“A casa propria nella Chiesa”: nessuno escluso!

Finestre spalancate al vento dello Spirito Santo

Domenica 17 ottobre in ogni parrocchia, in ogni chiesa e in ogni comunità religiosa della Diocesi di San Marino-Montefeltro si è aperto il Cammino Sinodale avviato dalla CEI in sintonia con la preparazione del Sinodo Generale dei Vescovi (ottobre 2023). «Per tanti si tratta di una proposta del tutto nuova – commenta il Vescovo – per altri è un’avventura piena di incognite». L’invito di papa Francesco è a «sentirsi a casa propria nella Chiesa»; per questo chiede di osare «incontrarsi, ascoltarsi l’un l’altro e discernere quello che giova di più in questi giorni complicati». A questo proposito «è naturale provare anche un sentimento di inadeguatezza – confida il Vescovo –; eppure dobbiamo crederci e tirare fuori ciò che brilla nei nostri cuori e nei cuori di tutti». Lo Spirito Santo sarà il grande protagonista, con il suo «suggerire pensieri, ricordare quello che è nel profondo delle nostre storie, far sognare nuovi orizzonti». Per chi continua a smarcarsi dall’impegno sinodale il Vescovo aggiunge che «a volte accade che il Signore parli attraverso il fratello più piccolo e sconosciuto». Nessuno si deve sentire escluso: «Il Signore parla anche attraverso chi è in ricerca di verità e reclama autenticità».
Mons. Andrea tratteggia la Chiesa nel Cammino Sinodale con l’immagine del «cenacolo in cui le finestre spalancate immettono aria fresca e nuova nelle nostre comunità». «Forse il vento scompaginerà i nostri schemi – aggiunge – ma non dobbiamo avere paura. E conclude il suo discorso ai presbiteri, ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate e agli operatori pastorali riuniti per la Veglia diocesana di apertura del Cammino Sinodale (sabato 16 ottobre) citando una frase del grande poeta tedesco Hölderling: «Là dove cresce il rischio, cresce anche ciò che salva»! (Veglia diocesana di apertura del Cammino Sinodale, 16 ottobre, Murata RSM).
Alla Giornata Unitaria dell’Azione Cattolica il Vescovo, commentando la celebre pagina evangelica del “giovane ricco”, rivolge a ciascuno dei partecipanti una domanda penetrante: «Che cosa ti manca?». Alla richiesta del “giovane ricco” sul «che cosa si deve fare per avere la vita eterna», Gesù risponde: «C’è una cosa che ti manca. Il fatto che tu abbia un vuoto dentro di te è provvidenziale: Dio ti ha creato con questo vuoto perché diventi occasione per cercare la vera pienezza». Il giovane aveva a cuore l’osservanza scrupolosa dei comandamenti: era il suo vanto! E tuttavia avverte che gli manca qualcosa. Mons. Andrea fa anche una precisazione: «I comandamenti sono stati dati nel contesto dell’Alleanza: ogni comandamento proclama che Dio si è fatto tuo alleato, che ti ama immensamente. Ogni comandamento osservato non è altro che la celebrazione dell’Alleanza». Gesù chiede al giovane – e ad ogni persona – una cosa molto semplice: «Seguimi. Colma quel vuoto con la mia presenza, con il mio amore». Continuando la riflessione il Vescovo osserva che «la ricchezza non è il problema. Anche la mancanza di ricchezza, del resto, può renderci ansiosi, invidiosi, iperattivi, nel tentativo di avere di più. Il problema è la mancanza di libertà. Solo quando il nostro cuore è finalmente sgombro possiamo seguire Gesù» (Omelia nella XXVIII domenica del Tempo Ordinario, 10 ottobre, Novafeltria).
Durante la celebrazione in occasione dell’Investitura degli Ecc.mi Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino, alla presenza delle Autorità civili e militari, il Vescovo invita a «costruire l’edificio solido della convivenza umana su rapporti autentici». «Non bastano le dichiarazioni di intenti – prosegue –, occorrono convinzioni profonde e scelte coraggiose e pratiche». In sintonia con l’immagine evangelica della casa, mons. Andrea evidenzia che «il buon architetto costruisce sulla salda roccia della coscienza». Sempre più di rado si parla di coscienza. Così la definizione: «La coscienza morale è una facoltà conoscitiva che dice al cuore, senza errore, se il pensare, il parlare e l’agire sono concordi ai valori assunti come anima della propria esistenza e della propria missione». Il Vescovo descrive l’azione della coscienza mediante tre metafore: la bussola, lo scrigno e la molla. «La coscienza – come la bussola che segna infallibilmente il Nord – denuncia se le scelte sono conformi o non conformi ai valori che portiamo dentro». «La coscienza – come uno scrigno che custodisce gelosamente gioielli preziosi – racchiude verità fondamentali sul bene e sul male, gli insegnamenti dei sapienti e l’etica universale. Guai ai cuori e alle intelligenze distratte, superficiali e senza contemplazione». «La coscienza – come una molla sempre in tensione – non si ferma all’esigenza minima del precetto, ma spinge al meglio, al di più, a compiti intraprendenti di bene per sé e per gli altri». E conclude: «Decisiva l’educazione della coscienza. Una coscienza ben formata non offre mai alibi all’individualismo, al disimpegno e al relativismo. La coscienza fa sentire la sua voce sul bene di tutti e di ciascuno» (Omelia nell’Insediamento dei Capitani Reggenti, 1° ottobre, San Marino Città, Basilica del Santo).

Paola Galvani, novembre 2021