Il Battesimo nei suoi riti: “acqua, fuoco e Spirito Santo” (Febbraio 2016)

L’elemento immediato che caratterizza il battesimo è l’acqua, tanto che battezzare significa immergere nell’acqua. Nell’esperienza umana l’acqua assume una importanza vitale. Senza l’acqua non possiamo semplicemente vivere. Nella sua sapienza, Dio ha scelto ugualmente questa sua creatura, l’acqua, per trasmetterci la sua vita nel battesimo. La prima formula di benedizione dell’acqua nel fonte battesimale è ricca di significati simbolici.
Essa ricupera in tutta la storia della salvezza i momenti importanti in cui Dio si è servito dell’acqua per trasmetterle in germe la forza di santificare mediante lo Spirito che si librava su di essa all’origine della creazione; segnare la fine del peccato e l’inizio della vita nuova nel diluvio; la traversata del Mar Rosso da parte del popolo d’Israele quale prefigurazione del nuovo popolo di Dio; il battesimo solidale di Gesù con i peccatori nelle acque del Giordano. Ma è soprattutto nell’acqua sgorgata dal costato aperto di Gesù sulla croce che si radica il battesimo cristiano in quanto è il momento in cui sgorgano “fiumi d’acqua viva” (Gv 7,38).
Nel battesimo cristiano l’acqua, in virtù dell’opera redentiva del Figlio unico di Dio, acquista un’efficacia soprannaturale, che purifica o lava non una sporcizia corporale, ma spirituale (cfr. 1 Pt 3,21). Solo quest’acqua dà la vita di Dio perché essa rappresenta lo “Spirito che [ricevono] i redenti in lui (Gesù)” (Gv 7,39). Si capisce perché essere battezzati nell’acqua significhi essere battezzati “nello Spirito Santo” che il Risorto manda nel mondo, l’unico che è il Soffio di Dio e quindi può dare la vita divina.
Riguardo a Gesù, Giovanni Battista afferma che “Egli battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt 3,11; Lc 3,16). Il fuoco è l’altro elemento del battesimo, non immediato, invisibile. È da capire nel contesto del confronto tra i due battesimi, quello di Giovanni per la conversione e quello di Gesù che brucia il peccato perché solo Lui è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Il fuoco, infatti, nella Bibbia, è simbolo di diversi interventi divini nelle cose di questo mondo. Ma a volte il fuoco serve a indicare l’intervento dello Spirito di Dio per purificare le coscienze (cfr. Is 6,6-7; Zac 13,9; Mal 3,2-3). Quando dunque il Battista preannuncia il battesimo, che Gesù istituirà, come un battesimo di fuoco, vuol indicare chiaramente che, a differenza del suo battesimo, quello amministrato nel nome di Gesù avrà in sé la virtù divina di cancellare i peccati per l’azione dello Spirito Santo. Da parte sua Gesù ha preferito parlare di acqua e di Spirito (Gv 3,5; cfr. Mt 28,19), mentre gli Apostoli battezzavano con acqua (cfr. Atti 8,30; 10,47-48 ecc.). In tutti i casi il ruolo dello Spirito Santo è fondamentale. La sua presenza e la sua azione accompagnavano e anche precedevano il battesimo d’acqua, spesso con segni visibili (cfr. Atti 10,44-49; 19,6-7).
Spirito Santo e acqua/fuoco sono dunque le grandi componenti del battesimo cristiano. Nessun altro battesimo ha avuto o ha queste caratteristiche.

don Raymond Nkindji Samuangala
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti