Umiltà, via che conduce al Cielo

Pregando per il Medio Oriente

Nella Giornata di preghiera e di riflessione per il Libano, il 1° luglio scorso, insieme ai Leader religiosi cristiani, sono state accolte «le aspirazioni e le attese del popolo libanese, stanco e deluso, invocando da Dio luce di speranza per superare la dura crisi». «Cari Libanesi – ha esortato il Papa – il mio desiderio di venire a visitarvi è grande, e non mi stanco di pregare per voi, perché il Libano ritorni a essere un messaggio di fratellanza, un messaggio di pace per tutto il Medio Oriente» (Udienza generale, 4 agosto).
«I vostri alti cedri, simbolo del Paese, evocano la florida ricchezza di una storia unica. E ricordano pure che rami grandi nascono solo da radici profonde». Il Pontefice ha dunque ribadito: «È perciò essenziale che chi detiene il potere si ponga finalmente e decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi». «Il grido di una donna, che proprio dalle parti di Tiro e di Sidone incontrò Gesù e, in preda all’angoscia, lo implorò con insistenza: “Signore, aiutami!”, è diventato oggi quello di un intero popolo, il popolo libanese deluso e spossato, bisognoso di certezze, di speranza, di pace. Con la nostra preghiera abbiamo voluto accompagnare questo grido. Non stanchiamoci perciò di implorare dal Cielo quella pace che gli uomini faticano a costruire in terra. Chiediamola insistentemente per il Medio Oriente e per il Libano» (Preghiera ecumenica per il Libano, 1 luglio).
Sappiamo infatti che «il Signore può fare molto con il poco che gli mettiamo a disposizione». «Lui può fare molto con una nostra preghiera con un nostro gesto di carità per gli altri, persino con una nostra miseria consegnata alla sua misericordia» (Angelus, 25 luglio). Così come «sfamò la folla distribuendo i cinque pani d’orzo e i due pesci ricevuti da un ragazzo». Il Santo Padre ha poi sottolineato come Gesù abbia «uno sguardo contemplativo, capace cioè di fermarsi davanti alla vita dell’altro e di leggervi dentro».
«Questo è anche lo sguardo che i nonni e gli anziani hanno avuto sulla nostra vita» ha fatto notare il Papa in occasione della prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Questo «è infatti il modo con cui essi, fin dalla nostra infanzia, si sono presi cura di noi. Ed è anche grazie a questo amore che siamo diventati adulti» (Messaggio del 25 luglio).
Seguendo poi il racconto evangelico della moltiplicazione dei pani, vediamo come «Gesù continua a predicare alla gente che ha visto il prodigio della moltiplicazione dei pani. E invita quelle persone a fare un salto di qualità, dicendo chiaramente: “Io sono il pane della vita”». «Queste parole del Signore risvegliano in noi lo stupore per il dono dell’Eucaristia». Infatti «nessuno in questo mondo, per quanto ami un’altra persona, può farsi cibo per lei. Dio lo ha fatto, e lo fa, per noi. Rinnoviamo questo stupore. Facciamolo adorando il Pane di vita, perché l’adorazione riempie la vita di stupore» (Angelus, 8 agosto).
Guardiamo infine a Maria che, «nella sua piccolezza, conquista i cieli per prima». «È l’umiltà il segreto di Maria. È l’umiltà che ha attirato lo sguardo di Dio su di lei». «È bello pensare che la creatura più umile e alta della storia, la prima a conquistare i cieli con tutta sé stessa, in anima e corpo, trascorse la vita per lo più tra le mura domestiche, nell’ordinarietà, nell’umiltà». «Con Dio, solo chi si riconosce un nulla è in grado di ricevere il tutto. Solo chi si svuota di sé viene riempito da Lui». «Guardando a Maria Assunta, possiamo dire che l’umiltà è la via che porta in Cielo. E preghiamola ora, perché ci accompagni nel cammino che dalla Terra porta al Cielo. Ci ricordi che il segreto del percorso è racchiuso nella parola umiltà, non dimentichiamo questa parola. E che la piccolezza e il servizio sono i segreti per raggiungere la meta, per raggiungere il Cielo» (Angelus, 15 agosto).

Monache dell’Adorazione Perpetua – Pietrarubbia, settembre 2021