“La pace: una casa dalle molte dimore” (Ottobre 2019)

«Nella vita è importante cercare cose grandi, – ha esortato il Papa – altrimenti ci si perde dietro a tante piccolezze. Maria ci dimostra che, se vogliamo che la nostra vita sia felice, al primo posto va messo Dio, perché Lui solo è grande» (Angelus, 15 agosto). Così il Pontefice ci invita a lasciarci attirare «dalla bellezza vera» che è «adesione al fuoco dell’amore che Gesù ha portato sulla terra, il quale avvolge l’intera nostra esistenza e richiede l’adorazione a Dio e anche una disponibilità a servire il prossimo» (Angelus, 18 agosto). Per questo ha aggiunto: «invito tutti a scoprire la bellezza della preghiera dell’adorazione e di esercitarla spesso» (18 agosto). Bellezza è anche «solidarietà che edifica la Chiesa come famiglia di Dio, dove risulta centrale l’esperienza della koinonia, ossia del “mettere in comunione”. Nella Chiesa delle origini, questa koinonia, questa comunità rimanda anzitutto alla partecipazione al Corpo e Sangue di Cristo che confluisce e si esprime anche nella comunione dei beni materiali. Essere membra del corpo di Cristo rende i credenti corresponsabili gli uni degli altri» (21 agosto). Infatti «non c’è il “numero chiuso” in Paradiso! Ma si tratta di attraversare fin da ora il passaggio giusto, e questo passaggio giusto è per tutti, ma è stretto. In che senso? Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo!». «L’unità nella carità – ha detto il Papa in occasione del capitolo generale degli Agostiniani – è un punto centrale dell’esperienza e della spiritualità di Sant’Agostino. Certamente, tenere viva questa fiamma della carità fraterna non sarà possibile senza quell’in Deum della vostra Regola» cioè l’essere ciascuno e tutti insieme «protesi verso Dio» (13 settembre). Guardiamo quindi a Maria che è «Porta del cielo; una porta che ricalca esattamente la forma di Gesù: la porta del cuore di Dio, cuore esigente, ma aperto a tutti noi». In occasione della giornata per il creato il Pontefice ha indetto, fino al 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, «un tempo favorevole alla lode di Dio per tutte le sue creature e all’assunzione di responsabilità» (Angelus, 1 settembre). In questa linea ha ribadito che «la pratica dell’eutanasia, divenuta legale già in diversi Stati, solo apparentemente si propone di incentivare la libertà personale; in realtà essa si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa equiparata a un costo» (Ai membri dell’associazione italiana di oncologia medica, 2 settembre). Nel corso del viaggio in Mozambico, Madagascar e Maurizio, il Pontefice ha sottolineato che «non si può pensare il futuro, costruire una nazione, una società basata sulla “equità” della violenza» (Maputo, 6 settembre). Per questo ha esortato così i giovani mozambicani: «Non lasciate che vi rubino la gioia!», perché «la Gioia riconcilia e diventa il miglior antidoto contro tutti quelli che vi vogliono dividere» (Maputo, 5 settembre). «Del resto, la vicenda biblica di Gerico ci ricorda che le mura cadono quando sono “assediate” con la preghiera e non con le armi, con aneliti di pace e non di conquista. La pace è come una casa dalle molte dimore che tutti siamo chiamati ad abitare. La preghiera è alla radice della pace» (XXXIII incontro internazionale di preghiera per la pace, Madrid, 15-17 settembre). Ai consacrati del Madagascar ha poi rivolto queste incoraggianti parole: «Nella lode troviamo la nostra più bella appartenenza e identità, perché essa libera il discepolo e lo aiuta ad aggiustare i “criteri” con cui misura sé stesso, gli altri e tutta l’attività missionaria» (8 settembre). Cita infine Romano Guardini: «Colui che adora Dio nei suoi sentimenti più profondi e anche, quando ne ha il tempo, effettivamente, con gesti concreti, si trova al riparo nella verità. Può sbagliare in molte cose ma, in definitiva, la direzione e l’ordine della sua esistenza sono al sicuro» (Glaubenserkenntnis, Mainz 31997, p. 17).
Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia