“Mai più orfani, mai più soli!” (Febbraio 2018)

Maria, Madre di Dio e madre nostra. «Ecco il miracolo, ecco la novità: l’uomo non è più solo; mai più orfano, è per sempre figlio. L’anno si apre con questa novità. E noi la proclamiamo così, dicendo: Madre di Dio!» (Messa in Basilica Vaticana, 1 gennaio). Con queste parole il Santo Padre ci invita a guardare al nuovo anno con gli occhi di Maria: «Speranze e angosce, luce e tenebra: tutte queste cose popolavano il cuore di Maria. E lei niente ha tenuto per sé, niente ha rinchiuso nella solitudine o affogato nell’amarezza, tutto ha portato a Dio. Così ha custodito. Affidando si custodisce» (1 gennaio). Il Natale, ha sottolineato il Papa, ci rivela che «l’umanità è cara e sacra al Signore. Perciò, servire la vita umana è servire Dio e ogni vita, da quella nel grembo della madre a quella anziana, sofferente e malata, va accolta, amata e aiutata» (1 gennaio). In questa prospettiva ha richiamato tutti i genitori ad essere «custodi della vita dei figli, non proprietari» (Angelus, 31 dicembre). Dal cuore del Natale sgorga poi il pressante appello del Santo Padre: «Salvate le famiglie! L’immagine di Dio è il matrimonio, uomo e donna, fecondi» (Ai dipendenti vaticani, 21 dicembre). Il Papa ci ha anche messi in guardia rispetto allo “snaturamento del Natale” cui assistiamo: «in nome di un falso rispetto che non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù» (Udienza generale, 27 dicembre), «il Dio Emmanuele che si fa uomo per mostrare a ogni uomo la sua vicinanza viscerale» (Alla Curia romana, 21 dicembre). «Se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente» (27 dicembre). Nel discorso rivolto alla delegazione dei giovani dell’Azione Cattolica li ha invitati ad essere «amici e testimoni di Gesù, che è venuto a Betlemme tra noi. In questa festa del Santo Natale siete chiamati a farlo conoscere sempre di più tra i vostri amici, nelle città, nelle parrocchie e nelle vostre famiglie. Ecco quali sono le vostre periferie» (16 dicembre). Parlando all’Associazione Teologica Italiana ha invece sottolineato che «ogni pensiero teologico cristiano non può che cominciare sempre e incessantemente da qui, in una riflessione che non esaurirà mai la sorgente viva dell’Amore divino, che si è lasciato toccare, guardare e assaporare nella greppia di Betlemme». E alla luce della stella il Papa ci invita a «non perdere la capacità di stupirsi; fare teologia nello stupore. Lo stupore che ci porta Cristo, l’incontro con Cristo. È come l’aria nella quale la nostra riflessione sarà più feconda. Fate teologia in ginocchio, come i grandi Padri» (29 dicembre) all’insegna di una “fedeltà creativa” dove anche il dialogo interreligioso è costruito su tre orientamenti fondamentali: «il dovere dell’identità, il coraggio dell’alterità e la sincerità delle intenzioni» (21 dicembre). Nel discorso ai membri dell’unione stampa periodica italiana ha poi rivolto parole di stima e gratitudine: «Voi avete una missione tra le più importanti nel mondo di oggi: quella di informare correttamente, di offrire a tutti una versione dei fatti il più possibile aderente alla realtà. La vostra voce, libera e responsabile, è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica», dove «la pubblica opinione sia in grado di capire e discernere, non stordita e disorientata». In particolare «i giornali diocesani possono rivelarsi utili strumenti di evangelizzazione. Lavorare nel giornale diocesano significa “sentire” in modo particolare con la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi, e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa» (16 dicembre). Affidando ora nelle mani della Vergine Maria il prossimo viaggio apostolico in Cile e Perù ha esortato a «non essere ancorati alle cose di questo mondo ma volgere i nostri occhi alla misericordia di Dio che cura le nostre miserie» (9 gennaio).
Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia