Non è questione di numeri

La Diocesi si riconsegna allo Spirito Santo

Il mese di settembre è stato pieno di iniziative ed eventi: segno di una ripresa tanto invocata e attesa. «Le nostre chiese, pur con le necessarie precauzioni, ora sono spalancate. Altrettanto le sale di comunità per gli incontri e la catechesi. Ripartiamo. Riprendiamo. Ricominciamo. Non è questione di numeri, ma di qualità, di fervore!». Con queste parole il Vescovo Andrea ha invitato sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose e tutti gli operatori pastorali alla Giornata del Mandato che si è svolta, com’è ormai consuetudine, la quarta domenica di settembre. «Un momento importante e significativo del cammino della Chiesa diocesana, che segna la ripresa dopo la pausa estiva e il lancio del nuovo Programma pastorale».
«Sullo sfondo incombe il peso delle domande suscitate dalla pandemia – aggiunge il Vescovo –, dalla quale non siamo ancora del tutto usciti. Si tratta di interrogativi presenti e ricorrenti negli incontri di questi mesi di chiese svuotate dal Covid e di pecore smarrite» (Lettera agli operatori pastorali, 7.7.2021). Alla domanda: «Di che cosa ha bisogno la nostra Chiesa in questo tempo?», il Vescovo risponde ribadendo con forza che «la nostra Chiesa deve riconsegnarsi allo Spirito Santo, anima della sua vita e della sua missione».
Forza, coraggio, abbraccio sono le tre parole che caratterizzano il Programma pastorale 2021/22 e sono rifuse nel titolo: Con la forza del suo Spirito il coraggio di abbracciare il mondo. «Dalla forza dello Spirito (non la nostra!) – spiega il Vescovo – viene il coraggio di abbracciare il mondo». Abbracciare il mondo non è «abbracciare la mondanità, ma il mondo che Dio ha tanto amato, fino al punto da dargli suo Figlio». Dunque, indica «lo stile col quale incontrare le persone e vivere la missione». Per dirla con le parole del Programma pastorale dello scorso anno, solo «un ascolto empatico, disponibile a nuovi esercizi di ascolto, consentirà di dire parole vere» (Intervento alla Giornata del Mandato, Murata RSM, 26.9.2021).
Mons. Andrea invita ad una domanda radicale: «Che cosa ci importa veramente, che le persone seguano Gesù o che seguano noi?». In concreto: «Dov’è il cuore? È a difendere le nostre istituzioni, quel che ha costruito la nostra comunità cristiana, oppure il nostro cuore è veramente nel desiderio che le persone incontrino Gesù?». E incoraggia ad «essere liberi nel cuore: che il Regno di Dio avanzi, non noi» (Omelia nella XXVI domenica del Tempo Ordinario, Lunano, 26.9.2021).
Il mese di settembre è stato caratterizzato anche dalla campagna referendaria a San Marino sulla depenalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza. Una campagna dai toni, in alcuni momenti, piuttosto accesi: «La posta in gioco è davvero alta – scrive il Vescovo in un messaggio a pochi giorni dal Referendum –, ma questo non giustifica la rissa. Ci siamo ascoltati profondamente?». Ed invita a vivere l’occasione del voto come «diritto-dovere, partecipazione al cammino della comunità, nel segreto della coscienza, in totale libertà». «Andare a votare è un gesto importante – continua –, un atto d’amore, un’opportunità per ripensare il valore della vita, dell’esserci e del non esserci, per renderci conto dello spessore di questo dono. Per sé e per gli altri». Questa la linea che propone con chiarezza: «Senza se, senza ma, senza forse, siamo per l’accoglienza della vita. E non è per difendere un principio astratto, ma per accogliere una persona: tale è il concepito, benché fragile e indifeso». Conclude, poi, il suo comunicato con un impegno concreto: «Siamo dalla parte della mamma e del futuro papà; non vogliamo che la donna sia lasciata sola né prima, né dopo la nascita del suo bimbo. Dobbiamo far sì che mai più una vita non sbocci per insicurezza, sfiducia, solitudine, mancanza di tutele o per motivi economici» (Comunicato stampa in vista del Referendum, 23.9.2021). «Per questo – afferma – cercheremo amici per riorganizzare la speranza. Tutti sono invitati».
All’indomani del Referendum mons. Andrea conferma l’invito «non con dichiarazioni o proclami, ma con un fattivo impegno: subito, sempre, con gioia». In particolare, esorta a «far circolare le testimonianze di aiuto alle donne e alle famiglie e ad esprimere vicinanza a chi ha vissuto il dramma dell’interruzione volontaria della gravidanza: uno spazio di sofferenza che ci unisce e ci provoca». Sottolinea la necessità di proseguire l’impegno in campo educativo «per un’etica della responsabilità, che non prevede scorciatoie né facili pendii, per orientare al meglio le giovani generazioni» e di assicurare sostegno e collaborazione alle associazioni pro-life. Auspica che si colga l’occasione per «l’offerta di un quadro legislativo di vero aiuto alla donna, di tutela della vita e di accoglienza dell’obiezione di coscienza» (Comunicato stampa dopo il Referendum, 27.9.2021).
«Chiunque vi darà da bere un bicchier d’acqua nel mio nome non perderà la sua ricompensa». Nell’ultima domenica del mese di settembre il Vescovo ha commentato così l’insegnamento di Gesù che educa a dare importanza ad ogni dettaglio: «Un “bicchier d’acqua” può aprire radicalmente la tua vita; sembra nulla, eppure in quel dono, in quella carezza, che ricevi e che offri, c’è tutta la persona». «Attraverso un solo tuo gesto – continua – puoi trasmettere Dio: così ti succede di essere sacramento di Dio, mezzo materiale efficace per la presenza del Signore». Il Vescovo invita, infine, ad un’attenzione: «Con un bicchiere d’acqua si può trasmettere la presenza di Dio, ma si può anche essere di scandalo, cioè di ostacolo, alla comunicazione di Dio attraverso un cattivo esempio». «È una responsabilità che fa tremare – constata –, perché a causa tua potrebbe accadere che quello che Dio vuole dire o dare non arrivi al fratello» (Omelia nella XXVI domenica del Tempo Ordinario, Lunano, 26.9.2021).

Paola Galvani, ottobre 2021