“Preghiera: nostalgia di un incontro”

La bellezza del Vangelo

«La preghiera è il mistero più intimo di noi stessi. È nostalgia di un incontro. Quella nostalgia che è più di un bisogno, più di una necessità: è una strada» (Udienza Generale, 13 maggio).
A questo ci richiamano le parole di Gesù: «“Rimanete in me e io in voi”: è un rimanere reciproco. i tralci senza la vite non possono fare nulla perché non arriva la linfa, ma anche la vite ha bisogno dei tralci. È un bisogno reciproco, è un rimanere reciproco per dar frutto» (Santa Marta, 13 maggio).
Il Papa ci ha poi richiamati al coraggio nella preghiera: «perché pregare è lottare: lottare con Dio». E aggiunge: «La Chiesa sa che senza questa ascesa al Padre non può sopravvivere. Per questo il primo compito di un vescovo è pregare, e il popolo, vedendo il vescovo pregare, impara a pregare» (Santa Marta, 10 maggio).
«Senza testimonianza e preghiera non si può fare predicazione apostolica, non si può fare annuncio. Farai una bella predica morale, farai tante cose buone, ma il Padre non avrà la possibilità di attirare la gente a Gesù. Questo è il centro del nostro apostolato: che il Padre possa attirare la gente a Gesù» (Santa Marta, 30 aprile).
Il Santo Padre ha parlato poi del discernimento spirituale: «diverse voci risuonano dentro di noi. C’è la voce di Dio, che gentilmente parla alla coscienza, e c’è la voce tentatrice che induce al male. Come fare a distinguere l’ispirazione di Dio dalla suggestione del maligno? Queste voci parlano due lingue diverse, hanno cioè modi opposti per bussare al nostro cuore. La voce di Dio non obbliga mai: Dio si propone, non si impone. Invece la voce cattiva seduce, assale, costringe: suscita illusioni abbaglianti, emozioni allettanti, ma passeggere. All’inizio blandisce, ci fa credere che siamo onnipotenti, ma poi ci lascia col vuoto dentro e ci accusa: “Tu non vali niente”. La voce di Dio, invece, sempre alimenta la speranza. La voce del nemico poi distoglie dal presente e vuole che ci concentriamo sui timori del futuro o sulle tristezze del passato. La voce di Dio, invece, non promette mai la gioia a basso prezzo: ci invita ad andare oltre il nostro io per trovare il vero bene, la pace. Ricordiamoci: il male non dona mai pace» (Regina Caeli, 3 maggio).
Quella del mondo «è una pace costosa, perché è provvisoria e sterile. Quella di Gesù – al contrario – è gratuita, è una pace feconda che si apre e porta anche altri con te al Paradiso» (Santa Marta, 12 maggio).
Così impariamo anche che «nel momento di crisi – come quello che stiamo vivendo – è necessaria la perseveranza, il silenzio. È il momento della fedeltà, della fedeltà a dio, della fedeltà alle decisioni che noi abbiamo preso da prima. È anche il momento della conversione, perché questa fedeltà ci ispirerà qualche cambiamento per il bene, non per allontanarci dal bene». Domanda quindi il Papa «che il Signore ci dia la forza – nei momenti di crisi – di non vendere la fede» (30 aprile).
Ricorda poi che «il Signore non vuole che ripensiamo continuamente alle nostre cadute, ma che guardiamo a Lui. La risurrezione del discepolo infatti si compie quando la sua umanità fragile e ferita entra in quella di Gesù. Lì si dissolvono i dubbi, lì Dio diventa il mio Dio, lì si ricomincia ad accettare sé stessi e ad amare la propria vita» (Domenica della Divina Misericordia, 19 aprile).
Da qui lo splendore della santità. E «quando appare la santità ed emerge la vita dei figli di Dio, in quella bellezza c’è qualcosa di scomodo che chiama ad una presa di posizione: o lasciarsi mettere in discussione e aprirsi al bene o rifiutare quella luce e indurire il cuore. Ma di cosa può rallegrarsi chi è rifiutato dal mondo per causa di Cristo? Si rallegra di aver trovato qualcosa che vale più del mondo intero» (Udienza Generale, 29 aprile).
Di questa bellezza parlano gli artisti, a cui il Papa ha dedicato alcuni momenti di preghiera, sottolineando come essi «ci fanno capire cosa è la bellezza, e senza il bello il Vangelo non si può capire» (Santa Marta, 7 maggio).

Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia, giugno 2020