L’Eucarestia e i suoi riti, il Concilio Vaticano II – premessa (Gennaio 2018)

La nostra riflessione si soffermerà d’ora in poi sulla riforma del Concilio Vaticano II e soprattutto sul libro liturgico scaturito da essa, il Messale Romano dato alla Chiesa da Papa Paolo VI. Due premesse però ci sembrano necessarie da fare prima di addentrarci nella presentazione della celebrazione eucaristica del Vaticano II, e riguardano un recupero in grandi linee del contesto in cui si è svolto il Concilio. La prima premessa ci fa guardare a tre ambiti di rapporti della Chiesa con il mondo. Dal punto di vista della società, tra il Concilio di Trento e quello Vaticano II ci sono stati grandi eventi che hanno segnato e mutato profondamente il mondo, le culture, gli stili di vita e i modi di rapportarsi tra popoli e con la stessa fede. Si pensi alle conseguenze in questo senso dell’Illuminismo con la Rivoluzione francese, il Marxismo e Socialismo, la Grande Guerra con il suo corteo di distruzioni, al fenomeno dell’industrializzazione che porta con sé profondi mutamenti nella cultura e nei modi di vivere, alla scoperta e colonizzazione di tanti paesi extraeuropei con il successivo fenomeno delle indipendenze e dell’aspirazione all’autodeterminazione dei popoli di questi paesi, alla guerra fredda tra le grandi potenze dei blocchi capitalista d’Occidente e socialista-marxista, con reale rischio di un catastrofico conflitto nucleare, ecc. Si assiste dunque a grandi e rapidi mutamenti socioculturali che portano con sé mentalità non solo di contestazione di realtà date da sempre per evidenti e di rivendicazioni sempre più crescenti di nuovi diritti, ma anche il fenomeno di secolarizzazione che investe la stessa vita di fede. Popoli fin qui ignorati o messi ai margini della storia rivendicano sempre di più le proprie identità storiche, culturali e religiose, e quindi anche la loro specificità nel vivere la stessa fede in Gesù Cristo. Si pone allora l’esigenza di una risposta della Chiesa in termini di dialogo, incontro e rispetto dei popoli e delle loro culture nell’annuncio del messaggio evangelico. Gaudium et spes, Ad gentes e la stessa Lumen gentium rappresentano anche un’espressione di questa risposta della Chiesa. Dal punto di vista interreligioso Vaticano II si svolge in un contesto di affermazione delle cosiddette grandi religioni, ma anche delle altre fin qui meno considerate.
In un tale contesto la ricerca di dialogo e di incontro era più che una necessità. Da cui Nostra aetate! Nell’ambito cristiano si può dire che il Concilio si è svolto in un clima ecclesiale meno conflittuale rispetto al Concilio di Trento in merito ai rapporti con altri cristiani separati. Si avverte fortemente una esigenza di una ricerca concreta di riavvicinamento in vista dell’unità dei cristiani, in ottemperanza al comando ed alla preghiera del Signore Gesù. Ne scaturisce, al Concilio, il documento Unitatis redintegratio.
don Raymond Nkindji Samuangala
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti