Noi siamo di quelli che il “rientro” entusiasma (Settembre 2018)

Mettere desiderio nei giorni. Si rientra: a settembre tutto ricomincia. Anche il gommista sotto casa aveva detto: «A dopo le ferie». E il dentista: «Ci vediamo poi, dopo l’estate…». C’è chi patisce per il rientro. Qualcuno ne ha paura, prova malinconia. Le giornate riprendono col ritmo implacabile del metronomo: l’alzata, la colazione, la fuga al lavoro, i bambini da accompagnare, l’ufficio con lo stesso capo, le stesse riunioni; e alla sera la stessa moglie, lo stesso marito. Dopo le vacanze nulla sembra cambiato. Ancor più grigie e ripetitive le giornate di chi è solo: la sera nessuno l’aspetta, nessuno l’accompagna ai giardini; non c’è differenza fra un giorno e l’altro e neppure tra la notte e il giorno. Oggi come ieri, domani come oggi. Anche in parrocchia stessa musica: catechismo settimanale, matrimoni e funerali, riunioni del Consiglio pastorale, agende di nuovo piene di appuntamenti… Qualcuno si chiede: «In questo tran tran dov’è il Signore?». È come in un percorso senza sorprese, dove tutto si ripete. Come ritrovare il gusto della novità, che poi è “voglia di vivere”? Vale per tutti e vale per ogni comunità: occorre riscoprire la sorgente che zampilla dentro. Lo dice anche il Vangelo: «Chi di voi volendo costruire una torre non si siede prima a calcolare…?» (Lc 14,28). Il rientro offre, al di là dei soliti impegni, una opportunità e spinge a recuperare ciò che “fa vivere”, cioè a “mettere del desiderio” nei nostri giorni. Il desiderio fa riprendere le cose di sempre con uno spirito nuovo ed apre a cose nuove con la fedeltà di prima: noi siamo di quelli che il rientro entusiasma! Il mensile diocesano – “Montefeltro” – è una voce tenue che ripropone puntualmente le ragioni del cammino ecclesiale. Ci accompagna con fedeltà sulle orme tracciate da papa Francesco ed evidenziate dai nostri programmi pastorali. Basta scorrere i titoli: “Corro ma non come chi è senza meta” – “Con viscere di misericordia” – “Camminare insieme” – “Tra la gente con la gioia del Vangelo”. Titoli evidentemente dinamici! Il 23 settembre è la data ufficiale del “rientro diocesano”: tutti alle ore 16 nella cattedrale di Pennabilli, centro ideale, Chiesa madre, aula che custodisce la cattedra del Vescovo. Mentre si va in stampa il programma pastorale 2018/2019 è ancora in fase di stesura. Incontrando i sacerdoti e i religiosi ho sintetizzato alcune linee: «Riguardo al contenuto, sentiamo di doverci riproporre il cuore stesso del Vangelo, cioè il mistero pasquale: Gesù morto e risorto; ovviamente non si tratta di una riproposizione archeologica, di una frase fatta, ma di celebrarlo nell’anno liturgico, valorizzando i segni, ma soprattutto nell’impegno di renderlo concreto ed esperienziale: “Come vivi Gesù morto e risorto? Che cosa c’entra con la tua vita?”. […] La risurrezione di Gesù è il big bang della fede cristiana: nei primi istanti ha messo in moto poche persone, ma una quantità enorme di energia. I primi testimoni capivano che era successo qualcosa di incredibile. Poi, di anno in anno, di secolo in secolo fino ad oggi, tante persone sono state coinvolte in questo annuncio di fede. La risurrezione di Gesù è un messaggio in espansione, è una notizia che vuole raggiungere tutti. […] Interessante quanto scriveva il card. Martini: “È impossibile concepire un cristianesimo primitivo in cui l’annuncio fondamentale non fosse questo: Gesù è veramente risorto. Non è mai esistito un cristianesimo primitivo che abbia affermato come primo messaggio ‘amiamoci gli uni gli altri’, ‘siamo fratelli’, ‘Dio è padre di tutti’, ecc. Dal messaggio ‘Gesù è veramente risorto’ derivano tutti gli altri”». Il metodo voluto per il programma pastorale, dalla stesura all’attuazione, è sinodale, proprio di chi sa e vuole fare strada insieme: non un metodo proclamato, ma vissuto con il coinvolgimento di tanti e sempre aperto a nuovi sviluppi. Nessuno che voglia vivere la Chiesa locale può prescindere dalle indicazioni del programma pastorale diocesano, pena lasciar fuori pensiero e cuore dalla comunione ecclesiale. Al momento solenne di lancio è da collegare la “giornata di verifica” a fine anno pastorale, sabato … Frammezzo si snodano segmenti importanti del cammino diocesano: da ottobre a Natale, dalla Quaresima alla Pasqua, dalla Pentecoste all’estate compresa. Un cammino di popolo: cammino di studio, di formazione, di preghiera e di vita. Dati alcuni input iniziali, si scrive il programma vivendolo, comunicando esperienze, interrogativi e nuove prospettive. Il cammino è sinodale nello stile: incoraggerà la creatività e l’originalità di ogni comunità, terrà conto della specificità e dei carismi di ogni associazione, gruppo e movimento (pastorale integrata). Il tutto avvolto dalla luce e dalla linfa sempre nuova dell’anno liturgico che, come un sacramento, fa vivere col Signore Gesù, rimette continuamente alla sua sequela, sostiene lo slancio di evangelizzazione. Fuori da questa dimensione la programmazione rischia lo stile aziendale. Ecco allora: una Chiesa sposa del Signore che a lui si stringe sempre più (cfr. Ger 13,11); una Chiesa famiglia che dispone con sapienza e cuore la sua “economia” (cfr. Lc 12,42); una Chiesa sentinella che sta al suo posto nella notte (cfr. Is 21,11); una Chiesa “piedi e mani” a disposizione del Vangelo e a servizio dei fratelli (cfr. Mt 28,20). Noi siamo di quelli che il rientro entusiasma!
✠ Andrea Turazzi