In cammino verso la Pasqua (Marzo 2018)

“La verità La verità vi farà liberi” vi farà liberi”(Gv 8,32). Discernimento e profezia: parole care a Papa Francesco che ha sottolineato l’urgenza di «educare alla verità», anche davanti al «fenomeno delle “notizie false”, le cosiddette fake news» (52ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio). Ha voluto perciò incentrare il tema del discorso per la Quaresima sulla Verità: «Ognuno di noi, è chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti» (Messaggio per la Quaresima, 6 febbraio). «Da smascherare c’è infatti quella che si potrebbe definire come “logica del serpente”, capace di camuffarsi e di mordere» (24 gennaio). E ha sottolineato: «La strategia di questo abile “padre della menzogna” (Gv 8,44) è proprio la mimesi, una strisciante e pericolosa seduzione che si fa strada nel cuore dell’uomo con argomentazioni false e allettanti» (24 gennaio). «L’uomo, allora, scopre e riscopre la verità quando la sperimenta in sé stesso come fedeltà e affidabilità di chi lo ama. Solo questo libera l’uomo» (6 febbraio). Come fu per Pietro, dopo il tradimento: «Gesù lo invitò ad ascoltare il proprio cuore e imparare a discernere» (Cile, 16 gennaio). In questo senso, ha detto alla Congregazione per la Dottrina della Fede, appare decisivo il compito del «richiamare la vocazione trascendente dell’uomo e l’inscindibile connessione della sua ragione con la verità e il bene» (26 gennaio). Ha poi sottolineato: «Apprezzo lo studio intrapreso allo scopo di riaffermare il significato della redenzione, in riferimento alle odierne tendenze neo-pelagiane e neo-gnostiche» (26 gennaio). Tale mancanza di verità «si tramuta in violenza che si volge contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre “certezze”: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, il prossimo che non corrisponde alle nostre attese» (6 febbraio). «Il processo di secolarizzazione, assolutizzando i concetti di autodeterminazione e di autonomia, ha comportato in molti Paesi una crescita della richiesta di eutanasia come affermazione ideologica della volontà di potenza dell’uomo sulla vita. Ciò ha portato anche a considerare la volontaria interruzione dell’esistenza umana come una scelta di “civiltà”» (26 gennaio). E ha aggiunto: «Pregate affinché il nostro popolo sia più cosciente della difesa della vita in questo momento di distruzione e di scarto dell’umanità» (Angelus, 4 febbraio). Anche il viaggio in terra cilena è stato l’occasione per ribadire la necessità di una «opzione radicale per la vita, specialmente in tutte le forme nelle quali essa si vede minacciata» (16 gennaio). Si è poi soffermato sul tema della memoria, esortando: «Mai profezia senza memoria, mai memoria senza profezia» (Giornata della Vita Consacrata, 2 febbraio). «Fate memoria dei padri e delle madri nella fede, perché sono i basamenti che ci reggono: coloro che, come Gesù, hanno seminato nella via della croce, generando una messe feconda» (alla Comunità Greco-Cattolica Ucraina, 26 gennaio). Ai giovani cileni e peruviani ha detto: «Quanti missionari e missionarie si sono impegnati con i vostri popoli e hanno difeso le vostre culture! Non soccombete ai tentativi che ci sono di sradicare la fede cattolica dei vostri popoli. Ogni cultura che accoglie il Vangelo arricchisce la Chiesa con una nuova sfaccettatura del volto di Cristo» (Perù, 19 gennaio). Si è fatto poi portavoce dell’urgenza di salvaguardare quelle antiche culture e i territori in cui sono germogliate: «La difesa della terra non ha altra finalità che non sia la difesa della vita» (19 gennaio). Mettendo in luce come «il degrado dell’ambiente, purtroppo, è strettamente legato al degrado morale delle nostre comunità» (19 gennaio) ha indetto un Sinodo per l’Amazzonia nell’anno 2019. In fine, in apertura della Quaresima, ha invitato i pastori a insegnare «al popolo ad adorare in silenzio» perché «così imparano da adesso cosa faremo tutti là, in cielo». La preghiera di adorazione, ha detto, «ci annienta senza annientarci: nell’annientamento dell’adorazione ci dà nobiltà e grandezza» (Santa Marta, 5 febbraio).
Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia