Le forme della preghiera

DomandaCi sono tre forme della preghiera: adorazione, venerazione, suffragio. Potrebbe precisare meglio la differenza ed eventualmente il legame? (Francesca)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) dedica tutta la quarta parte alla preghiera cristiana. Al numero 2625 esso premette che “le forme della preghiera, quali sono espresse negli Scritti apostolici e canonici rimarranno normative per la preghiera cristiana”. In seguito il CCC presenta le cinque forme di preghiera ai numeri 2626-2643, che chiama “forme permanenti” (n. 2644): la benedizione e l’adorazione; la preghiera di domanda; la preghiera di intercessione; la preghiera di ringraziamento; la preghiera di lode. Queste forme sono inclusive di quelle proposte dalla nostra lettrice. Tuttavia, mentre l’adorazione si ritrova nella prima forma e il suffragio può essere incluso nella preghiera di intercessione, la venerazione non sembra trovare collocazione nella classifica del CCC, di cui ricuperiamo di seguito la presentazione. La preghiera di benedizione è la risposta dell’uomo ai doni di Dio: poiché Dio benedice, il cuore dell’uomo può rispondere benedicendo colui che è la sorgente di ogni benedizione. Con la preghiera di domanda noi esprimiamo la coscienza della nostra relazione con Dio: in quanto creature, non siamo noi il nostro principio, né siamo padroni delle avversità, né siamo il nostro ultimo fine; anzi, per di più, essendo peccatori, noi, come cristiani, sappiamo che ci allontaniamo dal Padre. La domanda è già un ritorno a lui. L’intercessione è una preghiera di domanda in favore di un altro. Colui che prega non cerca solo “il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Fil 2,4), fino a pregare per coloro che gli fanno del male.
L’azione di grazie caratterizza la preghiera della Chiesa, la quale, celebrando l’Eucaristia, manifesta e diventa sempre più ciò che è. Ogni gioia e ogni sofferenza, ogni avvenimento e ogni necessità può essere materia dell’azione di grazie, che, partecipando a quella di Cristo, deve riempire l’intera vita: “in ogni cosa rendete grazie” (1Ts 5,18). La preghiera di lode, completamente disinteressata, si concentra su Dio; riconosce che Dio è Dio; lo canta per se stesso, gli rende gloria perché egli È, a prescindere da ciò che egli fa. La lode integra le altre forme di preghiera e le porta verso colui che ne è la sorgente e il termine: il “solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui” (1Cor 8,6). Essa raggiunge il suo apice nell’Eucaristia, che contiene ed esprime tutte le forme di preghiera: secondo le tradizioni d’Oriente e d’Occidente, essa è “il sacrificio di lode”.
Come detto, la “venerazione” non appare nella presentazione del CCC, né può essere associata all’adorazione in quanto essa è un atto di fede, una preghiera rivolta non direttamente a Dio ma indirettamente, tramite la Madre del Salvatore o i santi. Da qui il culto dei Santi sviluppatosi nella spiritualità cristiana. È da notare che tutte le forme di preghiera si presentano come partecipazione alla preghiera di Cristo, unico e vero Mediatore tra l’uomo e Dio. È lui che benedice il Padre, che chiede, intercede e ringrazia per noi e che gli rende la lode perfetta. Nella tradizione cattolica ogni preghiera del cristiano è rivolta al Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. Infatti, “è l’incontro personale dell’uomo in dialogo umile con Dio Padre attraverso Gesù Cristo, suo Figlio e nostro fratello, nella forza dello Spirito Santo” (Dizionario Teologico Enciclopedico).

don Raymond Nkindji Samuangala, aprile 2022
Assistente collaboratore Ufficio diocesano
per la Liturgia e i Ministri Istituiti