Maria, il volto femminile della missione (Maggio 2017)

Jean Restout II (1692-1768), Pentecoste, olio su tela, Il Louvre, Parigi

Entriamo, come sottratti alla realtà di questo mondo, dentro una basilica classicheggiante piena di luce. Ci sorprende l’imponenza della Vergine Madre collocata sopra l’altare, attorniata dalle discepole del Signore. Jean Restout II, autore francese barocco del XVIII secolo, in un tempo in cui la donna non aveva accesso al presbiterio, in cui la Vergine Maria non facilmente veniva accostata all’Eucaristia, colloca con sorprendente libertà delle donne sopra la mensa Eucaristica. Ed è ancora più significativo vedere come l’artista ritragga gli apostoli attorno all’altare, sparpagliati nei quattro angoli della basilica, quasi come profezia di quei quattro angoli della terra che essi, grazie alla forza dello Spirito riempiranno dell’annuncio di salvezza. Che cosa avrà voluto dire ai contemporanei che affollavano il refettorio dell’abbazia di Saint-Denis (luogo dove era destinata l’opera) il buon Restout? Che lo Spirito Santo segna il tempo della Chiesa? Che la Vergine Madre e la Vergine Chiesa sono un tutt’uno? Che le donne, dunque, a motivo di ciò, entrano a pieno titolo nella storia della parusia, cioè in questo nostro tempo, dominato dal soffio dello Spirito che conduce la Chiesa dentro le vie tortuose della storia? Sì, tutto questo e forse altro ancora. Forse qualcosa che noi, più dei contemporanei di Jean Restout, possiamo comprendere. Noi che abbiamo assistito a due secoli (il XIX e il XX) di straordinarie apparizioni mariane, compresa quella di Fatima che ci accingiamo a commemorare. Il volto della Chiesa missionaria è un volto femminile. È anzitutto il volto di Maria, la donna dell’annuncio per eccellenza. Ella che dopo aver ricevuto dall’angelo la buona notizia della sua maternità, si diresse in tutta fretta dalla cugina Elisabetta, dopo l’annuncio sotto la croce di una nuova maternità: «Donna, ecco tuo figlio!». Ecco – cioè Giovanni, il discepolo amato; ecco in lui tutta l’umanità, Maria diventa l’anima della comunità nascente. È lei che spinge apostoli e amici di Gesù a rimanere fedeli e ad andare ad annunciarlo fino ai confini della terra. Lo si vede bene in quest’opera di Restout, dove appunto, Maria è come un punto fisso in mezzo al movimento generale. Vien da pensare come siamo poco missionari noi, oggi, e come la crisi odierna sia una crisi al femminile. Nel cuore della crisi di ogni tempo, forse si nasconde il mistero della crisi della donna. La donna, oggi, ha smesso di essere quel ponte di comunione fra Dio e l’uomo che, nella Chiesa nascente di Restout, dimostra di essere. Per contro, senza quel perno sicuro che solo la maternità può offrire, l’uomo faticosamente riesce a esprimere il dinamismo di ricerca e di conquista che gli è proprio e che gli apostoli hanno attuato in pienezza. Basterebbe pensare alle apparizioni mariane degli ultimi due secoli e alle sfide attuali che interessano l’identità dei generi. La donna, certamente, ha smesso di stare sull’altare sacrificale della sua maternità, di coniugare il suo grembo con quel mistero che custodisce, e dunque, anche per questo l’uomo fatica a trovare la sua vera identità e la sua vera missione.
Celebrare la Pentecoste oggi (e dunque la missione), secondo il buon Jean Restout, significa invocare quello Spirito Santo che mentre esalta l’identità individuale (e dunque la vera diversità) crea unità e restituisce dignità. Maria, nel dipinto di Restout, è un tutt’uno con l’altare. Maria è un tutt’uno con Cristo e con il suo mistero. In questo ella è missionaria. In questo “stare” sopra l’altare come stette un giorno sotto la croce ella è davvero missionaria. Forse la nostra missione si è dissipata troppo in cose da fare e in cose da dire, mentre non si tratta di fare qualcosa ma di obbedire a Colui che ci indica cosa fare. Così allo stesso modo non si tratta di dire qualcosa, ma di avere qualcosa da dire, quel qualcosa che corrisponda interamente a quel Qualcuno che ha parlato una volta per tutte nel suo Cristo. Non sarà forse per questo che negli ultimi secoli le apparizioni mariane si sono intensificate, lasciando messaggi che, attraverso la ripresa delle pratiche della fede, vogliono in realtà educare a una corretta lettura dei segni dei tempi? Maria ci vuole educare a guardare al suo volto missionario per diventare, a nostra volta, capaci di quella missione vera che sola può salvare il mondo.
Suor Maria Gloria Riva
Monache dell’Adorazione Eucaristica Pietrarubbia