Passi coraggiosi

Costruttori di comunità

Un’epoca che cambia, una Chiesa che si rinnova… Soltanto uno slogan? La Chiesa di San Marino-Montefeltro si è data linee d’azione in questa prospettiva di rinnovamento. Nell’Assemblea di inizio anno pastorale – 25 settembre scorso – si è reso visibile come il soggetto dell’azione pastorale sia la comunità diocesana stessa nel suo insieme: la comunione nell’essere si esprime attraverso la comunione nell’agire. Nel corso di quell’Assemblea è stato consegnato il quaderno col Programma Pastorale, Programma valido – speriamo vivamente – perché espressione di comunione sia nella progettazione, sia nell’esecuzione, sia nella verifica (già fissata al 27 maggio 2023, veglia di Pentecoste).
«Costruttori di comunità nei cantieri della vita»: questo l’impegno per tutti. Il titolo è stato illustrato con la riproduzione di una miniatura presa da un corale quattrocentesco (Maestro di Bedford, Scena di cantiere, British Library, Londra). In alto, in un cielo di stelle, veglia il Padre eterno benedicente; sullo sfondo acque solcate da imbarcazioni, villaggi e città turrite, campagne popolate da agricoltori, da pastori e da un campionario variegato di animali: fervet opus! In primo piano c’è un edificio in costruzione e, sul posto, lavoratori all’opera, ognuno al suo posto. Siamo costruttori di comunità nelle più disparate situazioni di vita e nei diversi ambiti: famiglia, lavoro, associazionismo, scuola, parrocchia, ecc. Tutti impegnati nell’azione ad extra, ma anche ad intra.
Ad extra è indispensabile, in questo momento storico, non sottrarsi all’urgenza della riconciliazione, della prossimità e del dialogo (importante il coraggioso viaggio di papa Francesco nel Bahrein dopo quello in Kazakhistan, ambedue frontiere di dialogo). Ogni giorno e ogni ora, con angosciante puntualità, ci arrivano i fotogrammi della guerra. Altri generi di conflitto segnano e modificano gli equilibri e gli spazi a noi vicini. E, ancor più accanto a ciascuno, le tensioni dei rapporti, difficili e complicati come gli ingranaggi, a volte arrugginiti o inceppati o distanti, al punto da girare su se stessi. Nella ricerca di soluzioni dentro la complessità del momento ci sta quello che ognuno può fare concretamente, fosse soltanto quella goccia di olio lubrificante che agevola i rapporti. Si agisce sul “micro” ma con l’apertura sul tutto: ciò si verifica quando la coscienza individuale è orientata alla socialità. Don Lorenzo Milani l’aveva scritto sul muro della scuola: «I care (mi interessa)», precisando poi: «Uscire dai problemi da soli è l’egoismo, sortirne insieme è la politica». Tu fai la tua parte e ti metti in rete con altri: c’è un progetto. E, per tornare alla miniatura quattrocentesca, al centro e in evidenza, trovi il maestro architetto che indica la strategia, guida e incoraggia l’impegno di tutti.
Molti cattolici non hanno nascosto il loro disagio alle ultime elezioni politiche in Italia. Vasti i fenomeni di disaffezione alla politica fino alla non partecipazione: valori che vengono contrapposti, cambi di casacca, contraddizioni, posizioni discutibili, rissa… Eppure, i partiti sono necessari alla democrazia. I vescovi italiani hanno rivolto un forte appello a “mettersi dentro” con le indicazioni della Dottrina Sociale della Chiesa. Anche qui da cristiani, costruttori di comunione.
L’impegno ad essere costruttori di comunità è urgente ed indispensabile anche ad intra nelle comunità cristiane. La Diocesi di San Marino-Montefeltro, come tante altre in Romagna e in Italia, sta prendendo coscienza delle profonde trasformazioni avvenute nella sua storia recente. Anche le parrocchie stanno subendo forti cambiamenti che coinvolgono tutti, dai presbiteri ai fedeli. Per questo sembra non rinviabile individuare le scelte necessarie per un nuovo assetto strutturale e per una nuova stagione di impegno. Non esiste più un solo modello di parrocchia, bisogna affrontare e risolvere i problemi della loro esiguità e dei loro confini. Da anni si constata questa situazione: piccole parrocchie in zone di forte emigrazione, sempre più disabitate e con il crollo delle nascite. Non si può continuare a pensare ad una loro piena autonomia dal punto di vista pastorale. Per rispondere a questa esigenza va affiorando con crescente importanza una nuova realtà: l’unità pastorale. Tale realtà postula la maturazione di una forte coscienza comunionale, capace di superare ogni forma di individualismo e campanilismo.
L’unità pastorale esige che alcuni servizi siano attuati in ciascuna parrocchia, mentre altri servizi siano attuati a livello interparrocchiale e quindi di zona. L’azione comunitaria dei presbiteri, anche con forme inedite di fraternità, può favorire al massimo i servizi pastorali. La parrocchia, nella giusta dinamica della comunione, non può restare «una cellula divisa e isolata». Questo il senso di alcuni spostamenti di clero avvenuti recentemente. L’apertura di una parrocchia ad altre comunità passa soprattutto attraverso il parroco, che rende presente il vescovo e la Chiesa. Ovviamente si tratta di un’azione corale che coinvolge tutti i soggetti della comunità, persuasi che nella unificazione nessuno ci perda, ma tutti ci guadagnino. Quello della comunione fra parrocchie non è un progetto facile e spontaneo. Occorre gradualità, ma anche decisione. In prospettiva ne trae vantaggio la vita e la missione dei sacerdoti con la complementarità dei doni e dei carismi personali, per l’aiuto reciproco, per la valorizzazione del ministero aperto non solo alla celebrazione dell’Eucaristia, ma alla direzione spirituale, alla formazione e all’azione missionaria. In tutto questo viene in evidenza anche un altro soggetto fondamentale, il laicato. Peccato che sembri accadere in connessione col calo delle vocazioni. In realtà, è in forza del Battesimo che il cristiano è corresponsabile nella vita e nella missione della Chiesa. Molti laici poi vanno riscoprendo e valorizzando sempre più il sacramento del matrimonio: una risorsa di grazia che giace troppo spesso nel profondo dell’anima, senza mai essere riconosciuta e valorizzata. Nell’introduzione alla lettera del Programma Pastorale di quest’anno troviamo scritto: «Come sarà? Cosa succederà? Come saremo alla fine del percorso?». Sono convinto che faremo passi coraggiosi.

+ Andrea Turazzi, ottobre 2022