Maria: strada aperta verso il cielo (Settembre 2017)

Dalla contemplazione la Speranza

In questo periodo estivo, dominato dalla figura di Maria Assunta in Cielo «vorremmo che Lei portasse a noi quella grazia unica che è Gesù Cristo! (Le domandiamo) che ci aiuti ad essere santi!» (Angelus, 15.08). «La Vergine Maria – indicata insistentemente dal Santo Padre come Colei che “ci precede nel pellegrinaggio della vita e della fede” (15.08) – è un esempio prezioso per la gioventù e un aiuto nel cammino lungo la strada della vita. Perché voi possiate percepire questa verità, non sono necessarie grandi riflessioni; basta contemplare l’immagine della Madre di Dio» (Ai giovani riuniti al Santuario di Aparecida, 29-30.07).
Da questa contemplazione nasce la speranza cristiana, tema molto caro al Papa in queste ultime settimane, che l’ha definita come un «guardare in modo diverso, con gli occhi, meglio, con il cuore di Dio» (Udienza generale, 9.08). «Nella nudità dello sguardo diventiamo permeabili alla vita. La vita non ci passa accanto. Ci attraversa e ci commuove. Tutti abbiamo un senso nella vita. Nessuno di noi è un no. Tutti siamo sì, perciò quando troviamo il senso è come se la nostra anima si allargasse. Quando ci rendiamo conto che la vita ha senso e che tale senso ci trascende, sentiamo il bisogno di celebrarlo. Sentiamo il bisogno della festa, come espressione umana della celebrazione del senso. Allora troviamo il sentimento più profondo che si possa provare: la gratitudine» (III Scholas Chairs International Congres, Università di Gerusalemme, 2-5.07).
Nella prossimità del centenario della Lettera di Benedetto XV Ai Capi dei Popoli Belligeranti, in occasione dell’apertura dei lavori del vertice G20, il Santo Padre si è detto «obbligato a chiedere al mondo di porre fine a tutte queste inutili stragi». «La realtà è più importante dell’idea. Le tragiche ideologie della prima metà del secolo XX sono state sostituite dalle nuove ideologie dell’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione. È una tragica contraddizione e incoerenza l’apparente unità in fori comuni a scopo economico o sociale e la voluta o accettata persistenza di confronti bellici» (G20 di Amburgo, 7-8.07).
Così il Papa rivolge un accorato appello «per la tragica situazione del Sud Sudan, del bacino del Lago Ciad, del Corno d’Africa e dello Yemen» (7-8.07). Si è detto inoltre «profondamente addolorato dalla strage avvenuta in Nigeria, all’interno di una chiesa, e per le violenze omicide nella Repubblica Centrafricana, contro le comunità cristiane» (9.08). Allo stesso modo ha affermato: «nei nostri cuori portiamo il dolore per gli atti terroristici che, in questi ultimi giorni, hanno causato numerose vittime, in Burkina Faso, in Spagna e in Finlandia. Supplichiamo il Signore di liberare il mondo da questa disumana violenza» (Angelus, 20.08).
Nel discorso parabolico, che ci ha accompagnato nella Liturgia delle ultime domeniche di luglio, il Papa ha indicato come «queste similitudini mettono in evidenza due caratteristiche riguardanti il possesso del Regno di Dio: la ricerca e il sacrificio. È vero che il Regno di Dio è offerto a tutti – è un dono, è un regalo, è grazia – ma non è messo a disposizione su un piatto d’argento, richiede un dinamismo. L’atteggiamento della ricerca – ha sottolineato –  è la condizione essenziale per trovare; bisogna che il cuore bruci dal desiderio di raggiungere il bene prezioso, cioè il Regno di Dio che si fa presente nella persona di Gesù» (Angelus, 30.07).
Per questo il Papa ci offre, come dono speciale di grazia, nuove figure di santi da imitare e nuove strade da percorrere attraverso il Motu proprio in cui si dicono «degni di speciale considerazione ed onore quei cristiani che, seguendo più da vicino le orme e gli insegnamenti del Signore Gesù, hanno offerto volontariamente e liberamente la vita per gli altri ed hanno perseverato fino alla morte in questo proposito». (Motu Proprio sull’offerta della vita, 11.07).
Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia