“Ricordati: risorgerai!”

Il dialogo. Il padre misericordioso. La Pasqua

Si è svolto a San Marino il 15 e 16 marzo il 4° Forum del Dialogo. Non un convegno a tesi, ma una vera e propria “piazza” in cui ascoltare, discutere e porsi domande su problemi di attualità. Il tema di quest’anno: “Dialogo con i nostri tempi: problemi, opportunità, prospettive”, con le domande correlate: «Perché tanta povertà? Perché e da dove arriva l’emigrazione? Dov’è la felicità?», ha suscitato molto interesse. Il Vescovo, mons. Turazzi, si è rivolto così ai partecipanti al termine dei lavori: «Esco da questo Forum con delle domande. Le giro ai presenti, ma vorrei diventassero una traccia di lavoro per i miei collaboratori e per la mia comunità. Credo che questo sia un complimento per il Forum, che ha lo scopo di suscitare domande, esprimere confronti, lasciare inquieti». In particolare, il Vescovo Andrea, sul tema dell’emigrazione, ha dichiarato: «Più si è poveri meno si emigra. A dispetto di quanto si crede, si emigra quando si intravvedono già possibilità di sviluppo e risorse; non solo risorse economiche, ma anche culturali e sociali. Dobbiamo augurarci che cessino le migrazioni forzate, non la mobilità umana liberamente scelta e vantaggiosa per tutti» (Intervento al 4° Forum del dialogo, Domagnano 15.03.2019).

Nel cuore del periodo quaresimale la nota “parabola del figliuol prodigo” – meglio indicata come “parabola del Padre misericordioso”, visto che «tutte le linee narrative portano a lui» – ha stimolato una profonda riflessione su Dio. Il figlio più giovane se ne va di casa in cerca «di se stesso e della sua felicità». «Il padre lo lascia andare: ama la libertà del figlio, la provoca, la festeggia e… la patisce», commenta mons. Turazzi. Ad un certo punto quel figlio si accorge che «le cose sulle quali si è buttato hanno un fondo e che il fondo è vuoto». Rientra in sé e torna a casa, «non per amore ma per fame, per non morire». «Il padre fa tutto da solo – fa notare mons. Vescovo sottolineando i verbi del perdono paterno (scruta l’orizzonte, vede, corre incontro, si commuove, si getta al collo del figlio, lo bacia) –; quello del figlio non è vero pentimento, ma al padre basta un cenno, un passo, un alzar di sguardo». Anche la reazione del figlio maggiore mette in luce un atteggiamento sbagliato nei confronti del padre. «C’è un contrasto fra il suo cuore infelice e la festa che tracima dalla casa. […] Il genere di perfezione vissuta dal figlio maggiore è fatta di osservanze meticolose, austerità forzata, virtù obtorto collo». Entrambi i figli, dunque, si sbagliano sul padre: «Lo pensano più padrone che padre, più autorità che autorevolezza, più uno spione che uno che ha cura». Conclude mons. Turazzi: «Qui c’è un padre che non è giusto: è di più, è amore incondizionato, eccedente!» (Omelia nella celebrazione per l’Insediamento dei Capitani Reggenti, San Marino Città, 01.04.2019).

Il tema del Padre ritorna anche durante la Festa del perdono con i giovani, in occasione delle “24 ore per il Signore”. Mons. Vescovo racconta la vicenda di Giuseppe, il figlio di Giacobbe, spogliato di tutto e venduto ai mercanti d’Oriente dai fratelli, gelosi di lui. Giuseppe è, fra i personaggi della Bibbia, quello che piange di più (piange ben sette volte in poche righe di racconto). Si tratta per lo più di lacrime di gioia, di riconoscenza, di commozione. Ma l’ultimo pianto di Giuseppe è un pianto di dolore, allorché i suoi fratelli non credono che lui li abbia veramente perdonati. «Non so se il Signore piange – conclude il Vescovo Andrea – ma vedo nelle lacrime di Giuseppe quelle del Signore quando ci sottraiamo alla sua misericordia perché non crediamo al suo perdono» (Omelia nella Festa del perdono, Borgo Maggiore, 29.03.2019). Per questo invita i giovani a non disperare quando, rientrando in se stessi, vedranno limiti, peccati, fragilità. «Il cuore di Dio è molto più grande del nostro» (cfr. 1Gv 3,20).

Mons. Turazzi è stato invitato, nella prossimità della Pasqua, ad un incontro col personale della Banca Centrale di San Marino. Nel suo intervento ha fatto riferimento all’Enciclica Caritas in Veritate che, nel riflettere sulla crisi del 2008, affermava: «Quando prevale l’assolutizzazione della tecnica, si realizza una confusione tra fini e mezzi, l’imprenditore considererà come unico criterio d’azione il massimo profitto della produzione; il politico, il consolidamento del potere; lo scienziato, il risultato delle sue scoperte» (Benedetto XVI, Caritas in Veritate, n. 71). Poi, Mons. Turazzi ha sottolineato un tema che gli è caro e che torna spesso nei suoi interventi, la dimensione relazionale: «La dimensione relazionale è fondamentale per la finanza. La qualità della relazione decide la qualità della finanza, perché è un patto fiduciario fra persone, fra chi risparmia e chi investe. Per cui la finanza non dovrebbe, se non eccezionalmente, essere affidata a meccanismi impersonali» (Caritas in Veritate, n. 34). Nel cuore di quest’anno interamente dedicato ad una rinnovata consapevolezza della risurrezione il Vescovo fa dono ad ogni comunità di un poster contenente la sinossi dei racconti pasquali. La consegna del dono è stata accompagnata da queste parole: «L’annuncio di Gesù Risorto risuoni di bocca in bocca e squarci le oscurità del nostro tempo. La Quaresima, iniziata con l’austera ma necessaria ammonizione: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, si chiude con una parola piena di speranza: “Ricordati: risorgerai! Alleluia!”». Come è possibile la risurrezione? «Noi passiamo da morte a vita quando amiamo i fratelli» (cfr. 1Gv 3,14). «A volte basta poco per amare, ma bisogna che si sblocchi il cuore – esemplifica mons. Vescovo – : c’è il gesto grande di una mamma che dà la vita al suo bimbo, c’è il momento di intimità di due sposi, c’è la compagnia fra due amici, c’è un sacerdote che dice la Messa… Ma basta anche molto meno: uno sguardo, un sorriso, il portare insieme un carico pesante… » (Omelia nella S. Messa con la Comunità Terapeutica APG23, Maiolo, 6.04.2019). Questo l’augurio pasquale per tutti!

Paola Galvani, maggio 2019