“Famiglia, culla di Dio”

L’infanzia. La famiglia. La Parola
Il Tempo di Natale è stato l’occasione per affermare con forza la gioia per la vita che inizia: «Quando nasce un bambino è il mondo che rinasce e respira con lui per la prima volta. Ogni nascita è una tregua: un nuovo sguardo sul mondo, ahimè, spesso in lotta» (Messaggio per il Natale, 21 dicembre 2018). Con queste parole il Vescovo Andrea apre il suo Messaggio di Natale per la diocesi. Il collegamento ai giorni difficili che stiamo vivendo si inserisce spontaneo: «Nel Bambino di Betlemme, Gesù, Figlio di Dio, vediamo l’infanzia da proteggere la giovane famiglia sulla strada, l’annuncio della gioia che viene da dentro». «Il Natale confligge con tante situazioni – riscontra mons. Turazzi –; anzitutto confligge con il Natale comune: cenoni, regali, viaggi, ecc. Sia ben chiaro: non ho nulla contro le luci e contro i pranzi famigliari. Il problema è che si festeggia senza il Festeggiato». «Poi – prosegue – il Natale di Gesù confligge con una certa forma di religiosità, precisamente quella che da Dio si aspetta fortuna, salute, successo. Ma Gesù non è Babbo Natale. […] “Sappiate che quando vivete momenti di tensione, siete bastonati dalla vita, vi sentite in uno stato di confusione, io vi sono vicino, sono l’Emmanuele”». Infine, «il Natale confligge anche con una teologia sbagliata dell’incarnazione. A volte si dice: “La Parola di Dio deve essere incarnata nella realtà della mia vita”. Sforzo encomiabile, ma teologicamente scorretto, perché […] se crediamo che la realtà è creata dalla Parola di Dio non dobbiamo applicare un bel niente alla realtà, semmai tirar fuori dalla realtà la Parola per farla nostra. Se applicare sa di sforzo, scoprire sa di stupore, di meraviglia. È Natale!» (Omelia nel Natale del Signore, Messa della notte, San Leo 25 dicembre 2018).

«Voglio dirvi – confida il Vescovo in visita al Presepio Vivente a Montegiardino – quel che mi colpisce del presepio. La prima cosa è il vedere che tutti i personaggi – pastori, magi, viandanti, casalinghe, pecorelle – convergono verso la stalla della Natività». Vengono alla mente le parole di Gesù: “Innalzato da terra attirerò tutti a me” (Gv 12,32)». «La seconda cosa che mi colpisce – riprende il Vescovo nella sua sosta prolungata davanti al presepio – è la Sacra Famiglia. I pastori sono guidati dagli angeli, i magi dalla stella, ma chi porge il Bambino sono Maria e Giuseppe. Gesù non lo si incontra solo, ma in una famiglia, che lo ha accolto e custodito» (Messaggio di saluto in occasione del Presepio Vivente, Montegiardino RSM, 6 gennaio 2019).

Ritorna il tema della famiglia, molto caro al Vescovo Andrea. «Famiglia, culla di Dio: molto più di uno slogan suggestivo. Nella Bibbia la rivelazione di Dio si intreccia spesso con storie di famiglie. Anzi, la Bibbia stessa, come un album, è piena di immagini che testimoniano le storie di Dio con le famiglie, da quella di Abramo fino a quella di Maria e Giuseppe». Ma, precisa mons. Andrea, «anche la mia famiglia, come ogni famiglia, con le sue debolezze e le sue crisi, è un luogo privilegiato nel quale il Signore rinnova il dono della sua presenza» (Omelia nella festa della Santa Famiglia, Ferrara, 30 dicembre 2018).

Ogni anno, il 1°gennaio, solennità di Maria SS.ma Madre di Dio, il Vescovo rivolge un invito particolare agli Amministratori e ai Governanti a partecipare alla celebrazione della Giornata Mondiale della Pace. Al termine della celebrazione il Vescovo consegna solennemente alle Autorità il Messaggio di Papa Francesco per la Pace. Quest’anno, dopo essersi soffermato sul compito di Maria di unire Cielo e terra, mons. Vescovo si rivolge agli Amministratori con queste parole: «Unire attese e realtà, aspettative e realizzazioni, non è forse, in qualche modo, il compito di politici, amministratori e quanti si spendono per il bene comune?». «Voglio pensare alla vostra come ad una missione – prosegue il Vescovo –, una risposta ad una chiamata, una vocazione». Per questo invita i politici presenti a «riconsiderare l’ispirazione iniziale che li ha spinti a questo servizio, a ripensarne i motivi ed eventualmente a rafforzarli o purificarli, e a rispondere con rinnovato entusiasmo alla chiamata». Poi, a tutti dice: «Siamo qui a pregare per la pace, non perché non ci sia più niente da fare e non sia rimasta che questa “risorsa estrema”, ma perché la preghiera rafforza i nostri propositi di costruttori di pace». Il Messaggio per la Pace quest’anno è intitolato: «La buona politica è al servizio della pace». «Un sogno?», chiede mons. Turazzi. «I politici autentici sono persone che sanno sognare – precisa – e sognano coi piedi ben piantati per terra. Sognano, perché hanno ideali, fanno progetti, prefigurano il futuro. Coi piedi per terra, perché nel servizio al bene comune e alla pace non c’è posto per le promesse impossibili da mantenere, per i numeri manipolati ad arte, per “la malizia” di progetti insostenibili. Il bravo politico è […] immerso nel presente senza esserne travolto, visionario eppure guidato dalla ragione, pragmatico ma con il coraggio della sfida» (Omelia nella Giornata Mondiale per la Pace, San Marino Città, 1 gennaio 2019).

Torna poi a richiamare l’attenzione sull’infanzia nella Solennità dell’Epifania, Giornata dell’Infanzia Missionaria: «L’Epifania è una festa missionaria. In ogni comunità si invitano persino i bambini ad aprirsi ad una prospettiva missionaria. L’Epifania è anche festa dei bambini, contro tutti gli Erode di turno che vedono i bambini come clienti interessati o, peggio, gli Erode che violano la loro purezza. In questo giorno diciamo ai bambini che li amiamo davvero, li rispettiamo, li ascoltiamo e vorremmo far loro il dono più grande: l’amicizia di Gesù!».

Paola Galvani, febbraio 2019