Maria, chiave della speranza

Ricordando Benedetto

«Santa Madre di Dio! È l’acclamazione gioiosa del Popolo santo di Dio, che risuonava per le strade di Efeso nell’anno 431, quando i Padri del Concilio proclamarono Maria Madre di Dio. Si tratta di un dato essenziale della fede, ma soprattutto di una notizia bellissima: Dio ha una Madre e dunque si è legato per sempre alla nostra umanità, come un figlio alla mamma, amandoci proprio dal di dentro della nostra carne, perché in Maria il Verbo si è fatto carne: è una verità dirompente e consolante. L’anno, che si apre nel segno della Madre di Dio e nostra, ci dice dunque che la chiave della speranza è Maria» (Santa Messa, 1° gennaio).
Così, all’insegna della preghiera per «l’amato Papa emerito Benedetto XVI», si apre questo nuovo anno sotto la protezione della Santa Madre di Dio. E non ha perso occasione il Santo Padre di citare le parole che hanno segnato il grande Pontificato di Benedetto XVI. Come messo in luce dell’omelia della Messa Esequiale, egli, come Gesù, «si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo», conscio, come disse lui stesso, che «pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza» (Omelia di inizio pontificato, 24 aprile 2005).
Così, continua Papa Francesco, «il Signore va generando la mitezza capace di capire, accogliere, sperare e scommettere al di là delle incomprensioni che ciò può suscitare. Fecondità invisibile e inafferrabile, che nasce dal sapere in quali mani si è posta la fiducia. Fiducia orante e adoratrice, capace di interpretare le azioni del pastore e adattare il suo cuore e le sue decisioni ai tempi di Dio. Testimonianza feconda di coloro che, come Maria, rimangono in molti modi ai piedi della croce, in quella pace dolorosa ma robusta che non aggredisce né assoggetta; e nella speranza ostinata ma paziente che il Signore compirà la sua promessa». «Benedetto – conclude il Papa -, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!» (Santa Messa, 5 gennaio).
Narrando poi il cammino dei Magi, il Santo Padre ci ha guidati a comprendere come «il primo “luogo” in cui Dio ama essere cercato sia l’inquietudine delle domande». Come i Magi che, «abitati da una struggente nostalgia di infinito, scrutano il cielo e si lasciano stupire dal fulgore di una stella». «Il secondo luogo in cui possiamo incontrare il Signore è il rischio del cammino». Ci invita anche qui a tornare alle parole di Benedetto XVI: «Il loro pellegrinaggio esteriore era espressione del loro essere interiormente in cammino» (Omelia, 6 gennaio 2013). «Il terzo luogo poi in cui incontrare il Signore è lo stupore dell’adorazione. Questo è il punto decisivo: tutto nasce e tutto culmina lì, perché il fine di ogni cosa è incontrare Dio e lasciarsi abbracciare dal suo amore» (Santa Messa, 6 gennaio).
Il Pontefice cita nuovamente Papa Benedetto parlando del Battesimo del Signore: «Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte, perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto» (Omelia, 13 gennaio 2008).
Con l’inizio del nuovo ciclo di catechesi sull’evangelizzazione, il Santo Padre ha sottolineato come essa costituisca «una dimensione vitale per la Chiesa: la comunità dei discepoli di Gesù nasce infatti apostolica. Quando la vita cristiana perde di vista l’orizzonte dell’evangelizzazione si ammala: si chiude in sé stessa, diventa autoreferenziale, si atrofizza. La missione è invece l’ossigeno della vita cristiana: la tonifica e la purifica» (Udienza generale, 11 gennaio).
Cita infine Papa Benedetto: «la Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per attrazione» (Omelia, 13 maggio 2007).

Monache dell’Adorazione Perpetua
Pietrarubbia, febbraio 2023