“La forza vittoriosa dell’amore” (Febbraio 2019)

Da Betlemme in cammino per le strade del mondo. In occasione della celebrazione della Maternità della Vergine Maria, primo giorno dell’anno, il Papa ha evidenziato: «Oggi ancora di più sentiamo il bisogno di qualcosa che riempia di significato lo scorrere del tempo. Qualcosa o, meglio, qualcuno. E questo “qualcuno” è venuto, Dio lo ha mandato: è “il suo Figlio”, Gesù. Nel giro di poco più di trent’anni, quel Gesù sprigionerà una forza inaudita, che dura ancora e durerà per tutta la storia: la forza dell’Amore. È l’amore che dà pienezza a tutto, anche al tempo; e Gesù è il “concentrato” di tutto l’amore di Dio in un essere umano. Dal suo abbassamento siamo stati risollevati. Dalla sua piccolezza è venuta la nostra grandezza. Dalla sua fragilità, la nostra forza. Dal suo farsi servo, la nostra libertà. Che nome dare a tutto questo, se non Amore?» (Solennità della Madre di Dio, 1 gennaio). Ora, «come i Magi che ritornarono “al loro paese” portando dentro di sé il mistero di quel Re umile e povero» accade anche che «ogni volta che un uomo o una donna incontra Gesù, cambia strada, torna alla vita in un modo differente “per un’altra strada”. Non permettiamo quindi alle nostre paure di chiuderci il cuore, ma abbiamo il coraggio di aprirci a questa luce» (Angelus, 6 gennaio). Il Santo Padre ha poi annunciato che «L’Epifania è anche la Giornata Missionaria dei Ragazzi, che quest’anno invita i giovanissimi missionari ad essere “atleti di Gesù”, per testimoniare il Vangelo in famiglia, a scuola e nei luoghi di svago» (6 gennaio). «In questo cammino non procediamo soli; Maria accompagnò e sostenne fin dall’inizio la comunità dei discepoli. A lei chiediamo di mantenerci uniti e perseveranti, come nel giorno di Pentecoste, affinché lo Spirito sia riversato nei nostri cuori e ci aiuti in ogni momento e luogo a rendere testimonianza della sua Resurrezione» (Ai vescovi statunitensi, 2 gennaio). Per questo il Pontefice ha richiamo più volte alla vigilanza: «Molte azioni possono essere utili, buone e necessarie e addirittura possono sembrare giuste, ma non tutte hanno “sapore” di Vangelo» (2 gennaio). In questa prospettiva, ha evidenziato il Papa, non bisogna «avere paura ma discernere: cosa succede in me» (Santa Marta, 7 gennaio), sottolineando poi come sia essenziale in questo cammino di discernimento l’aiuto del popolo di Dio, la Chiesa. Il Papa ha anche segnalato come «ogni volta che la parola del Vangelo disturba o diventa una testimonianza scomoda, non sono poche le voci che intendono farla tacere segnalando il peccato e le incongruenze dei membri della Chiesa e ancor di più dei loro pastori» (2 gennaio). Invece «la Chiesa, come segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano, porta nel suo essere e nel suo seno la sacra missione di essere terra d’incontro e ospitalità» (2 gennaio). Invita quindi i vescovi americani, colpiti da numerosi scandali, a prendere coscienza «dell’altissimo compito che abbiamo nelle mani», non potendolo «tacere e anestetizzare a causa dei nostri limiti e mancanze!» (2 gennaio). Ha infine ricordato ai vescovi le sagge parole di Madre Teresa di Calcutta, la quale affermò che «Lui dipende da noi per amare il mondo e dimostrargli quanto lo ama. Se ci occupiamo troppo di noi stessi, non ci resterà tempo per gli altri» (2 gennaio). «Siate perciò figli del Padre vostro che è nei cieli» ha esortato il Papa con le parole del Vangelo: «Il cristiano non è uno che si impegna ad essere più buono degli altri: sa di essere peccatore come tutti. Il cristiano semplicemente è l’uomo che sosta davanti al nuovo Roveto Ardente, alla rivelazione di un Dio che non porta l’enigma di un nome impronunciabile, ma che chiede ai suoi figli di invocarlo con il nome di “Padre”, di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza e di riflettere un raggio della sua bontà per questo mondo così assetato di bene» (Udienza generale, 2 gennaio).
Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia