“Alzatevi e siate senza paura”

L’antivirus della fraternità.

«Alzatevi e siate senza paura». È la parola che Gesù dice ai discepoli spaventati di fronte alla Trasfigurazione, seconda tappa domenicale del cammino di Quaresima. Una parola che è bello sentir risuonare nei giorni difficili per la diffusione del “Coronavirus”. «L’epidemia da “Coronavirus” – commenta mons. Andrea in suo Messaggio alla diocesi – rende evidente, da una parte, la nostra fragilità, ma ci spinge, dall’altra, a tirar fuori il meglio di noi: l’ingegno, la solidarietà, la creatività». «Ho visto in questi giorni – prosegue – la dedizione e l’impegno di tante persone per il bene della comunità, credenti e non credenti (amministratori, medici, infermieri, volontari della Protezione civile, ecc.). Tutti uniti: l’antivirus della fraternità». Un antivirus per tutti, tenendo conto che «la fede è dono – precisa mons. Andrea –, ma anche decisione e coraggio. Decisione che il credente prende, a ragion veduta, coraggio che lo rende forte» (Messaggio alla Diocesi in occasione dell’emergenza Coronavirus, 5 marzo 2020).

La Trasfigurazione avviene mentre Gesù sale a Gerusalemme. «Egli sa quello che gli sta per accadere: la tortura, il processo, la crocifissione… Ed è proprio “in quel mentre” – sottolinea il Vescovo, chiedendo scusa per la scorrettezza grammaticale – che Gesù è trasfigurato». «Vale anche per noi – conclude –: in Gesù risorto che trasforma la nostra vita dobbiamo saper vedere luce anche nei momenti di buio, salvezza nei momenti di prova, il positivo che affiora sul negativo» (Omelia nella II domenica di Quaresima, Domagnano RSM, 8 marzo 2020).

Il 1º febbraio si è vissuto in diocesi un momento intenso di luce e di unità: la solenne consacrazione di una giovane donna, Raffaella Rossi, nell’Ordo Virginum. «Raffaella sposa il Risorto che l’ha chiamata e le dischiude davanti una vita piena di senso, un orizzonte di amori allargati, ma non meno intensi, e le fa sperimentare una nuova forma di fecondità, femminilità nell’amore». Con queste parole il Vescovo Andrea apre l’omelia durante il rito di consacrazione. «La verginità consacrata – prosegue – è risposta a quel desiderio di donare tutto al Signore che ha avuto la sua anticipazione nella risposta della Vergine di Nazaret e nel suo “sì”. Il Dio che ha bussato alla casa di Nazaret si è unito alla nostra carne nel momento in cui una creatura fragile come quella di Maria ha detto un “sì” libero, totale. Lì Dio è diventato uomo e l’uomo ha ricevuto la possibilità di diventare Dio». Continuando la riflessione il Vescovo ha spiegato che l’istante in cui nasce la Chiesa va cercato proprio nel “sì” di Maria, nell’incarnazione, dove il divino si fonde con l’umano. «E la Chiesa riparte, si rigenera al sussurro di ogni “sì”: il “sì” di Maria, il “sì” di Raffaella, ma anche il nostro “sì”. Ed è il “sì” totale della Chiesa»: ecco perché quello che si è celebrato nella cattedrale di San Leo è stato un momento di profonda ecclesialità. Uno dei motivi espressi dal Vescovo è che «interpreta l’esigenza della missione a cui siamo fortemente richiamati per le necessità di questo tempo e per l’invito che ci rivolge papa Francesco. Ci dev’essere nella Chiesa chi, ispirato da Dio, prega per gli altri, “al posto di” quelli che non pregano e “a vantaggio di” quelli che non riescono a pregare. La preghiera salva, l’amore può tutto; la gioia e la bellezza comprese in questa consacrazione evangelizzano» (Omelia nella Consacrazione di Raffaella Rossi nell’Ordo Virginum, 1 febbraio 2020).

Mons. Turazzi invita a «dare un carattere missionario e solidale alla Quaresima, tempo di austerità e di promesse», richiamando le parole del profeta: «Dice il Signore: non è piuttosto questo il digiuno che voglio, dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri senza tetto, vestire uno che vedi nudo? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora» (cfr. Is 58,6-8). In greco ci sono due parole per esprimere la parola “tempo”: krónos è lo scorrere delle lancette dell’orologio, l’allungarsi delle ombre verso sera e lo splendore in pieno giorno; per kairós si intende il tempo come grazia, come tempo fortunato. La Quaresima è un tempo favorevole, kairós, tempo prezioso per la conversione. «Per noi convertirci – spiega mons. Andrea – significa non tanto avere consapevolezza del nostro peccato (abbiamo già questa consapevolezza e ci fa soffrire), ma soprattutto prendere consapevolezza della bontà del Signore» (Omelia nel Mercoledì delle Ceneri, Sede di San Marino Rtv, 26 febbraio 2020).

«Mi propongo di ripetere ogni giorno l’annuncio più bello e robusto che ci sia: ho ricevuto uno spirito da figlio!», afferma con entusiasmo il Vescovo Andrea. «Non tutti siamo padri o madri, fratelli o sorelle, mariti o mogli – continua –, ma tutti siamo figli. Se esistiamo è perché qualcuno ci ha generati. Una esperienza ovvia e per questo dimenticata. Veniamo dai nostri genitori e, in ultimo, da Dio che ha messo in noi – unici fra tutte le creature – il suo stesso Respiro». «Dio è Padre – conclude –, noi suoi figli, “e lo siamo realmente” (1Gv 3,1). Da qui discende l’antropologia della nostra inviolabile dignità e della comune dipendenza filiale: dipendenza che dona vita, fa crescere e conduce alla felicità». «È il Dio di cui ci parla Gesù – aggiunge mons. Vescovo –, il Dio che Gesù ha sempre presente (cfr. Gv 11,42). Le tentazioni, «l’inganno del credere che bastino alla nostra vita e al nostro futuro un pezzo di pane, un po’ di potere e di successo, per cancellare la nostra fame di cielo e di bellezza», si vincono «camminando con l’abbraccio forte del Padre» (Omelia nella I domenica di Quaresima, Pennabilli, 1 marzo 2020). Così si arriva alla Pasqua, «compimento della promessa di cieli nuovi e terra nuova».

Paola Galvani, aprile 2020