Con la forza dello Spirito (Luglio-Agosto 2019)

In occasione del centenario della promulgazione della Lettera apostolica Maximum illud del Papa Benedetto XV, il Santo Padre ha indetto per il mese di ottobre del 2019 un tempo straordinario di missionarietà. «Celebrare questo mese – ha esortato il Pontefice – ci aiuterà a ritrovare il senso missionario della nostra adesione di fede a Gesù Cristo. Ciascuno di noi infatti è una missione nel mondo perché frutto dell’amore di Dio e nel Battesimo ci è data l’originaria paternità e la vera maternità: “Non può avere Dio come Padre chi non ha la Chiesa come madre” (San Cipriano). Così, nella paternità di Dio e nella maternità della Chiesa si radica la nostra missione» (Messaggio per la giornata missionaria mondiale 2019). Ricordando poi le parole di Benedetto VI: «Il Verbo di Dio, facendosi carne in Gesù Cristo, si fece anche storia e cultura», il Santo Padre ha sottolineato come ciò sia possibile solo grazie all’azione dello Spirito Santo che «come fiume d’acqua viva, scaturendo dal grembo di Gesù, dal suo fianco trafitto dalla lancia, lava e feconda la Chiesa, mistica sposa rappresentata da Maria, nuova Eva, ai piedi della croce» (Messa vigilare di Pentecoste, 8 giugno). D’altronde è proprio lo «Spirito Santo che inaugura il tempo dell’evangelizzazione» (Udienza generale, 29 maggio). E come ha fatto notare il Papa iniziando il ciclo di catechesi dedicato agli Atti degli Apostoli, «i protagonisti» del tempo della Chiesa «sono proprio una “coppia” vivace ed efficace: la Parola e lo Spirito» (29 maggio). «San Luca ci dice infatti che la parola umana diventa efficace non grazie alla retorica, che è l’arte del bel parlare, ma grazie allo Spirito Santo, che è la dýnamis di Dio, che ha il potere di purificare la parola, di renderla apportatrice di vita» (29 maggio). Per questo «la prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Perciò è urgente recuperare uno spirito contemplativo!» (Al Capitolo Generale della Società delle Missioni Africane, 17 maggio). Ricordiamo a proposito i sette Vescovi Martiri greco-cattolici, beatificati in occasione del viaggio apostolico in Romania, testimoni della libertà e della misericordia che vengono dal Vangelo. «Uno di questi, Mons. Iuliu Hossu, durante la prigionia scrisse: “Dio ci ha mandato in queste tenebre della sofferenza per dare il perdono e pregare per la conversione di tutti”» (Udienza generale, 5 giugno). In occasione del convegno sul tema “Yes to life!” il Pontefice ha riaffrontato con forza la questione aborto, affermando che «la vita umana è sacra e inviolabile e l’utilizzo della diagnosi prenatale per finalità selettive» è «l’espressione di una disumana mentalità eugenetica, che sottrae alle famiglie la possibilità di accogliere, abbracciare e amare i loro bambini più deboli». Infatti «quel bambino resterà nella loro vita per sempre. Ed essi lo avranno potuto amare. Tante volte, quelle poche ore in cui una mamma può cullare il suo bambino lasciano una traccia nel cuore di quella donna, che non lo dimentica mai» (25 maggio). Ha ribadito poi come questo non sia un problema anzitutto religioso ma umano, e termina raccontando la storia di una ragazzina di 15 anni down che è rimasta incinta e i genitori erano andati dal giudice per farla abortire. «Il giudice le chiese: “Ma tu sai cosa ti succede?”. “Sì, sono malata”. “Ah, e com’è la tua malattia?”. “Mi hanno detto che ho dentro un animale che mi mangia lo stomaco, e per questo devono fare un intervento”. “No… tu non hai un verme che ti mangia lo stomaco. Tu sai cos’hai lì? Un bambino!”. E la ragazza down ha fatto: “Oh, che bello!”. Il giudice non ha autorizzato l’aborto. È nata una bambina. È cresciuta, è diventata avvocato, e dal momento che ha conosciuto la sua storia, ogni giorno del suo compleanno chiamava il giudice per ringraziarlo per il dono della nascita» (25 maggio).
Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia