Lo Spirito Santo nel simbolo dell’acqua (II parte)

Bible moralisèe: La creazione di Eva e la nascita della Chiesa, fol. 2v (dettaglio), ONB Han. Cod. 2554, Österreichische Nationalbibliothek, Vienna.

Acqua, sorgente e tempio
Il simbolo dell’acqua relativo allo Spirito Santo trova un’icona particolarissima nella sorgente. Secondo i profeti nei tempi futuri zampillerà in Gerusalemme una sorgente d’acqua viva che lava l’uomo dal peccato (Zc 13,1) le cui acque perenni scorreranno verso oriente (Zc 14,8). Ezechiele vedrà in visione una sorgente misteriosa sgorgare dal lato meridionale dell’altare che, scendendo dal lato destro del tempio, scorrerà verso oriente. L’Oriente e il meridione rimandano implicitamente al sorgere del sole, al Messia che, come appunto canta Zaccaria padre del Battista, viene a visitarci dall’alto come sole che sorge (Lc 1,78). Le acque della misteriosa sorgente, lambendo il profeta dapprima fino alla caviglia, crescono poi a dismisura raggiungendo le dimensioni di un fiume navigabile. Un fiume in cui il pesce è abbondantissimo, le cui acque feconde fanno rivivere ciò che toccano e lungo il quale crescono rigogliosi alberi da frutto con foglie dalle virtù terapeutiche.
L’evangelista Giovanni, ci dice che il tempio futuro di cui parlavano i profeti è il corpo di Cristo, il corpo del Messia: “Rispose Gesù [ai Giudei]: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Gli dissero allora i Giudei: “Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?” Ma egli parlava del tempio del suo corpo (Gv 2,18-21).

Il tempio del Corpo di Cristo
La profezia dell’acqua che sgorga dal lato destro del tempio e scorre verso oriente si realizza sulla croce: come narra san Giovanni, dal fianco di Gesù colpito dalla lancia sgorgano acqua e sangue, segno dei sacramenti della Chiesa: “torrente che lava i peccati del mondo” come si esprime la liturgia nel celebre inno Vexilla Regis. La Chiesa stessa, irrorata dallo Spirito, è sacramento per la salvezza di tutti gli uomini.
Sono tante le miniature, presenti negli antichi manoscritti medievali o nei Libri delle Ore finemente miniati, che ci restituiscono l’immagine del costato di Cristo come sorgente di vita e di salvezza. Una, in particolare, nel Codex Vindobonensis 2554, del XIII secolo (noto come Bible Moralisée, ovvero rilettura illustrata della Bibbia in chiave allegorica), ci trasmette il pensiero teologico della Chiesa in merito allo Spirito di Cristo quale sorgente di vita.
L’intera pagina, com’era consueto nelle Bibbie moralizzate, presenta medaglioni a coppie con scene dell’antico testamento, in questo caso scene della creazione, e scene con eventi salvifici del Nuovo posti in parallelo. Focalizziamo la nostra attenzione sul medaglione che racconta la nascita di Eva dal Costato di Adamo. Accanto a questo medaglione troviamo Dio Padre, con il volto di Cristo che benedice le acque rendendole luogo di vita. Tutta la creazione, nata da questo primo grande utero che è il bacino delle acque primordiali, è testimone della nascita più importante quella di Eva, ultimo anello della Creazione, dal costato di Adamo. Più sotto, invece, il Cristo crocifisso vede nascere dalla trafittura del suo costato la Santa Chiesa. Il sangue e l’acqua sono significate nell’abito rosso della Chiesa e nella sua aureola azzurrina. Ritratti a lato entro le arcate di una cattedrale, i padri della Chiesa, e non le creature, sono testimoni di questa nascita. La Chiesa con la corona regale nasce già colma della regalità del sacrificio di Cristo ed è santa e cattolica, essa cioè, resa immacolata dal sacrificio del Redentor, raccoglie in sé l’universalità degli uomini. Inoltre reca in mano un calice, simbolo, appunto di quella sorgente di acqua e sangue che edifica la Chiesa. In una sola immagine sono racchiusi (ad eccezione della lancia che resta però sottointesa dalla ferita) gli elementi fondamentali dell’icona giovannea: la lancia, il corpo di Gesù, la croce, l’acqua e il sangue. Come il bastone colpì la roccia nel deserto così la lancia colpì “la roccia” che è Cristo. Sgorga un’acqua vitale che genera i credenti e li accompagna nel pellegrinaggio terreno. Dal tempio del corpo di Cristo esce acqua e sangue: una sorgente d’acqua viva che zampilla per la vita eterna. Sono i sacramenti della Chiesa, (e in particolare, riferito all’acqua, il battesimo) mediante i quali lo Spirito agisce e rinnova la faccia della terra.

La sorgente del battesimo
La croce è “l’albero di vita” per mezzo del quale “la gioia è venuta nel mondo” (Antifona al Benedictus, Esaltazione della Croce) e rimanda all’albero posto da Dio al centro dell’Eden e alla sorgente che dal centro del paradiso irrorava tutta la terra (i quattro fiumi). I quattro fiumi sono ripresi nella miniatura a lato dove sono riprodotte le esigenze del Vangelo: la libertà rispetto agli antichi sacrifici e alle regole alimentari; l’offerta di sé più grande dell’offerta delle decime; e la radicalità della sequela per la quale qualora la propria mano fosse di scandalo ai fratelli, è preferibile tagliarla.
In riferimento al battesimo cristiano possiamo dire che, diversamente dai simboli dell’aria e della colomba, l’acqua è qualcosa di più di un simbolo dello Spirito, l’acqua ne è il segno efficace. Non solo ricorda lo Spirito, ma lo rende presente e operante. Rabano Mauro, autore dell’inno Veni Creator, tiene a precisare: “altro è l’acqua del sacramento, altro l’acqua con cui si indica lo Spirito Santo. La prima è un’acqua visibile, mentre la seconda è invisibile; la prima lavando il corpo indica ciò che avviene nell’anima, mentre per mezzo dello Spirito Santo è l’anima stessa a essere lavata e nutrita” (Sull’Universo I,3)

suor Maria Gloria Riva, febbraio 2022