«Il mondo è guaribile»

In cerca di amici per diffondere “speranza”

Riscoprire la dimensione vocazionale della vita

«La preghiera, mentre sale al “padrone della messe” per chiedere “operai del Vangelo”, suscita in ciascuno la riscoperta della dimensione vocazionale della propria vita». Con queste parole il Vescovo Andrea ha disposto che, per tutto l’anno 2023, in ogni comunità e parrocchia della Diocesi di San Marino-Montefeltro, al termine di ogni celebrazione eucaristica prefestiva e festiva, si preghi «per le vocazioni sacerdotali e religiose, per la perseveranza dei chiamati e per il dono di famiglie cristiane» (Decreto per l’anno di preghiera per le vocazioni, 8.1.2023). Di vocazione il Vescovo parla anche commentando il Vangelo della chiamata dei primi apostoli sulle rive del mare di Galilea, a Cafarnao. Mons. Andrea invita a soffermarsi sullo sguardo di Gesù: «Gesù vede due uomini di mare e di acqua (Simone e Andrea) e li fa diventare roccia per la Chiesa». «È una creazione!», esclama il Vescovo. «Sulle rive del mare – continua – c’è l’acqua e c’è l’asciutto, come, nella Genesi, Dio separa la terraferma dalle acque: la vocazione è una creazione». Il Vescovo esorta ad avere fiducia, perché «il Signore ci ha dato le risorse, le capacità, i “muscoli” adatti per la vocazione a cui ci ha chiamato». E aggiunge: «Bisogna essere fedeli “al principio” (più che ai princìpi): “In principio Dio creò” (Gn 1,1)» (Omelia nella III domenica del Tempo Ordinario, Pietracuta, 22.1.2023).
Un forte incoraggiamento mons. Andrea lo rivolge al gruppo di coordinamento che si occupa di «mantenere viva la dimensione vocazionale della vita, i valori della famiglia e della educazione», in particolare con una serie di eventi in preparazione alla 35a Giornata per la Vita (i cosiddetti “80 giorni per la Vita”). «Lo fanno – sottolinea – con intelligenza, perseveranza e competenza, senza sottrarsi al dibattito e al dialogo con tutti», in un contesto sociale non facile, «spesso disattento ai valori posti in gioco, quando non configurabile addirittura come pensiero unico» (Saluto del Vescovo Andrea alla serata pubblica sull’ “Emergenza educativa”, Domagnano RSM, 20.1.2023).

Il mondo è guaribile

Nelle letture bibliche delle settimane precedenti il Natale è stato spesso evocato l’annuncio profetico «di lebbrosi che vengono mondati, di ciechi che finalmente vedono, di sordi che odono, di poveri a cui è annunciata la liberazione, di persone prigioniere del male che vengono risanate». «Sfogliando il Vangelo – commenta mons. Andrea – si direbbe quasi che il peccato non ci sia più: l’ha preso Gesù, se l’è caricato sulle spalle». Questo dà molta fiducia, perché «impariamo che il peccato che è in noi è una ferita dalla quale possiamo guarire, un incidente che possiamo superare». «Il mondo è guaribile», constata (Omelia nella II domenica del Tempo Ordinario, Pennabilli, 15.1.2023).
Che cosa vuol dire che il mondo è guaribile? Il Vescovo lo ha spiegato con queste parole ai ragazzi del Liceo di San Marino, riuniti per la celebrazione della Messa di Natale: «Cari ragazzi, anche voi venite da un’esperienza di dolore: due vostri amici sono stati vittima di un grave incidente stradale. Questo è il mondo. Il Signore dice che il mondo è salvabile. C’è una prospettiva, un futuro che lui ci promette; la fede ci informa che c’è vita piena». «Questo discorso sull’aldilà – precisa – non dev’essere frainteso: l’annuncio di un mondo guaribile non implica semplicisticamente il rinvio ad un’altra vita; il mondo è guaribile ora “come in cielo così in terra”». Mons. Andrea ritiene che questa speranza data dal Signore provochi «il nostro impegno di cura e di fatica per progredire» (Omelia nella S. Messa di Natale con gli studenti delle scuole superiori di San Marino, San Marino Città, 23.12.2022).

Guarire la povertà e la guerra

«Sono guaribili sulla terra – osserva il Vescovo – anche la povertà e la guerra». «La povertà non è un fatto “strutturale”, ma contingente: ci sono meccanismi che portano alle situazioni di povertà. C’è spazio per l’impegno, la lotta, il superamento». Mons. Andrea invita a ripensare gli “stili di vita” «per essere più vicini a chi è meno fortunato». Ai giovani dell’Azione Cattolica riuniti per il convegno di settore ha proposto un esempio a tutti familiare: «Ogni anno, al cambio stagionale, rivisitiamo il nostro guardaroba e scartiamo qualche capo di abbigliamento. Perché non farlo per scelta, anziché per fare spazio?». Per dire che, «se da una parte la povertà come fatto sociale è da combattere e contrastare, dall’altra c’è anche la povertà-virtù, che consiste nell’abituarsi all’essenziale, ad aprire, il guardaroba per condividere con gli altri». Un’altra via per contrastare la povertà è il “prendersi cura”: «Sapersi guardare attorno per aiutare, per vivere la solidarietà» (Saluto al Convegno del settore giovani di Azione Cattolica, Maciano, 27.11.2022).
Che cosa possiamo fare per la pace? Il Vescovo pensa sia fondamentale avere «il coraggio della pace, l’audacia della speranza», che chiedono certamente di protestare contro la guerra, «se necessario attraverso manifestazioni, gesti pubblici evidenti, precise strategie politiche ed economiche, iniziative diplomatiche e culturali». Ma «sono indispensabili anche i gesti personali di conversione, con i quali possiamo fasciare di tenerezza e di cura le relazioni a noi più prossime, persino quelle apparentemente insignificanti» (Omelia nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, San Marino Città, 1.1.2023).

Paola Galvani, febbraio 2023