Il Battesimo nei suoi riti: le unzioni (Marzo 2016)

Insieme all’acqua ed al fuoco dello Spirito, le unzioni rappresentano l’altro elemento fondamentale ed altamente espressivo del Battesimo. Come si sa, ogni Giovedì Santo il Vescovo consacra tre tipi di oli che vengono poi distribuiti alle varie comunità parrocchiali per la celebrazione dei sacramenti: l’olio degli infermi, quello dei catecumeni ed il crisma.
Mentre il primo viene utilizzato per l’Unzione degli infermi, gli altri due servono per il Battesimo; il crisma anche per l’Ordine sacro. L’unzione sulla fronte con il crisma dice la nostra grande dignità ed esprime anche ciò che diventiamo col Battesimo, configurandoci a Cristo (Unto, Consacrato) sacerdote, profeta e re. In tal modo, il Battesimo consacra anche noi (unti, cristi) e ci inserisce nel corpo di Cristo quali sue membra, diventando così anche noi un popolo sacerdotale, profetico e regale.
È quello che esprime la preghiera che accompagna l’unzione con il crisma quando recita: “… egli [Dio Padre] stesso vi consacra con il crisma di salvezza, perché inseriti in Cristo, sacerdote, re e profeta, siate sempre membra del suo corpo per la vita eterna”. Dunque siamo tutti sacerdoti col Battesimo e quindi resi capaci di offrire a Dio le nostre vite quali sacrifici spirituali a Lui graditi in comunione con il sacrificio dell’Agnello immolato, l’unico che toglie il peccato del mondo. Ogni qual volta celebriamo il culto cristiano noi esercitiamo il nostro sacerdozio battesimale, per cui nessuno è uno spettatore che “assiste” o “ascolta” la Messa. E siamo anche dei profeti, ossia “la bocca di Dio” per proclamare la sua parola al suo popolo.
Con la consapevolezza però che prima di diventare “bocca” di Dio il profeta si fa innanzitutto “orecchio” che accoglie e medita la Parola che, poi, deve annunciare con fedeltà. Il Battesimo ci rende ugualmente dei re, e cioè dei pastori che si caricano le pecore sulle proprie spalle e perciò hanno il loro odore addosso. Si può dire che partecipiamo al ministero della sollecitudine e della compassione di Cristo verso le fragilità umane. In tutto questo, ognuno secondo il suo ruolo, posizione e condizione nell’unico Corpo di Cristo!
L’altra unzione è quella con l’olio dei catecumeni, che cronologicamente viene fatta prima e normalmente “sul petto o su ambedue le mani o anche, se si ritiene opportuno, su altre parti del corpo” (cfr. Rito dell’Iniziazione cristiana). Essa accompagna la preghiera di esorcismo che chiede al Signore di liberare i battezzandi dal peccato originale e di fare di loro la dimora dello Spirito Santo. In tal modo sono fortificati dalla potenza di Cristo per combattere il male nella loro vita e stare sempre dalla parte del bene: “Vi ungo con l’olio, segno di salvezza: vi fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore, che vive e regna nei secoli dei secoli”.
Le unzioni battesimali quindi infondono in noi la triplice funzione di Cristo per continuare, in comunione con Lui, ad esercitare nel mondo la sua missione di annuncio, di santificazione e di guida del popolo verso la Fonte della sua salvezza. Per questo abbiamo bisogno anche di quella fortezza che ci permette di affermare sempre il primato del Regno di Dio sul regno di Satana, schierandoci con Cristo nella lotta contro il Maligno, già vinto da Gesù in quel duello nel deserto ed in quello definitivo nel Getsemani e sulla croce.

don Raymond Nkindji Samuangala*
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti