Pasqua: un amore che sorprende, turba, converte e fa vivere (Marzo 2017)

Un pensiero per l’approssimarsi della Pasqua: più si avanza nell’età più si accumulano opportunità – ahimè! – archiviate troppo in fretta. Quando “accadrà” la sospirata conversione? Quando il momento della svolta decisiva per la nostra vita? Mi sovviene la figura geometrica della spirale che ritorna continuamente avvitandosi su se stessa, ma con un movimento in progressione. Immagino così il nostro cammino: ritorni successivi, ma sempre in salita. Me lo auguro e lo auguro ai lettori. «Ecco ora il momento favorevole»: all’appello si deve rispondere subito. Teresa di Lisieux annotava: «Tu lo sai, o mio Dio, che per amarti non ho che oggi». Hanno preso il via quaranta giorni speciali. Come i quaranta anni di esodo del popolo di Dio, come i quaranta giorni di Mosè sul monte, come i quaranta giorni di cammino di Elia verso l’Oreb, come i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto… Tutta la Chiesa si è messa sulle sue orme e avanza. La meta? Per i catecumeni: il Battesimo; per i fedeli: la rinnovazione delle promesse battesimali nella Veglia pasquale. Per tutti l’unica cosa necessaria: rinnovare la scelta del Signore, accogliendo, con sempre maggiore consapevolezza la gioia del Vangelo. Durante la Quaresima si cammina e si sta! Si sta seduti ai piedi di Gesù, per prolungare l’ascolto della sua Parola; si cammina fuori da se stessi e dal proprio peccato. I quaranta giorni della Quaresima sono come un cono di grazia e di luce che ci avvolge. È un tempo nel quale si fa una forte esperienza ecclesiale. Tutti i discepoli di Gesù sono entrati insieme in penitenza nel giorno delle Ceneri per non procedere da soli ma in cordata. Le preghiere, le penitenze, la vita santa di ogni fratello, l’intercessione della Madonna e dei santi, unite alla grazia di Cristo vanno nel tesoro di grazia a cui tutti attingiamo. «Credo nella comunione dei santi»: così preghiamo nel Credo! Questa che stiamo vivendo è la prima Quaresima dopo il Giubileo della Misericordia. La lezione che ci ha offerto la Chiesa è stata importante per tutti: essere persuasi e credere alla Misericordia di Dio, amore che sorprende, converte, abbraccia, perdona e fa vivere. Da questa fede scaturisce impetuosa e irresistibile la carità come pratica della misericordia. Il Papa, nel suo messaggio per la Quaresima, ci ha proposto la meditazione della celebre parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro (cfr. Lc 16,19-31), è una pagina che torniamo a fare nostra; ci offre la chiave per comprendere come agire per raggiungere la vera felicità e per aprirci ad una vera conversione. «Il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro – scrive il Papa – ma un appello a convertirsi e a cambiare vita». L’invito è ad aprire la porta del cuore, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino, sia il povero sconosciuto. La parabola è impietosa nell’evidenziare le contraddizioni in cui si trova il ricco. «In lui – continua il messaggio del Papa – si intravede drammaticamente la corruzione del peccato che si realizza in tre momenti successivi: l’amore per il denaro, la vanità e la superbia». La ricchezza acceca: «Invece di essere strumento per compiere il bene ed esercitare la solidarietà, il denaro può asservire noi e il mondo ad una logica egoistica che lascia spazio all’amore». Il ricco, protagonista della parabola, ha dei fratelli che rischiano la sua stessa fine. Che fare? «Hanno Mosè e i profeti, ascoltino loro». La Parola di Dio è una forza viva capace di suscitare la conversione del cuore. «Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al fratello». La parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro ci aiuta a prepararci bene alla Pasqua che si avvicina. Propongo ai lettori di perseverare nei suggerimenti concreti che ci sono stati indicati dal direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano e riportati nel “Montefeltro” di febbraio: 1. Pregare con la Parola di Dio. Non ci si può accorgere della Sua presenza nel quotidiano se non si è capaci di dargli tempo e spazio. 2. Fare la carità con consapevolezza: dare poco, ma tutti i giorni. 3. Digiunare dal superfluo. Ad esempio, è proprio necessario che la televisione rimanga accesa anche mentre si mangia? Di che cosa ci si potrebbe alleggerire? Ci diamo appuntamento alla Veglia pasquale, ognuno nella sua comunità, per cantare insieme l’Alleluia!
✠ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro