La confermazione nei suoi riti. Rinnovazione delle promesse (Ottobre 2016)

La Liturgia del Sacramento, preceduta dalla presentazione dei cresimandi inizia con la rinnovazione delle promesse battesimali subito dopo l’omelia del celebrante. Anche quest’elemento mette in risalto il nesso intimo esistente tra il sacramento della Confermazione con quello del Battesimo, così come esso è strettamente legato all’Eucaristia. Questo gesto è semplice e diretto. Il celebrante non fa nessuna introduzione né premessa. Egli inizia direttamente il dialogo con i cresimandi. Tuttavia, la formula che utilizza viene arricchita di un elemento che specifica non solo che si sta celebrando un Sacramento diverso dal Battesimo, ma anche il significato profondo di esso. In effetti, nella formula di professione di fede battesimale la terza domanda associa allo Spirito Santo, quale destinatario della nostra fede, anche la Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna. Nel caso della Confermazione, invece, la terza domanda è dedicata interamente allo Spirito Santo e viene aggiunta una quarta domanda sulla Chiesa ed il seguito. Il celebrante chiede ai cresimandi: “Credete nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e che oggi, per mezzo del sacramento della Confermazione, è in modo speciale a voi conferito, come già agli Apostoli nel giorno di Pentecoste?”. In questa formula lo Spirito Santo viene presentato come “Signore e dà la vita”. Attribuendo allo Spirito il titolo di Kyrios, Signore, si afferma qui come altrove che Egli è Dio. Solo in quanto tale Egli dà la vita divina attraverso i Sacramenti. Questo vale già per il Battesimo nel quale lo Spirito agisce efficacemente nella rinascita dell’uomo alla vita di Dio. Nel caso presente si aggiunge però che si tratta di un dono “speciale” dello Spirito Santo. Tale specificità viene evidenziata dall’affermazione conclusiva della domanda: “come già agli Apostoli nel giorno della Pentecoste?”. Si capisce che il sacramento della Confermazione realizza nei battezzati ciò che è avvenuto per gli Apostoli e gli altri discepoli nel giorno di Pentecoste, una effusione dello Spirito il cui scopo va in una duplice direzione: da una parte una “conformazione” più profonda a Cristo e dall’altra, come conseguenza o effetto della prima dimensione, la capacità di proseguire la sua stessa missione come Lui, fino alla fine. Questi due aspetti emergeranno poi durante la preghiera con la crismazione.
Dopo aver affermato la dimensione trinitaria ed ecclesiale della nostra fede, la rinnovazione delle promesse battesimali si conclude con la sottolineatura di come la stessa fede della Chiesa non annulla e meno ancora esclude l’adesione personale e, nello stesso tempo, la libertà personale di “gloriarsi” nel professare la propria fede non può realizzarsi pienamente ed efficacemente al di fuori del contesto comunitario ed ecclesiale. Ancora una volta emerge qui, come nel Battesimo e in tutti i Sacramenti, che la Chiesa non è facoltativa alla mia fede personale nel suo nascere, nel suo continuo ricuperarsi e nel suo esprimersi concreto e fruttuoso.

don Raymond Nkindji Samuangala
Assistente collaboratore Ufficio diocesano per la Liturgia e i Ministri Istituiti