Alza gli occhi intorno e guarda!

XXIX Giornata Mondiale del Malato

«Te Deum laudamus: Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore… Potrebbe sembrare forzato ringraziare Dio al termine di un anno come questo, segnato dalla pandemia». Ma «la risposta di Dio ai nostri perché percorre la strada dell’incarnazione» (Omelia, 31 dicembre).
«Non siamo più viandanti errabondi che vagano qua e là: abbiamo una casa, dimoriamo in Cristo, e da questa dimora contempliamo tutto il resto del mondo, ed esso ci appare infinitamente più bello. La preghiera di ringraziamento comincia sempre da qui: dal riconoscersi preceduti dalla grazia» (Udienza generale, 30 dicembre).
«Lodare è come respirare ossigeno puro: ti purifica l’anima, ti fa guardare lontano, non ti lascia imprigionato nel momento difficile e buio delle difficoltà. La lode sempre purifica il cuore» (Udienza generale, 13 gennaio).
«Dio si è fatto carne per dirci, per dirti che ti ama proprio lì, che ci ama proprio lì, nelle nostre fragilità, nelle tue fragilità; proprio lì, dove noi ci vergogniamo di più. Si è unito per sempre alla nostra umanità, l’ha sposata. Non è venuto a farci una visita e poi se n’è andato, è venuto per abitare con noi, a stare con noi. Che cosa desidera allora da noi? Desidera una grande intimità». Infatti «dal momento che il Signore si è fatto carne, niente della nostra vita gli è estraneo». Invitiamolo perciò affinché «veda le nostre piaghe. Verrà e la vita cambierà» (Angelus, 3 gennaio).
«Colpisce che la maggior parte del tempo sulla Terra il Signore lo abbia passato vivendo la vita di tutti i giorni, senza apparire. Tre gli anni di prediche, di miracoli e tante cose. E gli altri, tutti gli altri, di vita nascosta in famiglia». Questo «ci svela la grandezza del quotidiano, l’importanza agli occhi di Dio di ogni gesto e momento della vita, anche il più semplice, anche il più nascosto» (Angelus, 10 gennaio).
«Si tratta dunque di uno sguardo che, non lasciandosi abbagliare dai fuochi artificiali dell’esibizionismo, cerca in ogni occasione ciò che non passa, cerca il Signore. Noi perciò, come scrive l’apostolo Paolo, “non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne” (2 Cor 4,18). L’essere umano ha bisogno di adorare, ma rischia di sbagliare obiettivo; infatti, se non adora Dio, adorerà degli idoli – non c’è un punto di mezzo, o Dio o gli idoli». Per questo «nella nostra epoca è particolarmente necessario che, sia singolarmente che comunitariamente, dedichiamo più tempo all’adorazione, imparando sempre meglio a contemplare il Signore. Per adorare il Signore bisogna “vedere” oltre il velo del visibile, che spesso si rivela ingannevole. Bisogna anzitutto “alzare gli occhi”: non lasciarsi cioè imprigionare dai fantasmi interiori che spengono la speranza, e non fare dei problemi e delle difficoltà il centro della propria esistenza. Bisogna avere il coraggio di rompere il cerchio delle nostre conclusioni scontate, sapendo che la realtà è più grande dei nostri pensieri. “Alza gli occhi intorno e guarda” (Is 49,18): il Signore ci invita in primo luogo ad avere fiducia in Lui, perché Egli si prende realmente cura di tutti» (Messa Epifania, 6 gennaio).
In occasione della XXIX Giornata Mondiale del Malato nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, il Papa ha rivolto un pensiero particolare «a quanti, in tutto il mondo, patiscono gli effetti della pandemia del Coronavirus». «Nell’esperienza della malattia – scrive il Pontefice – la condizione di creaturalità diventa ancora più nitida e sperimentiamo in maniera evidente la nostra dipendenza da Dio. Il Vangelo ci mostra poi che le guarigioni operate da Gesù non sono mai gesti magici, ma sempre il frutto di un incontro, di una relazione interpersonale, in cui al dono di Dio, corrisponde la fede dell’uomo. Proprio questa relazione con la persona malata trova una fonte inesauribile di motivazione e di forza nella carità di Cristo» (Messaggio per la Giornata del Malato, 11 febbraio).

Monache dell’Adorazione Eucaristica – Pietrarubbia, febbraio 2021