Il Battesimo nei suoi riti: le consegne (Aprile 2016)

All’ultimo incontro di preparazione del Battesimo dei bambini, quando spiego lo svolgimento della celebrazione, dico sempre ai genitori di festeggiare l’anniversario del Battesimo dei figli. Non so quanti realmente lo fanno! Comunque suggerisco anche di mettere su un tavolino addobbato una croce, la veste e la candela del Battesimo, di fare una preghiera semplice e poi benedire i propri figli nel nome della Santissima Trinità. E dopo, tagliare l’immancabile torta! I motivi di una tale festa, spiego sempre, sono numerosi e teologicamente rilevanti.
Per il cristiano il giorno del proprio Battesimo dovrebbe essere il più importante della vita, in quanto è il giorno in cui è diventato “in Cristo una nuova creatura” (2 Cor 5,17), ricevendo nella sua vita umana la vita stessa di Dio al punto di diventarne realmente figlio. La consegna della veste bianca esprime questa realtà di una nuova dignità ritrovata in Cristo col Battesimo: “N. sei diventato nuova creatura, e ti sei rivestito di Cristo”.
È ovvio che non si tratta di un vestirsi esteriore ma di una profonda conformazione a Cristo che dovrebbe condurre il cristiano al punto di affermare con Paolo: “Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me” (Gal 2,20).
D’ora in poi questa nuova vita è chiamata a camminare sotto la fiamma pasquale di Cristo risorto, fiamma da alimentare quotidianamente con quei mezzi spirituali che lo stesso Signore ci ha lasciato nella sua Chiesa per poter vivere realmente da figli della luce. È la fiamma della fede che, come le lampade delle vergini sagge, viene alimentata con perseveranza per andare incontro al Signore nel suo ultimo ritorno nella gloria e nella comunione dei santi.
Solo con questa “illuminazione” il battezzato – chiamato anche “illuminato” nella tradizione della Chiesa – è in grado di diventare “orecchio attento” teso verso il Signore per accogliere la sua Parola e poi essere “bocca” che professa la fede nell’assemblea dei fratelli e annuncia fedelmente al mondo la stessa Parola che salva. Il rito dell’Effettà, che si può considerare come una consegna della Parola, invita all’esercizio concreto ed effettivo del sacerdozio battesimale professando nell’assemblea liturgica la propria fede, che è la fede della Chiesa, ed a esprimere quell’essere profeti che accolgono e annunciano con fedeltà la Parola di Dio: “Il Signore Gesù… ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede”.
Come si vede, l’anniversario del Battesimo in famiglia, oltre ad essere un momento di preghiera familiare in cui i genitori invocano sui loro figli le benedizioni del Signore esercitando così il loro sacerdozio battesimale, può diventare anche una circostanza preziosa di catechesi battesimale.
Offre, infatti, la possibilità di ricuperare con i figli, quando raggiungono quell’età dei “perché?”, i significati profondi dell’identità battesimale racchiusi nei simboli della veste bianca, del cero battesimale e del segno della croce che si potrebbe ripetere sull’orecchio e sulla bocca dei figli.

don Raymond Nkindji Samuangala
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti