La Confermazione nei suoi riti: la necessità (Giugno 2016)

La vita divina ricevuta nel Battesimo rimanda, come abbiamo già detto, ad un processo di maturazione e di espressività consapevole in analogia alla vita naturale. Lo esprime Papa Paolo VI: “La partecipazione alla natura divina, che gli uomini ricevono in dono mediante la grazia di Cristo, rivela una certa analogia con l’origine, lo sviluppo e l’accrescimento della vita naturale. Difatti i fedeli, rinati nel santo battesimo, sono corroborati dal sacramento della confermazione e, quindi, sono nutriti con il cibo della vita eterna nell’eucaristia” (Costituzione Apostolica sul Sacramento della Confermazione, 15 agosto 1971). La Confermazione quindi rappresenta una maggiore coscienza di appartenere a Cristo nella sua Chiesa, un incremento di capacità provenienti dallo Spirito in vista di una vita cristiana più matura e più responsabile. Perciò la sua recezione è “necessaria per il rafforzamento della grazia battesimale” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1285). Infatti, “con il sacramento della Confermazione [i battezzati] vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo, e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere con la parola e con l’opera la fede come veri testimoni di Cristo” (Lumen Gentium, 11). Tutto questo viene espresso dagli appellativi attribuiti a questo Sacramento. I documenti ufficiali parlano quasi sempre di “Confermazione”. Ciò rimanda di più agli effetti che il Sacramento produce in chi lo riceve: il dono dello Spirito Santo conferma il Battesimo già ricevuto, “rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo” e li rende capaci di dargli testimonianza “per l’edificazione del suo Corpo nella fede e nella carità” (Rito della Confermazione).
Invece il linguaggio più comune, più “pastorale”, chiama questo Sacramento con l’appellativo di “Cresima”. Questa parola fa parte di una serie di altre che hanno la stessa radice: crisma, crismazione, cristiano, Cristo. Il Crisma è l’olio profumato che il Vescovo consacra il Giovedì Santo. La sua benedizione, il Giovedì Santo o prima della celebrazione del sacramento della Confermazione, viene considerata dai documenti della Chiesa come elemento costitutivo di questo Sacramento. Crismazione è la terminologia cara ai fratelli cristiani d’Oriente. Essa significa unzione con il crisma. In tal senso, Cresima viene a dire Sacramento dell’unzione con il Crisma. Chi riceve questo Sacramento è un cristiano, e cioè “unto” o “consacrato”. L’origine di tutto questo rimanda a Cristo, “l’Unto” per eccellenza, che “Dio ha consacrato [ha unto] in Spirito Santo” (Atti 10,38). Due conseguenze si deducono da quanto abbiamo detto fin qui:
1. Si capisce che il Sacramento della Confermazione completa il Battesimo, portandolo alla sua piena espressività nella vita del cristiano.
2. Si giustifica la posizione cronologica di questo Sacramento subito dopo il Battesimo.
Nei prossimi interventi, l’analisi dei riti della Confermazione ci aiuterà a ricuperare la comprensione più profonda di questi contenuti e significati e, quale obiettivo ultimo, a valorizzare e vivere consapevolmente questo Sacramento.

don Raymond Nkindji Samuangala
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti