Maria, strada al Cuore di Cristo

Viaggio Apostolico a Budapest e in Slovacchia

Domenica 12 settembre il Santo Padre si è recato a Budapest per la celebrazione finale del Congresso Eucaristico Internazionale. Il suo pellegrinaggio è poi continuato in Slovacchia, concludendosi con la grande celebrazione popolare della Vergine Addolorata, Patrona di quel Paese. «Nel “logo” di questo Viaggio Apostolico – ha fatto notare il Papa – c’è una strada disegnata dentro un cuore sormontato dalla Croce: Maria è la strada che ci introduce nel Cuore di Cristo, che ha dato la vita per amore nostro» (Santa Messa, Slovacchia, 15 settembre).
Allo stesso modo «l’Eucaristia sta davanti a noi per ricordarci chi è Dio, mostrandocelo come Pane spezzato, come Amore crocifisso e donato» (Santa Messa, Budapest, 12 settembre).
Per questo «non si può ridurre la fede a zucchero che addolcisce la vita. Gesù è segno di contraddizione. È venuto a portare la luce dove ci sono le tenebre, facendo uscire le tenebre allo scoperto e costringendole alla resa. Chi accoglie Cristo e si apre a Lui risorge; chi lo rifiuta si chiude nel buio e rovina sé stesso» (15 settembre).
«Cari fratelli e sorelle – ha esortato il Papa in Ungheria – lasciamo che l’incontro con Gesù nell’Eucaristia ci trasformi, come ha trasformato i Santi grandi e coraggiosi che onorate: Santo Stefano e Santa Elisabetta. Come loro, non accontentiamoci di poco; non rassegniamoci a una fede che vive di riti e di ripetizioni, apriamoci alla novità scandalosa del Dio crocifisso e risorto, Pane spezzato per dare vita al mondo» (12 settembre).
Ha poi ricordato che, nei giorni del suo pellegrinaggio in terra Ungherese, «a Varsavia vengono proclamati Beati due testimoni del Vangelo: il Cardinale Stefan Wyszyński ed Elisabetta Czacka, fondatrice delle Suore Francescane Serve della Croce. Due figure che conobbero da vicino la croce: il Primate di Polonia, arrestato e segregato, fu sempre pastore coraggioso secondo il cuore di Cristo, araldo della libertà e della dignità dell’uomo; Suor Elisabetta, che giovanissima perse la vista, dedicò tutta la vita ad aiutare i ciechi». Allo stesso modo «la Chiesa di Ungheria, con la sua lunga storia, segnata da una incrollabile fede, da persecuzioni e dal sangue dei martiri, è associata in modo particolare al sacrificio di Cristo. Tanti vescovi e presbiteri hanno vissuto ciò che celebravano sull’altare: sono stati macinati come chicchi di grano, perché tutti potessero essere sfamati dall’amore di Dio; sono stati torchiati come l’uva, perché il sangue di Cristo diventasse linfa di vita nuova; sono stati spezzati, ma la loro offerta d’amore è stata un seme evangelico di rinascita piantato nella storia di questo popolo» (Incontro con i vescovi, Budapest, 12 settembre).
Conclude augurando «che la croce sia il vostro ponte tra il passato e il futuro» (Angelus, 12 settembre), come il «Ponte delle Catene, che collega le due parti di questa città: non le fonde insieme, ma le tiene unite. Ed è sorretto da grandi catene, formate da tanti anelli. Siamo noi questi anelli e ogni anello è fondamentale» (Incontro Ecumenico, Budapest, 12 settembre).
Il Papa ha poi messo in evidenza come «senza libertà non c’è vera umanità, perché l’essere umano è stato creato libero e per essere libero». A volte – avverte il Santo Padre – anche nella Chiesa questa idea può insidiarci: meglio avere tutte le cose predefinite, le leggi da osservare, la sicurezza e l’uniformità» invece che «formare le persone a un rapporto maturo e libero con Dio», persone capaci di «amore ed eroismo» (Incontro con i vescovi, sacerdoti e religiosi, Slovacchia, 13 settembre).
Di fatti, guardando a Gesù, guardando al Crocifisso, «ci sono entrambi: un amore sconfinato e il coraggio di dare la vita fino alla fine, senza mezze misure». Così «la vera originalità oggi, la vera rivoluzione, è ribellarsi alla cultura del provvisorio, è andare oltre l’istinto, oltre l’istante, è amare per tutta la vita e con tutto sé stessi» (Incontro con i giovani, Slovacchia, 14 settembre).

Monache dell’Adorazione Perpetua, ottobre 2021
Pietrarubbia