Prendiamoci per mano… ma per allargare l’abbraccio (Ottobre 2019)

Domenica 22 settembre. Godo di un colpo d’occhio emozionante: la Cattedrale è gremita. Così non l’ho vista mai. A molti tocca stare in piedi. Sono operatori pastorali della Diocesi di San Marino-Montefeltro: membri dei Consigli, catechisti, religiose e impegnati nella Caritas e nel servizio agli ammalati, educatori e semplici fedeli. Dalla mia postazione tocco con mano la presenza di un laicato aperto e disposto a mettersi in gioco. Tanti diaconi e parroci sono confusi tra i presenti, autentici leader delle nostre comunità. È un pomeriggio di gioia a dispetto del clima autunnale e piovoso: è la festa del rientro dopo un’estate ricca di iniziative e di presenze; è il momento atteso della consegna del Programma pastorale, è il giorno solenne del Mandato. Il Vicario Generale, mons. Elio, sottolinea: «Ad essere mandati, in verità, non sono tanto gli operatori pastorali, ma tutta la comunità unita attorno al Vescovo e rinfrancata nella sua destinazione missionaria». Il campo d’azione è ampio per tutti. La frontiera della nuova evangelizzazione – senza dimenticare la missio ad gentes – attraversa infiniti luoghi di vita, affidati specialmente alla generosa creatività dei laici. Il laico, con la sua presenza nel mondo, porta il Vangelo, anzitutto con una testimonianza trasparente, contestuale e proporzionata e, quando è necessario, con la parola. Ho forte un desiderio: prendiamoci per mano, non per serrare le fila, ma per allargare l’abbraccio e “prendere dentro” tutta la vita che pulsa attorno.
Vedo un appassionante cammino per la nostra Chiesa, un itinerario di rinnovata iniziazione cristiana: ridiventare cristiani, ridiventarlo insieme. Sfida e sorpresa. Siamo nel cuore del Programma pastorale diocesano. Una premessa. Occorre comprendere per il verso giusto il nesso fra kerygma (annuncio) e Battesimo: non due realtà in sequenza, una accanto all’altra o giustapposte, ma una realtà nell’altra. Il kerygma è la concentrazione dinamica della fede; il Battesimo la sancisce, la manifesta e la celebra: l’amore di Dio che genera “figli nel Figlio”. Papa Francesco sintetizza con queste semplici parole l’annuncio: «Dio ti ama, è vicino, ti salva» (Christus Vivit). Il Battesimo è kerygma in atto e risposta alla dichiarazione del Padre: «Tu sei mio figlio, l’amato, sorgente della mia gioia». È su questa linea che si muove il Programma, sviluppo di quel tentativo che ho chiamato “rinnovata iniziazione cristiana”. Effettivamente, si dà per scontato l’essere cristiani. Ma quando abbiamo deciso di esserlo? La Diocesi si orienta a rinnovare relazioni, a ripensare gli itinerari formativi (con lo stile di veri e propri “laboratori della fede”), a rendere più vive le celebrazioni e la catechesi.
Ci si presenta l’opportunità di riagganciare tutto quel mondo che non è ostile, ma che costituisce, in un certo modo, una “periferia”. È costituito dal 90% e più di genitori che domandano il Battesimo dei loro bambini e poi la Prima Comunione e la Cresima. È un grande popolo che amo chiamare benevolmente, ma con un pizzico di ironia, “il popolo della Prima Comunione”: insieme ai genitori è composto dai nonni, dai padrini, dalle madrine, dagli amici, che vengono coinvolti in questi sacramenti così festosamente celebrati, ma poco compresi e vissuti. Un’altra sfida: la comunicazione. Non scrivo della circolazione degli inviti, delle proposte, delle iniziative o del passaparola. C’è effettivamente sovrabbondanza di “comunicazione” (e manifesti!). Inoltre, c’è l’ottimo servizio svolto dal nostro mensile, che segnala quello che succede in Diocesi e raccoglie voci. Dico piuttosto della comunicazione profonda che è sintonia, attitudine del cuore a sintonizzarsi sulle attese della gente (da decifrare) e sulle indicazioni della Chiesa. Un’unica fedeltà, un unico ascolto. Le attività sono molte. Sintonia «non è partecipare a tutte, ma tutte portare nel cuore e nella preghiera». Il Programma pastorale in gran parte è frutto di un cammino che si sta facendo insieme. È sinodalità. È vita di Chiesa. Vorrei che l’input che parte dal Vescovo raggiungesse tutte le comunità: dalla più grande alla più piccola, da quella di là del monte a quella di qua, da quella sammarinese a quella italiana. Prendiamoci per mano!
+ Andrea Turazzi