“Siate uomini dell’Avvento!” (Novembre 2016)

CON MARIA, ADORATORI E MISSIONARI DI CRISTO

Rivolgendosi ai Missionari oblati di Maria Immacolata nel bicentenario di fondazione, il Papa ha definito il fondatore, Sant’Eugenio de Mazenod, “uomo dell’Avvento, docile allo Spirito Santo nel leggere i segni dei tempi” e nell’“assecondare l’opera di Dio nella storia della Chiesa”: egli agì negli anni della Rivoluzione francese “per riaccendere la fede che [essa] stava spegnendo nel cuore dei poveri delle campagne della Provenza, travolgendo anche tanti ministri della Chiesa”. Questo sacerdote è forse sconosciuto per molti, certamente è meno noto di Napoleone, eppure il suo bene fatto “senza far suonare la tromba” (Omelia, 11.10) è incarnazione della “storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia” (Giubileo mariano – Veglia, 08.10). Nessuno degli eventi delle scorse settimane ha lasciato la Chiesa silenziosa o indifferente: il terremoto che il 24 agosto ha colpito Lazio, Umbria e Marche, visitate dal Papa il 4 ottobre; l’uragano che ha falcidiato Haiti (Comunicato, 14.10); le difficoltà di “contadini, pescatori, allevatori”, custodi di una sapienza di vita “che oggi vedono derisa e dimenticata” da un modello di produzione nefasto (GM dell’Alimentazione 2016, 14.10); i fanciulli migranti (13.10); i massacri di Siria, Iraq e Medio Oriente (29.09, 05.10, 12.10). Accanto a questi eventi, che suscitano opere di misericordia soprattutto corporale, se ne pongono altri che richiedono opere di misericordia spirituale: il dialogo interreligioso, nel 50º dello storico incontro tra il Beato Paolo VI e l’Arcivescovo di Canterbury Michael Ramsey, ha attraversato il mese di ottobre anche in virtù del viaggio del Papa in Georgia, paese a maggioranza ortodossa, e Azerbaijan, dove ha incontrato i cattolici, che sono solo 700 su una popolazione di 10 milioni di abitanti a maggioranza musulmana (30.09-02.10). Realista nel sottolineare con sincerità i punti che ancora ci dividono (nel caso degli anglosassoni “l’ordinazione delle donne” e “questioni relative alla sessualità umana”, Dichiarazione congiunta, 06.10) il Papa ha insistito su ciò che accomuna, in particolare, le diverse confessioni cristiane: preghiera, testimonianza, missione. Il simbolo di questa unità è la tunica di Cristo, priva di cuciture, di una reliquia è custodita nella Chiesa patriarcale georgiana di Svetitskhoveli (01.10). Contrariamente a nichilisti e fondamentalisti, le religioni aiutano “a discernere il bene e a metterlo in pratica con le opere, con la preghiera e con la fatica del lavoro interiore” (02.10).
Il Papa ha parlato di nuovo del matrimonio (Volo di ritorno, 02.10): la misericordia che la Chiesa invoca nei riguardi di chi ha il cuore ferito, in particolare divorziati e omosessuali, non diventi pretesto per associarsi all’attuale “guerra mondiale” di laicisti e teorici del gender. Se l’Amoris laetitia (cap. 8) invita al discernimento misericordioso dei casi difficili, “per me il nocciolo… è il capitolo quarto, che serve per tutta la vita” e che attinge le caratteristiche del matrimonio cristiano dai singoli versetti dell’Inno alla carità di San Paolo (1 Cor 13,4-7). Con il Papa, in queste ore di inasprimento del “disumano conflitto in Siria”, non stanchiamoci di ripetere le parole che san Giovanni Paolo II pronunciò l’8 ottobre del 2000, nell’Atto di Affidamento giubilare a Maria: “O Madre vogliamo affidarti il futuro che ci attende. L’umanità può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo a un ammasso di macerie”. In questo bivio, la Vergine ci aiuti a scegliere la vita, accogliendo e praticando il Vangelo di Cristo Salvatore (Angelus, 09.10).

Monache dell’Adorazione Eucaristica – Pietrarubbia