Natale: un Dio che stupisce
Il mistero è essenziale per la dignità dell’uomo Attorno all’albero di Natale sono spuntati tanti altri cespugli (con la neve o senza neve!). Succede come di fronte ad una pianta del giardino: ci si ferma a gustare il profumo di un fiore, o a stupirsi dei colori del foliage, o a raccogliere un frutto… Dettagli. E si ignora completamente la profondità delle radici, la robustezza del tronco, l’abbraccio della chioma. A Natale succede ogni anno qualcosa del genere: si deve pur dire la verità sul Natale, tutta la verità; e dirla con schiettezza, senza far caso al “politicamente corretto”. Allora siamo dolcemente invitati a riaprire i conti col mistero di Dio che si rivela nel suo Natale e col mistero dell’uomo assetato di infinito (Dio e uomo sono profondamente in sintonia). “Dolcemente” – dico – perché tutto è accaduto e accade nello stile del Dio della Bibbia: «Il suo accadere non ha apparenza né bellezza da attirare sguardi» (cfr. Is 53,2); «mentre un profondo silenzio avvolge tutte le cose» (cfr. Sap 18,14); attraverso «l’umiltà della sua ancella» (cfr. Lc 1,48). Di solito – giustamente – si dà molto spazio alle scienze dell’uomo, all’economia, ai destini della terra… Ci sta. Tuttavia, ci sono stati momenti soprattutto nel corso di questa pandemia, nei quali siamo stati messi con le spalle al muro, costretti nuovamente ad una riflessione su Dio e sulla dimensione più profonda di noi stessi, l’anima. Filosofi, monaci e poeti non hanno mai smesso di scrutare queste profondità. Ma l’uomo...