Pellegrinaggio sulle orme di Padre Pio (Maggio 2018)

Il Santo Padre ci ha fatto dono di una nuova Esortazione Apostolica per ricordarci «la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi» (Gaudete et Exultate, 9 aprile). Richiamando le sempre attuali parole di Santa Teresa Benedetta della Croce: «Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia. E quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svelato», ci domanda di «permettere a Dio di plasmare in noi quel mistero personale che possa riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi» (9 aprile). «Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini» (9 aprile). Avverte inoltre il pericolo di un neo-gnosticismo e neo-pelagianesimo che ponga al centro le nostre capacità anziché la Grazia di Dio operante nello Spirito. Concludendo il ciclo di Catechesi dedicate alla Messa il Papa ha messo in luce che «mentre ci unisce a Cristo, la Comunione ci apre ed unisce a tutti coloro che sono una sola cosa in Lui» (Udienza Generale, 21 marzo). «Quella che deve essere testimone di Cristo è la comunità, altrimenti il sacerdote è soltanto funzionale: la comunità va in chiesa, “affitta” una Messa, chiede una sepoltura, la prima Comunione, e poi lo lascia solo» (Incontro pre-sinodale dei giovani, 19 marzo). Ha così evidenziato l’essenzialità di passare «dalla celebrazione alla vita, consapevoli che la Messa trova compimento nelle scelte concrete di chi si fa coinvolgere in prima persona nei misteri di Cristo» (Udienza generale, 4 aprile). In pellegrinaggio sulle orme di san Pio da Pietrelcina ha ricordato le «tre eredità preziose» del Santo cappuccino: «I gruppi di preghiera, gli ammalati della Casa Sollievo, il confessionale» (San Giovanni Rotondo, 17 marzo). «Se vogliamo imitare Gesù, iniziamo anche noi da dove cominciava Lui, cioè dalla preghiera» (17 marzo). «I discepoli hanno riconosciuto Gesù attraverso le sue piaghe. Abbiamo bisogno di vedere Gesù toccando il suo amore. Entrando oggi, attraverso le piaghe, nel mistero di Dio, capiamo che la misericordia non è una sua qualità tra le altre, ma il palpito del suo stesso cuore» (Messa della Divina Misericordia, 8 aprile). Usando poi la metafora della Primavera ha affermato che «la vita cristiana dev’essere una vita che deve fiorire nelle opere di carità. Ma se tu non hai delle radici, non potrai fiorire, e la radice chi è? Gesù!» (21 marzo). Il Pontefice ci ha poi ricordato che «la preghiera è un’indispensabile opera di misericordia spirituale» (19 marzo). L’altra eredità lasciata da San Pio è la Confessione: «Ad ogni perdono siamo rinfrancati, incoraggiati, perché ci sentiamo ogni volta più amati, più abbracciati dal Padre. E quando, da amati, ricadiamo, proviamo più dolore rispetto a prima. È un dolore benefico, che lentamente ci distacca dal peccato» (8 aprile). In occasione dell’incontro preparatorio per il Sinodo sui Giovani, il Santo Padre ha fatto emergere come «siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti. Questa Riunione pre-sinodale vuol essere segno della volontà della Chiesa di mettersi in ascolto di tutti i giovani» (19 marzo), domandando di rimando: «Voi, siete disposti ad ascoltare Gesù e a cambiare qualcosa di voi stessi?» (Ai ragazzi della Diocesi di Brescia, 7 aprile).

Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia