Famiglia. Fedeltà alla vita. Lavoro.

La Solennità di Cristo Re dell’Universo è stata scelta, opportunamente e provvidenzialmente, per la liturgia di conferimento dei ministeri istituiti e straordinari. Mentre, in tutta la Chiesa, da una parte all’altra del mondo, risuona l’acclamazione: «Gesù, nostro Re!», il Vescovo Andrea provoca i fedeli ad entrare in un rapporto personale con Gesù: «In questo momento, Gesù, fissando negli occhi ciascuno di noi, domanda: “Chi sono io, veramente, per te, oltre le frasi fatte, le liturgie convenzionali e gli slanci? Se mi elimini dalla tua vita, speri di regnare più tranquillamente nel tuo piccolo feudo, oppure senti la mia regalità come una tua possibile liberazione?”». Dopo questo primo momento di verità dentro se stessi, il Vescovo precisa qual è la regalità di Gesù. «Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18,36)», dice Gesù. «Questo non significa che Cristo è Re di un altro mondo, ma che è Re in altro modo. […] Il suo primo trono fu una mangiatoia, l’ultimo una croce. E da questa non ha voluto scendere. La regalità di Gesù rivela quanto Dio ami l’uomo. Il suo è il regno dell’amore, l’amore che serve l’altro, che lava i suoi piedi, che fascia le sue ferite, che sostiene nel laborioso cammino. Il regno di Dio è lo spazio dove non solo Gesù ma tutti possiamo essere re, perché liberi di amare, ossia di rendere felice l’altro». Con queste parole, poi, si rivolge ai candidati ai ministeri: «Cari amici, care amiche, stiamo per accogliere e benedire il vostro desiderio di corrispondere a quella che vi è sembrata un’intima chiamata del Signore: “Vuoi regnare con me, cioè servire?”» (Omelia nella XXXIV domenica del Tempo Ordinario, Pennabilli, 25.XI.2018).

Continua la Visita Pastorale del Vescovo Andrea nelle parrocchie della Val Foglia. Settimane ricche di incontri con le famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, con i giovani e con gli ammalati. Vivace e significativo “l’incontro di accoglienza” di tutte le famiglie nella parrocchia di Lunano. «Dico sette cose sulla famiglia (sarebbero molte di più): 1. La famiglia è cellula fondamentale del vivere sociale. 2. È diritto di ogni bambino nascere in una famiglia. 3. La famiglia è una indiscutibile risorsa economica. In una famiglia ci si appoggia gli uni agli altri, ad esempio condividendo le spese. 4. La famiglia è un sostegno per chi è fragile. 5. La famiglia ha il compito della trasmissione dei valori. I valori fondamentali non si imparano sui libri o su Google, si trasmettono con la vita. Il più grande filosofo non vale quanto una mamma, quanto un papà. 6. La famiglia è convivenza delle diversità. In famiglia le diversità si combinano: maschio/femmina, chi ha un’opinione politica e chi ne ha un’altra, chi va in chiesa e chi non ci va… 7. La famiglia è un’invenzione divina. L’uomo e la donna lasciano la loro casa per essere una carne sola e fondare una nuova famiglia (cfr. Gn 2,24)». La Visita Pastorale è opportunità concreta di vivere da “Chiesa in uscita” e di imparare ad “avere l’odore delle pecore”, come dice il Santo Padre. Nelle fabbriche Mons. Vescovo invita alla riflessione sul perché si va a lavorare: il motivo principale sembra il denaro, ma, andando a ritroso nelle motivazioni, si scopre che si va per amore. Inoltre, «Dio ha voluto che l’uomo fosse impresario con lui, quando ha detto: “Ecco la terra, soggiogatela… riempitela (cfr. Gn 1,28)”». Ai ragazzi, mons. Andrea ha rivolto un invito apparentemente semplice: «Fate atti d’amore». «Come si fa a misurare la gradazione d’amore? Qual è il termometro?», chiedono i ragazzi. «È il sacrificio. Ma, se si ama, non si sente il sacrificio», replica il Vescovo. Ai giovani e alle giovani famiglie che chiedono che la Chiesa si aggiorni risponde: «Ci sono cose che la Chiesa non può cambiare, perché le ha dette Gesù. Gesù ha detto che sarà presente nel pane consacrato, la Chiesa non può dire che è solo un simbolo. Gesù ha detto che dobbiamo perdonare settanta volte sette; anche se si fa fatica a perdonare, non possiamo non avere la tensione al perdono. Così quando ha detto che il matrimonio è indissolubile e che ci si sposa tra uomo e donna, non possiamo pensare diversamente seguendo le mode. È il mondo che deve innalzarsi, non la Chiesa smentirsi» (Omelia nella I domenica di Avvento, Lunano, 2.XII.2018).

Lunedì 10 dicembre, in contemporanea in tre luoghi della Diocesi, si è tenuta una Veglia di preghiera per la vita nascente. «Veglia: un atteggiamento spirituale che ben si addice a questo tempo di Avvento. Luci nella notte: perché il cammino è spesso avvolto dall’oscurità. Queste le nostre luci: la Parola di Dio, i profeti, i testimoni. Ecco una veglia per la vita nascente: quando nasce un bambino si accende una luce. Noi vegliamo, questa sera, per fare festa alla vita, per innalzare inni alla vita! Vogliamo benedire ogni grembo carico di vita» (Veglia di preghiera per la vita nascente, 10.XII.2018).

E proprio alla meditazione di una di queste luci, la Parola di Dio sollecita la pagina di Vangelo della II domenica di Avvento. «La Parola continua a scendere con abbondanza su ciascuno di voi – con queste parole mons. Turazzi si rivolge ai fedeli della parrocchia di Mercatale – e «come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza aver fecondato la terra» (Is 55,10), così è di questa parola che opera in voi che credete». Continuando la riflessione il Vescovo invita ad «ascoltare, custodire, vivere la Parola», a «credere alla Parola, accettandone le sfide, senza indietreggiare di fronte alle sue proposte» e a «studiare la Parola» nei diversi momenti formativi che la parrocchia offre. «La Parola di Dio – prosegue il Vescovo – scende su ciascuno anche nella celebrazione dei Sacramenti. Penso al sacramento della Confessione. La Parola di Dio ci offre uno sfondo sul quale distendere la Confessione, uno sfondo di speranza, di amore, di misericordia del Signore. La Parola di Dio ci dice di non temere e ci dà una griglia per fare la revisione di vita o esame di coscienza» (Omelia nella II domenica di Avvento, Mercatale, 9.XII.2018).

La Visita Pastorale è anche occasione per riflettere sulla missione del Vescovo. Una catechista racconta che un bambino ha detto con i suoi a casa: «Oggi ho capito chi è il vescovo: è l’amico di Gesù». «Quel bambino mi ha molto incoraggiato», confida il Vescovo Andrea. «È vero – prosegue – il vescovo ha una particolare intimità con Gesù. E cosa deve dire quando gira per il Montefeltro? Siate più buoni? Deve dire solo questo: Gesù è risorto ed è vivo in mezzo a noi» (Omelia nella I domenica di Avvento, Lunano, 2.XII.2018).

Paola Galvani, gennaio 2019