Le singole parti della Messa: introduzione (Ottobre 2018)

Come detto nell’ultimo articolo, seguiamo ora l’OGMR nella sua descrizione particolareggiata della celebrazione eucaristica secondo il suo svolgersi rituale, con costante richiamo al contenuto e al significato delle singole fasi e al loro legame intrinseco, con emergenza del contenuto dottrinale e dello scopo pastorale.
La celebrazione è suddivisa in quattro parti, due centrali, una di inizio e l’altra di conclusione: Riti di introduzione, Liturgia della Parola, Liturgia eucaristica, Riti di conclusione.

Riti di introduzione (nn.46-54)
Essi sono l’introito, il saluto all’altare e al popolo radunato, l’atto penitenziale, il Kyrie eleison, il Gloria e l’orazione colletta, ed hanno un carattere di «inizio, di introduzione e di preparazione»: aprono cioè la celebrazione, introducono nel suo spirito, dispongono interiormente. Lo scopo di questo complesso rituale è quello di costruire una comunità, di fare di quanti si sono raccolti un’”ecclesia”, una santa assemblea, di disporre all’ascolto della parola di Dio e al convito eucaristico, creando un clima di gioia e di fede, di legame fraterno e gioioso, di presa di coscienza dei propri limiti e della condizione di peccato, di preghiera di lode e di domanda (Gloria e orazione colletta).
Un canto dovrebbe aprire la celebrazione, sia per favorire l’unione dei presenti, sia per disporre l’animo allo spirito del mistero del giorno o del tempo, sia per accompagnare la processione del sacerdote e dei ministri. L’esecuzione, in via normale, non può escludere l’assemblea. In caso di mancata esecuzione, viene letta l’antifona proposta dal Messale, possibilmente da un fedele o dal lettore e anche dal sacerdote, dopo il saluto, che nel caso potrebbe trasformarla in una monizione introduttiva alla Messa.
Dopo il saluto all’altare, simbolo di Cristo, mediante un profondo inchino e la sua venerazione con il bacio (eventualmente anche con l’incensazione), il sacerdote prende contatto con l’assemblea con un saluto tra quelli indicati nel Messale. Con il saluto e la risposta si ha la manifestazione visibile dell’assemblea, mistero della Chiesa radunata, in cui si realizza la presenza di Cristo. Può aver luogo a questo momento una breve monizione introduttiva, specie in giorno di domenica e nelle feste dei santi.
L’atto penitenziale sottolinea sia il bisogno di essere salvati dal sacrificio pasquale non senza la nostra disposizione interiore, quindi il riconoscimento della nostra reale e costante condizione di peccatori, sia la dimensione comunitaria nella colpa, nel pentimento e nel perdono. L’atto penitenziale comprende: un invito del sacerdote, una pausa di silenzio, la confessione o supplica, l’assoluzione. È da notare che il n. 51 precisa come l’assoluzione pronunciata dal sacerdote non abbia lo stesso valore del sacramento della Penitenza. Il vero problema è di creare una consapevolezza personale ed ecclesiale del peccato e una sincera e profonda conversione. L’atto penitenziale, la domenica e specialmente nel tempo pasquale, può essere sostituito con la benedizione e l’aspersione dell’acqua in memoria del battesimo, con un rito proprio riportato nell’Appendice del Messale.
Il Gloria è un antichissimo canto di origine orientale. Viene cantato o recitato dall’assemblea nelle domeniche del tempo pasquale e ordinario, nelle solennità e feste. Esso presenta in sintesi la lode e la supplica al Padre e al Figlio nello Spirito Santo. Il n. 57 afferma che “Il testo di questo inno non può essere sostituito con un altro”.
L’orazione, detta colletta, conclude i riti di introduzione. Questa preghiera presidenziale esprime il carattere della celebrazione e raccoglie le intenzioni dell’assemblea che prima è invitata dal sacerdote alla preghiera, poi a una pausa di silenzio, quindi all’ascolto, infine all’acclamazione con l’Amen.
La seconda edizione del Messale italiano presenta in appendice una serie di orazioni per le domeniche secondo il triplice ciclo annuale del Lezionario, ispirate alle letture bibliche del giorno.
Don Raymond Nkindji Samuangala
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti