“La Comunione è dono, la comunità è da costruire insieme”

Contemplando l’icona di Betania: diaconia e ascolto

 La guerra in Ucraina sta vivendo un momento di particolare drammaticità. Papa Francesco, preoccupato per la minaccia nucleare e l’escalation militare del conflitto, dedica l’intero Angelus del 2 ottobre ad un forte appello per chiedere al presidente russo Putin il cessate il fuoco e al presidente ucraino Zelensky di essere «aperto a serie proposte di pace». In tale grave contesto, San Marino ha scelto di dare rilievo alle “luci” che hanno brillato nell’oscurità di questi mesi durissimi. “Una comunità accogliente. Marzo-Giugno 2022: la risposta della Repubblica di San Marino all’emergenza della guerra in Ucraina” è il titolo di un progetto editoriale curato dalla prof.ssa Meris Monti e patrocinato dalla Segreteria di Stato agli Affari Esteri. Al Vescovo è stato chiesto di dare un contributo di riflessione sul tema, dando conto degli aiuti della Caritas diocesana (sezione sammarinese). «Scrivo. Ma non nascondo qualche imbarazzo», confida mons. Andrea; su tutti la difficoltà di rispondere alla domanda: «Quando finirà la guerra?». «La guerra finisce – dichiara – quando c’è un accordo, sia pure di compromesso, oppure quando finiscono le armi». Ma la situazione è che ora in guerra ci sono, «da una parte una superpotenza mondiale che dispone di un arsenale infinito, dall’altra una nazione aggredita, continuamente rifornita da altre potenze internazionali».
La Diocesi di San Marino-Montefeltro e la Repubblica di San Marino hanno rivolto la loro attenzione «alle necessità, non rinviabili, delle persone coinvolte, “fratelli tutti”, con attiva intraprendenza in favore dei profughi e di chi sta pagando il prezzo più alto di questa guerra». «Ci si è impegnati – spiega ai convenuti all’incontro di presentazione del volume – all’accoglienza di famiglie (soprattutto donne e bambini), ad offrire opportunità di lavoro e di socialità, all’assistenza di ogni genere». «Paradossalmente – constata – la disumanità della guerra ci sta umanizzando». «Da credenti – aggiunge – si fa più fervorosa la preghiera». Un altro imbarazzo del Vescovo è di «natura evangelica». Poiché Gesù dice: «Non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra», mons. Andrea raccomanda un’«opportuna segretezza del bene che ci è dato di fare: il bene è tale se è gratuito e non attende nulla in cambio, non cerca il plauso ed è consapevole di essere sempre insufficiente rispetto alle necessità». Ma, «se qualcosa è stato riferito – puntualizza – non è stato per altro motivo che esprimere gratitudine per la generosità dei sammarinesi e per l’intraprendenza della Caritas diocesana (sezione sammarinese)». Oltre alla gratitudine il Vescovo sottolinea l’importanza della memoria, perché cresca «la consapevolezza del valore della pace, non astrattamente, ma come passione per l’uomo». E conclude: «Ai più non è dato di interagire con la geopolitica, ma si è presa sempre più coscienza della interconnessione fra stati e popoli, fra interessi e risorse, tra fedi e culture. Non è poco» (Intervento alla presentazione del volume “Una comunità accogliente”, San Marino Città, 28.09.2022).
«È una grande gioia ritrovarci insieme, discepole e discepoli di Gesù, con Lui in mezzo a noi (cfr. Mt 28,20)». Con queste parole il Vescovo Andrea ha accolto un’assemblea in festa riunita in centro Diocesi, a Pennabilli, «nella chiesa madre significata dalla Cattedrale», per celebrare l’inizio dell’anno pastorale 2022/23 e il “mandato” agli operatori pastorali. «La Diocesi – sottolinea il Vescovo – non è un distretto amministrativo, una confederazione di parrocchie: è luogo in cui si manifesta tutto intero il mistero della Chiesa». «Siamo qui – continua – in assetto di missione per essere “mandati”: “Come il Padre ha mandato me – dice Gesù – così io mando voi”», ma non «senza uno stato permanente di ascolto del Signore», proprio come le due sorelle, Marta e Maria. L’icona di Betania viene presa come “punto di riferimento” di questo secondo anno di Cammino Sinodale, «perché in quella casa c’è l’armonia: c’è la diaconia (il servizio) e c’è lo stare seduti ai piedi del Maestro».
Il Programma Pastorale 2022/23 è incentrato sul tema della comunione; l’Eucaristia, il prossimo anno, sarà punto di arrivo del percorso tracciato a partire dalla risurrezione di Gesù, ma qui la comunione è intesa come «partecipazione alla vita trinitaria». Un ideale troppo alto? «La comunione – spiega il Vescovo Andrea – non è un optional, un abbellimento della vita cristiana e neppure un vago e nostalgico desiderio. Non dipende dalle nostre analisi sociologiche e dalla fantasia della nostra progettualità. La comunione caratterizza la vita nuova che abbiamo ricevuto in Cristo come figli di Dio, viene quindi dallo Spirito Santo. È prima di tutto un dono che ci precede».
Nel discorso agli operatori pastorali mons. Andrea tocca un tema caro al Santo Padre: la mistica della fraternità. «A volte viene da pensare – confida – che basterebbero la buona educazione, la cortesia, la diplomazia, ma dovremmo partire sempre dalla contemplazione della comunione». «La mistica della fraternità – aggiunge – presuppone l’ascetica. Ascetica e mistica vanno sempre insieme. L’ascesi è il cammino, dentro di noi, di conversione e di morte a noi stessi per posporre il nostro “io”, un cammino da fare insieme».
«Il dono della comunione – conclude – si concretizza nella comunità». «Se la comunione è dono già a nostra disposizione, la comunità è affidata alla nostra responsabilità e intraprendenza. È da costruire insieme». Da qui lo slogan del Programma: «Costruttori di comunità nei cantieri della vita» (Discorso in occasione della Giornata del Mandato agli operatori pastorali, Pennabilli, 25.09.2022).

Paola Galvani, ottobre 2022