Ancora “Alle prime luci dell’alba”

Liberare le risorse dell’amore fraterno
«Da quando siamo entrati nel nuovo millennio sono accaduti eventi di portata mondiale che hanno lasciato tracce profonde nelle biografie personali, ma anche nelle dinamiche sociali, con oscillazioni fra consapevolezza dell’interdipendenza della globalità e tendenza alla difesa dell’identità». Con queste parole il vescovo Andrea ha dato inizio al corso di giornalismo organizzato dalla consulta per l’informazione di San Marino. Dopo la zoomata su alcuni di questi eventi – l’11 settembre 2001, la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia di quest’anno – si sofferma sulla grammatica delle relazioni sociali tratteggiata su tre principi, o meglio esperienze (il Vescovo preferisce questo termine; ndr), da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’. 1. Siamo in relazione. «Relazione con gli altri, con l’ambiente, con il cosmo e con l’Oltre (Dio). Si parla di “creato” e l’allusione è evidentemente al creatore. Possiamo esistere solo dentro a reti di relazione».
2. Questa relazione dinamica si svolge su tutti i livelli: famiglia, amici, vicini di casa, colleghi di lavoro, ma anche mondi culturali. Mons. Andrea racconta una recente esperienza diocesana. «L’anno scorso abbiamo cominciato a preparare il Programma pastorale. Ci siamo confrontati e abbiamo stilato un cartellone: non un mese senza un convegno, non una settimana senza un incontro». «Quando siamo entrati nel lockdown – ricorda – è stato come se l’inchiostro sul cartellone si squagliasse. ci siamo chiesti: “se eliminiamo le iniziative, i convegni, gli incontri è finita per noi?”». Si è superato il momento di smarrimento mettendosi davanti all’icona biblica di Mosè davanti al “roveto ardente” che brucia senza consumarsi. Il Vescovo Andrea sottolinea i verbi con cui Dio si relaziona col suo popolo (una vera e propria grammatica): «Dio osserva l’oppressione che pesa sul suo popolo, ode il suo grido di dolore, conosce la sofferenza dei suoi che vivono nella povertà e nell’umiliazione. Per questo Dio scende ed entra nella storia per intervenire in essa».
3. Nessuna relazione può pensarsi chiusa, cioè indipendente e sganciata da ciò che sta “oltre”. «La relazione deve pensarsi aperta anche a ciò che la supera, al mistero che si spalanca alla coscienza sul senso religioso». «Spinti dalla pandemia – conclude – dobbiamo ripensare e aver cura di queste relazioni: noi col pianeta e noi con Dio» (Discorso al Corso di giornalismo: “Conflitti ed esodi di massa. Il ruolo dei Piccoli Stati tra promozione del dialogo e tutela dei minori”, Fiorentino RSM, 15.10.2020). Riguardo alla prova che attraversa il Paese e tutta l’umanità – il dramma del contagio e il contagio del dramma – mons. Vescovo mette in luce la «risorsa di umanità che nessun insulto patologico è riuscito a cancellare: il bene non è un evento solitario, ma è qualcosa che si vive insieme, dove fede e speranza portano alla carità». Tuttavia, ravvisa che «la realtà della interdipendenza e della solidarietà può essere minacciata dal virus dell’individualismo. Non si può essere “globali” nella finanza e non nella fraternità, nella circolazione delle merci e non nel riconoscimento della dignità, nel profitto e non nel welfare, nella libertà e non nella giustizia». «Se siamo autonomi – conclude – lo siamo non per essere soli, ma per condividere spiritualmente la fraternità, per ampliare in estensione ed in profondità le nostre capacità relazionali: tocca a noi liberare le risorse dell’amore fraterno» (Omelia nell’Insediamento degli Ecc.mi Capitani Reggenti, San Marino Città, 1.10.2020).
Nella Giornata del Mandato agli operatori pastorali, festa del rientro e lancio del nuovo Programma pastorale diocesano, mons. Andrea sintetizza il momento che ci si appresta a vivere con tre immagini azzeccate. La prima è la “ridistribuzione delle carte”, con cui «si rende il gioco più interessante, si stimolano le capacità, si aprono nuove possibilità». «Fuori di metafora – dichiara –: se ci è chiesto un “sì” nella fede, questo è sempre generativo». La seconda immagine è presa dal libro del Qoelet. «Si parla di una corda che è solida perché intreccia insieme tre capi (cfr. Eccl 4,12). Se fosse uno solo si spezzerebbe, ma tre insieme sono più resistenti». Il Vescovo segnala che «si sbaglia se si dice che quest’anno vivremo la campagna della missionarietà». «Stiamo sviluppando un’unica esperienza – precisa –: l’incontro con Gesù Risorto (il Big Bang della nostra fede), l’innesto in questo mistero attraverso il sacramento del Battesimo e l’irresistibile esigenza di comunicarlo a tutti, la missione». La terza immagine è il “quaderno” che è stato consegnato ad ogni parroco e ad ogni operatore pastorale affinché «tutte le parrocchie, tutti i gruppi, tutti i movimenti, tutto quello che è diocesano, sia intonato a questa proposta». «Ogni realtà – prosegue – la applica, la interpreta, la realizza in base alle proprie esigenze e alle proprie risorse». Al termine della celebrazione il vescovo Andrea dà appuntamento al 22 maggio 2021, vigilia di Pentecoste, per l’assemblea di verifica in cui – anticipa – «ci racconteremo come avremo saputo essere, con fantasia e creatività, speranza in un mondo ferito» (Discorso all’Assemblea diocesana unitaria del Mandato, San Marino Città, 27.09.2020).

Paola Galvani, novembre 2020