Noi soldati, pescatori e pellegrini (Giugno 2017)

Come colonna luminosa “tra i fiumi e il fango della storia”. Il 6 maggio 1527 si consumò il “famoso” e “doloroso” “sacco di Roma”, “nel quale le Guardie Svizzere si distinsero in una coraggiosa e indomita difesa del Papa, fino al sacrificio della vita”: ad esse, riunite per accogliere il giuramento di quaranta giovanissime reclute, il Papa ha ricordato che “oggi siete chiamati ad un altro sacrificio non meno arduo: a servire cioè la potenza della fede… valida barriera per resistere a colui che… «va in giro come un leone cercando chi divorare» (1 Pt 5,8)”.
A loro, come a noi, Cristo rivolge la domanda che la Madonna fece ai tre pastoriños di Fatima: “Volete offrirvi a Dio?”. La risposta – «Sì, lo vogliamo!» – ci dà la possibilità di capire e imitare la loro vita” (Fatima, ai malati, 13.05). “Nel «chiedere» ed «esigere» da ciascuno di noi l’adempimento dei doveri del proprio stato (Lettera di Suor Lucia, 28 febbraio 1943), il cielo mette in moto qui una vera e propria mobilitazione generale contro questa indifferenza che ci raggela il cuore e aggrava la nostra miopia. Così non saliamo alla croce per trovare Gesù; ma è stato Lui che si è umiliato ed è sceso fino alla croce per trovare noi e, in noi, vincere le tenebre del male e riportarci verso la Luce” (Canonizzazione dei Beati Francesco e Giacinta Marto, 13.05).
Anche Maria, come il Figlio, si fa trovare nel fango dell’umanità: nel festeggiare i 300 anni di Nostra Signora Aparecida (Consiglio episcopale latinoamericano, 9-12.05), Francesco ha ricordato la vicenda dei pescatori che “uscirono per guadagnarsi da vivere e furono sorpresi da un ritrovamento che cambiò i loro passi: nella loro quotidianità vennero trovati da una piccola immagine tutta ricoperta di fango. Era Nostra Signora della Concezione… Uomini abituati ad affrontare le inclemenze con il vigore e una certa santa «ostinazione» di chi ogni giorno non smette — perché non può — di gettare le reti”. E “poiché nessun’altra creatura ha visto risplendere su di sé il volto di Dio come Lei, che ha dato un volto umano al Figlio dell’eterno Padre” (Fatima, Benedizione delle candele, 12.05), a Lei il Papa si è rivolto a Fatima in un’intensa preghiera, preceduta da un lungo sguardo silenzioso alla “Signora dalla veste bianca” che porta incastonata nella corona il proiettile che il 13 maggio 1981 colpì Giovanni Paolo II: “Pellegrino della Luce… rendo grazie a Dio Padre che, in ogni tempo e luogo, opera nella storia umana… Saremo, nella gioia del Vangelo, la Chiesa vestita di bianco, del candore lavato nel sangue dell’Agnello versato anche oggi nelle guerre che distruggono il mondo in cui viviamo. E così saremo, come Te, immagine della colonna luminosa che illumina le vie del mondo… adornaci col fulgore dei gioielli della tua corona e rendici pellegrini come Tu fosti pellegrina” (Cappellina delle Apparizioni, 12.05) fin dal principio, nell’Egitto che la accolse, in fuga da Erode, con Gesù e Giuseppe (Viaggio in Egitto, Omelia, 29.04).
“Quando Gesù è salito al cielo, ha portato accanto al Padre celeste l’umanità – la nostra umanità – che aveva assunto nel grembo della Vergine Madre, e mai più la lascerà… fissiamo la nostra speranza in quella umanità collocata nel Cielo alla destra del Padre (cfr Ef 2,6). La presenza divina divenne costante nella loro vita [dei tre pastorelli], come chiaramente si manifesta nell’insistente preghiera per i peccatori e nel desiderio permanente di restare presso “Gesù Nascosto” nel Tabernacolo” (13.05).
Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia