Il Movimento liturgico – Prima parte (Novembre 2017)

Come detto già, la liturgia romana tridentina si è mantenuta per quattro secoli, fino al Concilio Vaticano II. Prima di concentrarci sulla riforma liturgica del Vaticano II dobbiamo accennare ad un fenomeno che ha preparato i lavori stessi del Concilio. Si tratta del Movimento Liturgico. Considereremo il cosiddetto Movimento Liturgico classico, ossia quello che si è sviluppato nel secolo XX. Esso trova il suo fondamento teologico nella visione ecclesiologica della Chiesa come Corpo Mistico di Cristo, recuperata e sviluppata da alcuni teologi dell’Università tedesca di Tubinga alla fine del XIX sec., principalmente da Johann Adam Möhler. Da questa visione emerge l’immagine della Chiesa come comunità, contrariamente a quella come istituzione in cui il laicato veniva relegato passivamente sullo sfondo. Questa ecclesiologia ha avuto significative implicazioni nel rinnovamento del culto della Chiesa nel XX secolo con la nascita del Movimento Liturgico. Esso inizia a Malines (Belgio) con una conferenza di lavoro nel 1909. Nel suo intervento dal titolo La vraie prière de l’Eglise (la vera preghiera della Chiesa) il monaco Lambert Beauduin dell’abbazia benedettina di Mont-César sosteneva “la piena e attiva partecipazione del laicato, non solo nel campo della liturgia, ma anche in tutti gli aspetti della vita e del ministero della Chiesa” (Keith F. Pecklers). Beauduin considerava la liturgia come la vera preghiera della Chiesa, il vincolo dell’unità tra sacerdote e popolo, e il grande strumento dell’annuncio da parte della Chiesa. Le sue risoluzioni furono accolte all’unanimità: diffusioni delle traduzioni nella lingua del popolo dei testi della Messa e dei vespri domenicali, l’orientamento della pietà nel suo insieme alla liturgia ed esercizi spirituali annuali per le corali. Da questa tesi si è diffuso rapidamente in Belgio il messaggio del movimento liturgico grazie alle pubblicazioni dei monaci di Mont-César, di cui il famoso mensile La Vie Liturgique, e alle “settimane liturgiche” annuali.
In Germania il movimento ha avuto un taglio più teologico grazie ai benedettini del monastero di Maria Laach, con la pubblicazione di un’altra famosa rivista, Ecclesia Orans. Tra i grandi nomi si possono citare l’abate di Maria Laach Ildefons Herwegen; Odo Casel che, con i suoi studi patristici e di scienza delle religioni era convinto che la liturgia è la celebrazione dei misteri (cfr. Il mistero del culto cristiano) nella quale il “mistero primordiale”, Gesù Cristo, si rende presente con la sua opera salvifica come portatore di salvezza; Romano Guardini con Lo spirito della liturgia, considerata come l’opera classica del movimento liturgico, ecc. In Francia nasce il Centre de Pastorale Liturgique a Parigi nel 1943 dai domenicani Aimon-Marie Roguet et Pie Duployé, con la pubblicazione della famosissima rivista La Maison-Dieu fondata nel 1945. Nel 1946 si apre L’Institut Supérieur de Liturgie. Successivamente il movimento liturgico si diffuse nel resto dell’Europa e in America (Stati Uniti e Brasile). Nel prossimo numero del Montefeltro vedremo quale è stata la posizione del Magistero della Chiesa difronte a questo movimento che si diffonde e si sviluppa attorno alla liturgia.
Don Raymond Nkindji Samuangala
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti