Risurrezione. Servizio. Santità

Mons. Vescovo prende spunto dalla richiesta rivolta a Gesù da Giacomo e da Giovanni (cfr. Mc 10,37) per spiegare l’autorità: «Autorità come servizio. Dio si pone non sopra, ma davanti. Gesù si pone ai nostri piedi e li lava. Il padrone fa paura, il servo no. Il padrone esige e pretende per sé, il servo si impegna e vive per un altro. Il padrone si serve degli altri, Gesù fa sua la nostra causa. Il padrone giudica e castiga, Gesù perdona e soccorre. Il padrone vuol vedere i frutti, il Signore è seminatore. Autorità che fa crescere. Fa sì che ognuno dia il meglio di sé, sa vedere il positivo e promuove. Autorità come dono di sé. “Il figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la sua vita”». Così conclude il Vescovo: «Ora comprendiamo il senso evangelico del “potere”: il potere di amare» (Omelia nella XXIX domenica del Tempo Ordinario, 21 ottobre 2018).

È con questo “potere” che si va incontro ai fratelli. «Le analisi, le precauzioni, i “distinguo” non indeboliscano l’attenzione verso le persone concrete in povertà»: con queste parole il Vescovo Andrea si rivolge alle comunità durante la II Giornata Mondiale dei Poveri. Il Vescovo chiede che «l’approccio politico alle varie forme di povertà sia accompagnato anche da un serio discernimento personale», in modo che «l’attenzione ai poveri diventi una dimensione costante del cammino di fede e un tema severo per l’esame di coscienza: “Che posto occupa il grido del povero nella mia vita?”». Domanda ripresa dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata sintetizzato con il versetto del Salmo 34: «Questo povero grida e il Signore lo ascolta». L’augurio di mons. Andrea è che «tutti i giorni siano sempre più ascolto e sempre più risposta a quel grido» (Messaggio del Vescovo per la Giornata Mondiale dei Poveri, 18 novembre 2018).

Il tema del grido ritorna nell’omelia per le Esequie del sacerdote diocesano don Pietro Brisigotti: «Nella Lettera ai Romani – commenta mons. Andrea – sono presentati tre gridi: il grido della natura sottoposta alla caducità; il grido degli uomini che aspettano l’adozione a figli e il grido dello Spirito Santo, con gemiti inesprimibili, che viene in aiuto alla nostra debolezza». Ma c’è un grido che «li riassume tutti e tutti li raccoglie: il grido di Gesù sulla croce. In lui è risucchiata ogni povertà, ma il Signore lo ascolta, accetta il suo sacrificio e lo fa risorgere». «La risurrezione – ritorna il tema del programma pastorale 2018/19 – è conseguenza del fiducioso abbandono di Gesù al Padre. Proprio in quello che sembrava il momento della sconfitta, della dissoluzione, della morte totale, ci fu un’irruzione straordinaria di forza creatrice. Nella risurrezione Gesù è diventato “il vivente” (cfr. Lc 24,5); da lui promana la vita nuova per tutta la creazione, per tutta l’umanità!» (Omelia nelle Esequie di don Pietro Brisigotti, 8 novembre 2018).

Come non ricordare il grido del cieco di Gerico, un povero «ai margini della strada, ai margini della società, ai margini della vita». «La gente attorno a lui ha tre reazioni», così esemplifica Mons. Vescovo. «La prima è la reazione di quelli che gli passano davanti indifferenti. Tra loro ci sono gli apostoli, i discepoli, le donne e tanta gente affascinata da Gesù, ma incapace di stupirsi, di commuoversi per quel cieco che sta ai margini della strada e che grida». La seconda reazione è quella di chi si accorge che il cieco grida, ma gli ingiunge di tacere per non disturbare. «Il cieco ai margini della strada è l’uomo di oggi», spiega mons. Turazzi. Non dobbiamo impedire che sbocci e si apra. C’è una gradualità nella vita cristiana, un cammino da compiere. Chi va dietro a Gesù sia persona che non giudica, che non condanna, che non mette subito davanti regole, ma che incoraggia». Il terzo tipo di reazione è quello di chi va dal cieco e dice: «Coraggio, alzati, ti chiama! (Mc 10,49)» (Omelia nella XXX domenica del Tempo Ordinario, Frontino, 28 ottobre 2018).

La festa di Tutti i Santi è stata occasione per riflettere sulla santità: «Possiamo tutti diventare santi e dobbiamo coltivare questo desiderio», questo l’incoraggiamento del Vescovo Andrea. «La santità – prosegue – non va cercata in modelli ideali, astratti, sovrumani. Ci sono santi difficilmente imitabili, come San Francesco d’Assisi o come San Pietro d’Alcantara; essi sono icone, modelli di cui dobbiamo imitare lo spirito, più che modi di fare. […] I santi sono persone che, anche tra imperfezioni e cadute, hanno continuato a credere e a fidarsi. Per questo sono piaciuti al Signore». Riferendosi all’urna esposta nella Cattedrale di Pennabilli, contenente le reliquie dei santi e dei martiri, afferma che «tanti sono i santi canonizzati. Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco ne hanno canonizzati molti: bisogna aggiungere pagine al Messale! Questo è un segno fortissimo in un momento in cui la Chiesa sta soffrendo per scandali ed esempi cattivi. Poi ci sono milioni di santi che non vengono canonizzati, non diventano famosi» (Omelia nella Solennità di Tutti i Santi, Pennabilli, 1 novembre 2018).

Domenica 21 ottobre, nella parrocchia dei Santi Pietro, Marino e Leone in San Marino Città, il Vescovo ha consegnato solennemente a don Marco Mazzanti, nuovo parroco, due chiavi. «Le chiavi sono simbolo di potere. Ma si tratta del potere come lo intende Gesù: servizio e dono di sé». «La prima chiave è quella della vostra chiesa – così il Vescovo si rivolge alla comunità – il luogo a voi più caro, la casa che tutti raduna». «Abbi cura di tutti – prosegue rivolgendosi a don Marco – facendoti aiutare dai Consigli Pastorale e degli Affari Economici per il discernimento comunitario». La seconda chiave è «quella del Tabernacolo. Insieme con la Parola, l’Eucaristia vi fa comunità, vi fa famiglia. Il parroco custodisce il Tabernacolo come il cuore della Chiesa. L’Eucaristia è tutto per la Chiesa, tutto per il cristiano, perché è Gesù. Adoratela, onoratela, contemplatela insieme al vostro parroco». Infine, rivolgendosi a don Marco: «C’è una terza chiave. Non posso dartela: è la chiave che possono darti solo i tuoi parrocchiani: la chiave dei loro cuori» (Omelia nel conferimento della cura pastorale della parrocchia di San Marino Città a don Marco Mazzanti, 21 ottobre 2018).

Paola Galvani, dicembre 2018