Cristo battezzato, “regge” le acque

Cristo battezzato da Giovanni Battista, mosaico bizantino (XI sec.), Monastero di Nea Moni, isola di Chios (Grecia)
È considerato patrimonio dell’UNESCO il Monastero di Nea Moni (= Nuovo Monastero) dedicato all’Assunzione e situato nell’isola di Chio in Grecia. Furono Costantino IX e l’imperatrice Zoe a volere i preziosi mosaici dopo che una miracolosa Icona apparve in loco nel 1094. Tra questi il mosaico con il Battesimo di Gesù è tra i più interessanti. Cristo è letteralmente sommerso dalle acque ma, nello stesso tempo, non è il Giordano a coprirlo bensì è Lui a sostenerlo: tutte le acque si ricapitolano attorno a Cristo, esattamente come il rotolo della Torah attorno al Capitulum. Si potrebbe commentare quest’opera con le parole di Paolo: ricapitolare in Cristo tutte le cose, celesti e terrestri (cfr. Ef 1,10). Il momento è tanto solenne che Giovanni il Battista, solitamente vestito di peli di cammello, indossa lo stesso abito degli angeli. In acqua ci sono altri due uomini: uno, più vicino a Gesù, è la personificazione del Giordano e ha in mano una brocca d’acqua; l’altro, invece, è un uomo che, immerso nelle acque, sta ricevendo il battesimo. Questi, a differenza di Cristo, sembra fluttuare nelle acque del Giordano, in balia di esse. Questo dialogo tra una rappresentazione “reale” della realtà (il bagno di un neofita) e una “irreale” (il modo con cui Cristo sta nelle acque) ha un intento teologico e catechetico. Cristo non aveva alcun bisogno di essere battezzato, egli era senza peccato e, quindi, il battesimo di penitenza predicato da Giovanni non lo riguardava affatto, eppure egli si sottopose a quell’immersione presentandosi davanti al Precursore. Questo gesto ebbe un duplice scopo: confermare la veridicità della missione del Battista e santificare le acque in vista del nostro Battesimo. Il fiume Giordano (personificato in tutte le iconografie antiche) per la tradizione ebraica era uno dei fiumi del Paradiso terrestre. Le sue acque erano considerate, pertanto, acque primordiali, santificare le quali significava idealmente santificare le acque del mondo intero. Cristo con il suo battesimo santifica le acque in previsione del nostro battesimo. Ma c’è un terzo significato ancora più teologico e suggestivo. Il battesimo, come abbiamo detto, è immersione: Cristo preconizzò così la sua immersione volontaria nella morte. Anche il nostro battesimo è immersione nella morte di Cristo e, la nostra emersione è partecipazione alla sua risurrezione. Il mosaico ci mostra che mentre Cristo regge la morte (egli solo può dare la propria vita e riprenderla), noi uomini in essa soccombiamo. Altri personaggi si muovono nel mosaico. Oltre ai due angeli, la cui proporzione è più grande rispetto agli altri perché con essa si vuole indicare la superiorità della loro conoscenza del Mistero, ci sono due personaggi dietro le colline, forse discepoli del Battista (spesso Andrea e Giovanni, futuri discepoli di Gesù) ma forse, anche a motivo della loro dimensione intermedia e della vicinanza di questo episodio a quello della trasfigurazione, essi incarnano piuttosto la legge e i profeti i quali testimoniano la verità biblica di quanto sta accadendo. Nel battesimo infatti, come appunto nella trasfigurazione, si ha la prima manifestazione della Trinità. Il mosaico, rovinato nella parte alta, recava sicuramente l’immagine dei cieli aperti e la mano del Padre indicante il Figlio Suo Unigenito. Più sotto, poi, si scorge la colomba che scende su Gesù per rimanervi, come attesta l’evangelista Giovanni. Con una proporzione ancora più piccola ci sono tre figure che, nei pressi della riva del Giordano, attendono il battesimo. Uno è già spogliato e si accinge all’immersione, un altro vestito di rosso si sta togliendo or ora la tunica, un terzo, invece, è fermo in attesa. I colori dei loro abiti non sono casuali: rosso e blu. Essi indicano rispettivamente la divinità e l’umanità di Cristo (tale significazione vale per l’oriente perché in occidente l’attribuzione simbolica data a tali colori è rovesciata). Cristo si è spogliato della sua divinità per rivestirsi della nostra carne: ecco ciò che rivela il suo Battesimo. Ma in virtù di questo, ecco che al contrario, il nostro battesimo sottrae la nostra umanità alla morte e ci apre alla condizione eterna della divinità.

suor Maria Gloria Riva, febbraio 2020