“Tutti sul posto, ciascuno al suo posto”

Per una Chiesa inclusiva, in dialogo e missionaria

«Oggi è grande festa. Questa chiesa è motivo di fierezza e di riconoscenza ai vostri padri, che vi hanno consegnato questo luogo, ma soprattutto vi hanno trasmesso la fede». Con queste parole il Vescovo Andrea si rivolge alla comunità di Villagrande riunita per il suggestivo rito della consacrazione della chiesa parrocchiale. Al giorno d’oggi si tratta di un avvenimento piuttosto raro; capita soltanto dopo restauri significativi o in caso di erezione di una nuova chiesa. L’evento è stato occasione per il Vescovo di una riflessione approfondita sulla comunità come luogo di incontro con Dio. «Appartenenza e radici – sorgenti di fierezza e riconoscenza – fanno l’identità: sappiamo chi siamo, sappiamo qual è la nostra legge – quella dell’amore che ci ha insegnato Gesù –, sappiamo qual è il nostro fine: il Regno di Dio, sappiamo chi è il nostro leader: Gesù Cristo». Riguardo all’identità mons. Andrea mette in guardia da un pericolo: «L’identità non sia mai chiusura!». Confidando l’insegnamento del padre agricoltore, aggiunge: «Buone radici servono per allargare gli spazi della carità (i rami, per stare alla metafora)». Pertanto, la Chiesa di Gesù non può che essere «inclusiva, cioè aperta a tutti, in dialogo, missionaria e perciò “in uscita”».
«Ogni incontro di persone esige uno spazio: la casa, la città, il paese, ma, quando si tratta dell’incontro con Dio, c’è proprio bisogno di uno spazio specifico?», chiede il Vescovo. «No – risponde con convinzione –; la Bibbia rivela che Dio, il cui Spirito riempie l’universo e contiene ogni cosa, non abita in case fatte da mano d’uomo, fossero pure splendide». «Egli, nelle Sacre Scritture, rivela la sua presenza a persone precise, in luoghi definiti, mediante le vicende della storia». Pertanto, «il luogo sacro è non il contenitore di Dio, ma luogo dove si fa memoria di quello che il Signore ha fatto». In particolare, «quando veniamo in chiesa la comunità ricorda che abbiamo un patto con il Signore. Noi possiamo essere infedeli, ma lui è fedele sempre!». Nel Nuovo Testamento, «il vero Tempio è la persona di Gesù. Gesù si è proclamato luogo dell’incontro con Dio. In Lui, nell’unicità della sua Persona, la natura divina e la natura umana sono unite insieme». Allora – afferma mons. Vescovo rivolgendosi a ciascuno – «se vuoi incontrare Dio, guarda Gesù»: Gesù Cristo è il volto umano di Dio.
Nel rito della consacrazione di una chiesa l’altare viene completamente cosparso con l’olio crismale, quello usato per il Battesimo. «Il corpo di Gesù di Nazaret, nato da Maria Vergine, risuscitato dal Padre è il Corpo Eucaristico sulla mensa della condivisione». Ma c’è un altro passaggio da fare: «Il Corpo di Cristo è il Corpo ecclesiale, l’assemblea riunita nel suo nome, dove lui ha dichiarato di essere presente: “Dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20)». Dunque, «la comunità è il luogo in cui il Signore abita». Infine, in ogni cristiano è presente il Signore, «anche se si trova nei sobborghi di una città in cui non c’è una chiesa, o in un aereo che trasvola l’oceano o mentre si tuffa nel mare…».
Una precisazione: come lo spazio di ogni casa abitata, quello delle chiese è uno spazio organizzato secondo le azioni simboliche che vi si svolgono. È uno spazio differenziato, con posti previsti per coloro che nell’assemblea svolgono un ruolo diverso (celebrante, lettori ministri, coro, assemblea…): «tutti sul posto, ciascuno al proprio posto», secondo uno slogan caro al Vescovo Andrea (Omelia nella Consacrazione della chiesa di Villagrande, Villagrande, 25.09.2022).
«Pensate che dovrei dirvi solo certezze?», chiede il Vescovo, ai ragazzi e ai genitori riuniti per la celebrazione del sacramento della Cresima. «No – risponde – vi dico la domanda, perché essa mobilita la mente ed il cuore». Mons. Andrea sta parlando della «domanda fondamentale, che riguarda il più giovane fra noi fino al più grande: che cos’è la fede? Serve la fede? È necessaria per la vita?». «Se uno si pone la domanda – puntualizza – vuol dire che prende sul serio la fede, e che la fede per lui non è solo una cerimonia…». Ma che cos’è la fede, che «in tanti ci invidiano»? «La fede è un dono. È qualcosa che viene trasmesso – prosegue – dai nostri genitori, dai nonni, dagli antenati. Basti pensare a questa chiesa: qualcuno l’ha costruita pietra su pietra, con arte, perché ha creduto». Tuttavia, viene il momento in cui «la fede è una nostra decisione personale». «Siamo davanti a Gesù. Il suo Vangelo è cosa concreta. Gesù ci dice: “Credi? Ti fidi di me?”». Sta a noi rispondere. Come fare per aumentare la nostra fede? Gesù, agli apostoli che gli pongono la stessa domanda, dà una risposta che sembrerebbe insensata, paradossale: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso, sradicati e trapiantati nel mare e vi ascolterebbe…». Come a dire, spiega il Vescovo, che «non è una questione di quantità, ma di qualità». «Gesù usa questa immagine che è paradossale per dire: «Se tu hai una fede piccola, ma autentica, puoi affrontare anche le cose impossibili» (Omelia nella XXVII domenica del Tempo Ordinario, Ponte Cappuccini, 2.10.2022).
La comunità è stata interpellata da una riflessione e una decisione importante in occasione delle elezioni politiche in Italia, il 25 settembre scorso. Molti cristiani si sono detti turbati e confusi dalle vicende politiche degli ultimi tempi. Lungi dal dare indicazioni di voto, il Vescovo Andrea ha espresso alcuni punti fermi per orientare le coscienze: «La grande bussola e punto di riferimento è la Dottrina Sociale della Chiesa, che mette sempre al centro la persona e difende la vita. Si comincia col prendersi cura di quelli che soffrono di più e non sono trattati come persone. La Chiesa è di tutti, ma particolarmente dei poveri».

Paola Galvani, novembre 2022