Santità – Ecumenismo – Missione (Settembre 2018)

TERMINI DI UNA UNITÀ POSSIBILE
Il 17 luglio è stata aperta la causa di beatificazione di Chiara Corbella, mamma di tre figli – i primi due vissuti solo pochi minuti – morta all’età di ventotto anni a causa di un tumore non curato per portare a termine l’ultima gravidanza. Vengono in mente le parole del Papa: «Occorre interrogarsi più a fondo sulla destinazione ultima della vita, capace di restituire dignità e senso al mistero dei suoi affetti più profondi e più sacri. La vita dell’uomo è anche incredibilmente tenace, di certo per una misteriosa grazia che viene dall’alto, ed è persino capace – speranza contro ogni speranza – di sacrificarsi per essa, fino alla fine» (All’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, 25 giugno). Siamo invitati a volgere lo sguardo a questa mamma che incarna per noi «la sapienza cristiana che deve riaprire con passione e audacia il pensiero della destinazione del genere umano alla vita di Dio» (25 giugno). Il Papa ha poi sottolineato come «l’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre; anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé» (25 giugno). Per questo, ha esortato il Pontefice, «solo cambiando l’educazione si può cambiare il mondo» (Alla Fondazione “Gravissimum Educationis”, 25 giugno). In occasione di numerosi Incontri Ecumenici il Santo Padre ha esortato a riappropriarsi di una coscienza missionaria: «se aumenterà la spinta missionaria, aumenterà anche l’unità fra noi» (Centro Ecumenico WCC, 21 giugno). Prendendo poi spunto dalla festa dei Santi Pietro e Paolo ha sottolineato come «fare memoria degli Apostoli significa ricordare le radici comuni sulle quali si edificano le nostre Chiese sorelle, ma anche prendere coscienza della comune missione al servizio del Vangelo» (Alla delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, 28 giugno). «Nel corso dei secoli, il mondo ha definito Gesù in diversi modi: un grande profeta della giustizia e dell’amore; un sapiente maestro di vita; un rivoluzionario… Nella babele di queste e di altre ipotesi si staglia ancora oggi, semplice e netta, la confessione di Simone detto Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Angelus, 29 giugno). Da Bari, «finestra spalancata sul vicino Oriente», il Papa ha richiamato l’attenzione al Medio Oriente in occasione della Preghiera Ecumenica per la pace. «Lì è venuto a visitarci il Signore, sole che sorge dall’alto. Da lì si è propagata nel mondo intero la luce della fede. Lì sono sgorgate le fresche sorgenti della spiritualità e del monachesimo. Questa tradizione – ha raccomandato il Pontefice – è un tesoro da custodire con tutte le nostre forze, perché in Medio Oriente ci sono le radici delle nostre stesse anime» (Bari, 7 luglio). «Sentiamo di doverci convertire ancora una volta al Vangelo, garanzia di autentica libertà, e di farlo con urgenza ora, nella notte del Medio Oriente in agonia. Come nella notte angosciosa del Getsemani, non saranno la fuga o la spada ad anticipare l’alba radiosa di Pasqua, ma il dono di sé a imitazione del Signore» (7 luglio). Il Papa ha ricordato poi come «tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio» (7 luglio). E una preghiera accorata sgorga dal cuore del Pastore: «non si trasformino le terre d’Oriente, dove è sorto il Verbo della pace, in buie distese di silenzio». «Dal corso del Nilo alla Valle del Giordano e oltre, risuoni il grido del Salmo: “Su di te sia pace!”. Per i fratelli che soffrono e per gli amici di ogni popolo e credo, ripetiamo: Su di te sia pace! Col salmista imploriamolo in modo particolare per Gerusalemme, città santa amata da Dio e ferita dagli uomini, sulla quale ancora il Signore piange: Su di te sia pace!» (7 luglio).
Monache dell’Adorazione eucaristica – Pietrarubbia