (n. 26).
Tuttavia, “è da escludere il trasferimento del battistero o del fonte battesimale all’interno dell’area del presbiterio perché il battistero è un luogo dotato di fisionomia e funzione propria, del tutto distinte
da quella del presbiterio” (n. 26). In più, “Il battistero e il fonte siano progettati come luoghi e segni di particolare dignità, siano permanenti, evidenti, unici e costituiscano un forte richiamo per tutti, anche al di fuori della celebrazione” (CEI, n. 27). Si capisce che “un fonte battesimale volante” può essere solo un caso eccezionale e certamente non nel presbiterio, semmai all’ingresso di esso!

don Raymond Nkindji Samuangala, marzo 2020
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti