Visitare gli infermi (Aprile 2016)

Maestro di Alkmaar, Le Sette opere di misericordia corporale,
particolare del pannello Visita agli Infermi, olio su tavola 101×54 cm (ogni pannello),
1504, Riijksmuseum Amsterdam.

Il maestro di Alkmaar ci regala lo spaccato straordinario di un antico ospedale, dove si svolge l’opera caritativa della cura degli ammalati. La prospettiva di fondo segna il punto culminante del dipinto: nel camino sullo sfondo, infatti, arde il fuoco, segno della carità che qui regna.
Proprio davanti al camino ecco un medico esercitare la sua professione. Lo riconosciamo dai pantaloni e dalla sopravveste piuttosto corta. Era, infatti, l’abbigliamento tipico dei medici quello di portare i pantaloni, onde esser pronti a correre qualora venissero chiamati al capezzale di qualche ammalato grave. Non sappiamo, ad esempio, se il santo medico noto col nome di San Pantaleone, si chiamasse proprio così o se, il suo, non fosse piuttosto il nomignolo che gli fu attribuito perché come medico portava i pantaloni. Un altro esempio lo troviamo nella celebre maschera veneziana di nome Pantalone.
Il medico dipinto dal Maestro di Alkmaar è intento a visitare un malato forse afflitto da piaghe o dal fuoco di sant’Antonio. Lo si evince dal pane che gli sta mostrando, principale fattore dello sviluppo di questa malattia (l’herpes Zoster era provocato dalla degenerazione della farina di avena, utilizzata per confezionare il pane).
Alle spalle vediamo invece un altro personaggio, forse un infermiere che sta dando da bere a un malato. In primo piano un altro malato riceve la visita di un prelato che, forse sta raccogliendo la sua confessione. Così in un’unica opera ecco radunate due opere di misericordia: visitare i malati e perdonare i peccati. Peccati e malattia del resto furono da sempre collegati. La vera visita ai malati, tuttavia, si svolge nel primissimo piano. Una donna, infatti, forse una religiosa o una pia donna dedita alle opere di carità, accoglie le offerte di alcuni personaggi che desiderano visitare i malati offrendo i loro beni. Lo stato di rovina in cui versa la tavola ci impedisce di capire quali doni abbiano portato, ma lo possiamo dedurre da altre opere di misericordia, come quelle illustrate a Firenze nell’Oratorio dei Buonomini di san Martino.

Oratorio dei Buonomini di San Martino, lunette di Francesco d’Antonio (bottega del Ghirlandaio), Visitare gli ammalati, affresco del XV secolo.

Qui, infatti, si vedono in primo piano dei “buon omini” (appunto) che offrono una gallina, per fare del brodo sostanzioso, e una bottiglia di vino. Destinataria della visita è una donna che ha appena partorito, la si vede sullo sfondo con il suo neonato nascosto tra le coperte. Altri sono andati a trovarla e offrono anche indumenti per lei e il nascituro. La condizione di agiatezza della donna, ormai caduta in disgrazia, la si evince dagli arredi della casa e dal fatto che ella conservi la servitù, cioè la cameriera che accoglie la visita dei benefattori. È probabile che anche gli uomini misericordiosi della pala di Alkmaar offrissero cibo e bevande a giudicare dal bricco che la donna sta porgendo loro. Certo è che il Cristo benedice quest’opera di carità.
Tra i visitatori dell’ospedale, infatti, vediamo spuntare il volto di Cristo che guarda compiaciuto la donna e i visitatori, essi adempiono la parola del Vangelo che conosciamo attraverso l’evangelista Matteo: «Venite benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il premio preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ero malato e mi avete visitato». «Signore, quando ti abbiamo visto ammalato e siamo venuti a visitarti?». «In verità vi dico: Ogni volta che avete fatto questo a uno di questi più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25)».

Monache dell’Adorazione Eucaristica – Pietrarubbia