Testimoni della Risurrezione

Anche nel mese scorso sono tornati alcuni temi cari al Vescovo Andrea. Anzitutto il tema fondamentale del programma pastorale incentrato sul “Big Bang” della fede cristiana: la risurrezione di Gesù. Sabato 29 settembre: la Chiesa di San Marino-Montefeltro è in festa per l’ordinazione diaconale di Luca Bernardi e di Vittorio Fiumana; «la Chiesa sente, gode e proclama che il conferimento dell’Ordine Sacro del Diaconato è un frutto della risurrezione di Gesù». Con queste parole il Vescovo Andrea ha aperto la celebrazione eucaristica, spalancando i riflettori non sui candidati al Diaconato ma sul Risorto: «È lui che comunica la grazia che il sacramento significa», mediante l’imposizione delle mani del Vescovo. Il servizio principale richiesto al diacono, insieme alla carità e alla liturgia, è «il servizio di cui ha più bisogno il nostro popolo: annunciare Gesù». «Il sacramento che vi costituisce diaconi per sempre – prosegue il Vescovo rivolgendosi agli ordinandi – non si aggiunge come un optional, non è una semplice funzione esteriore, ma si identifica come una consacrazione pasquale». Conclude poi con una raccomandazione: «Attenzione, Gesù non è vivo perché voi lo annunciate, ma lo annunciate perché è vivo! Voi siete le mani, i piedi, il cuore del suo incontro con gli uomini. Allora “comportatevi in maniera degna della chiamata che avere ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità”» (Omelia nella S. Messa per le Ordinazioni diaconali, Pennabilli, 29.09.18).

Il mese di ottobre è da alcuni anni dedicato al mondo dell’educazione. Il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, agli studenti nelle scuole di ogni ordine e grado è stato distribuito un segnalibro contenente una preghiera del Santo Padre ed è stato comunicato un messaggio del Vescovo, insieme all’augurio per un proficuo anno scolastico. Questo lo slogan pensato dal Vescovo per l’anno appena iniziato: «Comunicare: verbo infinito! Una possibilità fantastica, un diritto per tutti, una responsabilità». Ma – precisa il Vescovo – «la prima e fondamentale legge della comunicazione rimane il “rapporto”, con le sue regole di verità, di accoglienza, di benevolenza. Saper guardare l’altro negli occhi è la forma più alta di comunicazione. Non serve sprecar parole. Chi raggiunge questa capacità sa destreggiarsi fra mille messaggi e orientarsi nella selva delle informazioni» (Messaggio del Vescovo agli studenti, 4 ottobre 2018).

Dall’educazione all’etica pubblica: l’occasione è data dalla cerimonia di Investitura dei Capitani Reggenti nella Repubblica di San Marino. Commentando un passo della Lettera dell’apostolo Giacomo, il Vescovo invita a mettere a confronto «una sapienza che non viene dall’alto, terrestre e materiale, con una sapienza che viene dall’alto (cfr. Gc 3,15-17)». La “sapienza che viene dall’alto” è piena di virtù. Come educare se stessi alla virtù? «Ci si educa anzitutto coltivando pensieri di bene», risponde Mons. Turazzi. «Tutto, in fondo, si gioca laddove uno è solo con se stesso. […] La virtù autentica è un progetto di vita, è il costante, personale impegno ad imprimere una direzione al proprio agire, fino alla fedeltà alle piccole cose. Ci sono virtù indispensabili e fondamentali che la tradizione chiama cardinali in quanto sono i “cardini” che sostengono l’impianto della nostra vita e delle nostre relazioni: la giustizia, la fortezza, la prudenza, la temperanza» (Omelia nella celebrazione eucaristica in occasione dell’Investitura dei Capitani Reggenti, San Marino 1 ottobre 2018).

Dopo la pausa estiva il Vescovo Andrea ha ripreso le Visite Pastorali. È il momento della Val Foglia e della Val Conca. «Quelli che vengono a Messa conoscono il mio nome, che viene incastonato nel Canone, la grande preghiera della Chiesa, dove accade la consacrazione del pane e del vino». Così si rivolge ai partecipanti alla celebrazione di apertura della Visita a Macerata Feltria. «Il vescovo viene nominato – prosegue mons. Andrea – perché, fin dall’antichità, i cristiani hanno avuto coscienza che il vescovo è successore degli apostoli: è colui che testimonia la risurrezione di Gesù». E con sempre maggiore entusiasmo afferma: «Siamo qui, cari amici, questa domenica, non per ricordare un morto, ma perché siamo appassionati di un vivo: Gesù è vivo in mezzo a noi!» (Omelia nella XXVI domenica del Tempo Ordinario, Macerata Feltria 30 settembre 2018).

Parole forti, che scuotono e danno nuova energia, di fronte alle croci che «l’umanità sta vivendo nelle guerre, nei profughi, nei tanti poveri nel mondo, nelle difficoltà e nelle disunità che patisce la Chiesa». Il ricordo va in modo speciale a Papa Francesco affinché sia «bussola che nella verità del Vangelo sine glossa porta ad accogliere, sprona al coraggio di affrontare le sfide, si alza per difendere la vita fin dal primo concepimento» (Omelia nella S. Messa di Chiusura della Settimana in onore della Madonna delle Grazie, Ferrara 14 ottobre 2018).

Paola Galvani, novembre 2018