Un bacio dice più di un’enciclopedia (Febbraio 2017)

Il Vescovo presenta la lettera pasquale 2017 dedicata alla Madonna.
Un vescovo scrive alla sua gente… In un antico scritto cristiano del IV secolo si dice che il Vescovo, nell’assemblea riunita, non deve cedere la parola ad altri «perché è lo sposo che parla alla sua sposa», la Chiesa. Con questo incoraggiamento scrivo, come ogni anno, la Lettera pasquale. Raggiungerà tante persone, anche di convinzioni diverse. Lo faccio con trepidazione: interesserà l’argomento? Avrò usato le parole adatte? Si stabilirà un rapporto autentico, seppur tenue, con i lettori? E poi scrivere è sempre un mettersi a nudo… Tema della Lettera è Maria, la Madre del Signore Gesù. Il popolo sammarinese e il popolo del Montefeltro, oggi come nel passato, le manifestano amore e devozione, vi dedicano feste e chiese, ricorrono a lei nei momenti difficili e si inteneriscono guardandola nelle immagini che parlano di lei. Sanno che la Madonna non è il centro del mistero cristiano, ma è al centro. Ma chi è veramente la Madonna? Non abbiamo altre informazioni che quelle dei Vangeli. La prima cosa che balza agli occhi – e corregge luoghi comuni – è che la fanciulla di Nazaret è tutt’altro che figura eterea; ci appare invece come donna forte e coraggiosa, intraprendente e intrepida, intelligente, che discute con l’angelo. Nel suo canto – il Magnificat – alza lo sguardo al cielo e prontamente lo abbassa sulla terra: si tratta di una preghiera a colui che fa cose grandi e di un manifesto di liberazione a vantaggio degli ultimi e degli oppressi. La devozione talvolta l’ha rinchiusa in una nicchia dorata, accentuandone il distacco da noi, comuni mortali. Eppure i Vangeli ce la descrivono con i piedi per terra: «Sede della sapienza e donna di casa»! Nell’accingermi a scrivere ho fatto attenzione a due pericoli: il primo, cedere alla retorica o al sentimento; il secondo, rinunciare del tutto all’impresa per la difficoltà a stringere in poche pagine la ricchezza dei temi. Altra insidia: la pretesa di essere originale. Alla fine un bacio direbbe molto più di una enciclopedia intera. Eppure bisogna scrivere: anche queste paginette possono avere una qualche utilità. Se tanti, tutti insieme, contemporaneamente, formuleranno anche un solo pensiero su Maria, tante piccole scintille insieme accenderanno una luce per questi giorni difficili e bui. Maria ravviverà la fede, la speranza e la carità. Preparerà un nuovo incontro tra noi e il suo figlio Gesù. Farà balenare, come la prima volta, la gioia del Vangelo. Una confidenza: i giorni dedicati alla stesura della Lettera son stati per me giorni di particolare raccoglimento e intimità con Maria, come mai avevo sperimentato. Mi è parso mi dicesse tante cose con il suo silenzio e, in alcuni momenti, mi mettesse a parte della sua tenerezza verso la mia gente, a cominciare da quanti hanno più bisogno di lei: i giovani, gli ammalati, quelli che sono sotto il peso della prova e della preoccupazione. L’ansia di rendere un buon servizio a lei, oggetto del mio scrivere, e ai miei fratelli, destinatari della Lettera, è superata considerando l’amore e la confidenza nella Madonna di tante persone che a lei si rivolgono ogni giorno. Il lettore percorrerà il tema attraverso sette brevi capitoli. Il primo propone quasi una biografia della Madonna, rigorosamente ricavata dai dati del Nuovo Testamento; il secondo offre spunti per un confronto sulla devozione autentica; il terzo sdogana la svolta mariologica proposta dal Vaticano II; il quarto fa “entrare” nella famiglia e nella vita di Maria, sposa e mamma; nel successivo si interpretano le tappe della vita spirituale del cristiano alla luce della “peregrinazione nella fede di Maria”. Negli ultimi due capitoli vengono tratteggiati motivi e modalità del culto mariano e, in particolare, il significato dell’atto di consacrazione al suo Cuore Immacolato. La pubblicazione è accompagnata dalla riproduzione di alcune immagini del quadro, recentemente restituito al suo originale splendore, La Madonna della Misericordia di Montegiardino (RSM), una tela del Settecento della scuola del Tiepolo. La Lettera può servire per la meditazione personale, ma anche come traccia per una riflessione comune. Si propone come sussidio per la preparazione della grande festa che si terrà al Santuario Nazionale del Cuore Immacolato di Maria in Valdragone (RSM) nel primo centenario delle apparizioni a Fatima. Mi accingo ad entrare in tante case con la benedizione del Signore, col saluto ai fratelli Ebrei che ci hanno dato Maria, vertice della spiritualità degli anawim, agli amici musulmani che a lei hanno dedicato pagine tra le più belle del Corano e a tutti, senza distinzione, con l’augurio della pace.
+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro