Per una Chiesa in cammino

Sinodo e libertà cristiana

In occasione dell’apertura del Sinodo sulla Sinodalità, il Santo Padre ha sottolineato che: «il Sinodo non è un parlamento, non è un’indagine sulle opinioni; il Sinodo è un momento ecclesiale, e il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo. Se non c’è lo Spirito, non ci sarà Sinodo». Ha dunque espresso tre parole-chiave che devono guidare l’evento sinodale: «comunione, partecipazione, missione. Comunione e missione sono – infatti – espressioni teologiche che designano il mistero della Chiesa. Due parole attraverso cui la Chiesa contempla e imita la vita della Santissima Trinità, mistero di comunione ad intra e sorgente di missione ad extra.
Comunione e missione rischiano però di restare termini un po’ astratti se non si coltiva una prassi ecclesiale che esprima la concretezza della sinodalità in ogni passo del cammino e dell’operare, promuovendo il reale coinvolgimento di tutti e di ciascuno. Se manca una reale partecipazione di tutto il Popolo di Dio, i discorsi sulla comunione rischiano di restare pie intenzioni» (Discorso di introduzione al percorso sinodale, 9 ottobre).
«Fare Sinodo significa dunque camminare sulla stessa strada, camminare insieme. Guardiamo a Gesù, che sulla strada dapprima incontra l’uomo ricco, poi ascolta le sue domande e infine lo aiuta a discernere che cosa fare per avere la vita eterna. Gesù intuisce che l’uomo che ha di fronte è buono e religioso e pratica i comandamenti, ma vuole condurlo oltre la semplice osservanza dei precetti. Nel dialogo, lo aiuta a discernere. Gli propone di guardarsi dentro, alla luce dell’amore con cui Egli stesso, fissandolo, lo ama, e di discernere in questa luce a che cosa il suo cuore è davvero attaccato. Per poi scoprire che il suo bene non è aggiungere altri atti religiosi, ma, al contrario, svuotarsi di sé: vendere ciò che occupa il suo cuore per fare spazio a Dio. È una preziosa indicazione anche per noi. Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, di discernimento ecclesiale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio. In questi giorni Gesù chiama dunque anche noi, come fece con l’uomo ricco del Vangelo, a svuotarci, a liberarci di ciò che è mondano, anche delle nostre chiusure e dei nostri modelli pastorali ripetitivi; a interrogarci su cosa ci vuole dire Dio in questo tempo e verso quale direzione vuole condurci» (Santa Messa di apertura del Sinodo, 10 ottobre).
In occasione delle catechesi del mercoledì, sul tema della libertà cristiana nella Lettera ai Galati, il Papa ha sottolineato che essa «si fonda su due pilastri fondamentali: primo, la grazia del Signore Gesù; secondo, la verità che Cristo ci svela e che è Lui stesso» (Udienza generale, 6 ottobre).
Infatti, «non siamo noi con i nostri sforzi che diventiamo giusti, ma è Cristo con la sua grazia a renderci giusti» (Udienza generale, 29 settembre).
«Siamo liberi dalla schiavitù del peccato per la croce di Cristo. Proprio lì dove Gesù si è lasciato inchiodare, si è fatto schiavo, Dio ha posto la sorgente della liberazione dell’uomo». Dunque «per essere davvero liberi abbiamo bisogno non solo di conoscere noi stessi, a livello psicologico, ma soprattutto di fare verità in noi stessi, a un livello più profondo. E lì, nel cuore, aprirci alla grazia di Cristo» (6 ottobre).
« “Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”(Mc 10,15). Ecco la novità: il discepolo non deve solo servire i piccoli, ma riconoscersi lui stesso piccolo. Con Dio le fragilità non sono ostacoli, ma opportunità». Per questo «dobbiamo cercare la nostra propria piccolezza e riconoscerla: lì troveremo Gesù» (Angelus, 3 ottobre).
«Guardiamo dunque il Signore Crocifisso, immerso fino in fondo nella nostra storia ferita, e scopriamo il modo di fare di Dio. Il Battesimo, quell’immersione in Gesù che tutti noi abbiamo ricevuto per grazia e che ci direziona, ci spinge a seguirlo. Invece di emergere sopra gli altri, chiediamo allo Spirito la grazia di immergerci in Gesù e nella vita degli altri» (Angelus, 17 ottobre).

Monache dell’Adorazione Perpetua, novembre 2021
Pietrarubbia